Galleria Sottopasso della Stua
Padova
largo Europa
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Matilde Montanari
dal 11/2/2005 al 26/3/2005
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Segnalato da

Centro Nazionale di Fotografia



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Matilde Montanari



 
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11/2/2005

Matilde Montanari

Galleria Sottopasso della Stua, Padova

Proiezioni di un desiderio. La prima mostra della serie 'Racconti di donne' indaga i rapporti fra ambiente e sfera privata, la normalita' del quotidiano e l'opportunita' di interagire col reale. La mostra e' frutto di un percorso interiore di carattere autobiografico teso a raccontare e ad analizzare spazi domestici e personali.


comunicato stampa

“Proiezioni di un desiderio”

Si inaugura venerdì 11 febbraio alle ore 18.30, nella Galleria Sottopasso della Stua (Largo Europa), la mostra fotografica “Matilde Montanari - Proiezioni di un desiderio”.

Promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo – Centro Nazionale di Fotografia, la rassegna dell’artista bolognese, la prima della serie “Racconti di donne”, indaga i rapporti fra ambiente e sfera privata, la normalità del quotidiano e l’opportunità di interagire col reale fino a produrre immagini magiche, libere e senza tempo.
La mostra è frutto di un percorso interiore di carattere autobiografico teso a raccontare e ad analizzare spazi domestici e privati. La fotografa bolognese esprime così sensazioni ed emozioni nate dentro i propri ambienti quotidiani, attraverso descrizioni interiori e personali.
Entrando in punta di piedi in un privato altrui – quello appunto di Matilde Montanari – lo spettatore è chiamato ad osservare attentamente gli innumerevoli particolari che accompagnano la vita di chi abita quelle stanze ridondanti e private. Scorrendo le foto dell’artista si avverte, infatti, l’importanza di raccontare, prima a sé stessa e poi ad altri, gli spazi vitali e gli ambienti in cui si sono susseguite le sue esperienze intime e indimenticabili, quale espressione di affetti e nostalgie.
Non è casuale, quindi, che ad un primo sguardo, la figura femminile non sia immediatamente intuibile in quanto chi osserva è richiamato da un esterno caotico e rumoroso all’interno di stanze accoglienti che parlano e profumano della vita di chi le abita.
Lentamente la percezione di questo ambiente saturo si affievolisce lasciando spazio ad altre immagini attraverso atmosfere languide e malinconiche. Lo sguardo, allora, corre fra oggetti, colori, specchi e divani, fino a intravedere la figura nuda, discreta ma consapevole, percepibile più che visibile; ed è proprio in questa prospettiva che lo spazio fotografato, così ricco di dettagli, risalta in primo piano, esaltando e definendo, sulla scena, la presenza femminile.
Il tempo, nelle immagini di Matilde Montanari, scorre in due dimensioni parallele, quella dell’osservatore e quella immobile e pensosa della donna ritratta mentre vive la sua esistenza e i suoi ambienti domestici come se nessuno la stesse osservando. La casa gialla continua ad esistere e a vivere, custodendo la giovane donna fra i suoi colori e i suoi profumi, bloccata in una dimensione immortale, mentre lo scorrere del tempo ne invecchia il corpo, e ricopre di polvere tappezzerie e ricordi.

È secondo questa prospettiva che gli autoritratti della Montanari risultano essere l’ideale strumento per rappresentare la dualità dello scorrere del tempo, l’interazione fra oggetti e atmosfere domestiche, rendendo superflua ogni altra presenza che non appartenga al proprio suggestivo quadro autobiografico.

Biografia
Matilde Montanari, nata a Bologna nel 1979, si rivela al pubblico presentando nel 2000, a Trebnitz (Berlino), il suo lavoro Effetti collaterali, opera riproposta l’anno seguente a Verona.
Il suo lavoro indaga i rapporti esistenti fra l’ambiente e gli accadimenti privati; la stretta connessione che lega il privato al comune disagio frutto di relazioni sociali sempre più rarefatte e invasive, potenzialmente pericolose. Compie uno studio sistematico sulla normalità del quotidiano e la possibilità di agire sulla realtà fino a giungere alla messa in scena di atmosfere oniriche e sognanti, la ricostruzione di dimensioni magiche e surreali, libere e senza tempo. Elementi fondamentali di questi racconti sono i colori e le forme che li delineano, partendo dal punto di vista volitivo e prospettico dell’autoritratto.
Con uno di questi lavori, Proiezioni di un desiderio, vince nell’estate del 2003 il Premio Portfolio Giovane Fotografia in Italia e si classifica al secondo posto del Premio Le Logge del TFF. Nello stesso anno partecipa alla mostra collettiva Quelli di Franco Fontana a Massa Marittima.
Sempre nella città toscana nel 2004 espone il progetto Proiezioni di un desiderio, nello stesso anno con il medesimo lavoro partecipa alla collettiva Nudi fuori a Bologna e al Portfolio Giovane Fotografia in Italia a Modena, Padova e Berlino.

Mostre personali
Proiezioni di un desiderio, Galleria Sottopasso della Stua, Padova, 2004.
Proiezioni di un desiderio, TFF, Massa Marittima, 2004.
Effetti collaterali, Centro culturale Malacarne, Verona, 2001.

Mostre collettive
Nudi fuori, Galleria Studio Ercolani, Bologna, 2004.
Portfolio giovane fotografia in Italia, Galleria Kunsthaus Tacheles, Berlino, 2004.
Portfolio giovane fotografia in Italia, Galleria Sottopasso della Stua, Padova, 2004.
Portfolio giovane fotografia in Italia, Galleria Civica di Modena, 2003.
Quelli di Franco Fontana, Castello di Monteregio, Massa Marittima, 2003.
Effetti collaterali, Trebnitz (Berlino), 2000.

Padova, Galleria Sottopasso della Stua (Largo Europa)

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