Accademia di Belle Arti di Brera
Milano
via Brera, 28
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WEB
Wilma Kun
dal 16/2/2005 al 17/2/2005
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Segnalato da

Tiziana Tacconi



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Wilma Kun



 
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16/2/2005

Wilma Kun

Accademia di Belle Arti di Brera, Milano

Incontro. L'artista brasilana Wilma Kun parlera' del proprio percorso presentando una serie di fotografie a colori, primi piani, busti, ritratti in interni domestici. Citazioni libere che evocano capisaldi della storia dell'arte occidentale anche se i soggetti ritratti sono persone che hanno un ruolo nella sua vita


comunicato stampa

Incontro

Alle ore 11.30 nell'aula 13 dell'Accademia di Belle Arti di Brera, l'artista brasilana Wilma Kun parlerà del proprio percorso artistico. Questo incontro è promosso dal corso di Anatomia artistica a cura di Tiziana Tacconi, in occasione della mostra personale dell'artista che prossegue fino al giorno 28 febbraio alla galleria Artra di Milano.La mostra è a cura di Gabi Scardi. L’artista presenta una serie di fotografie a colori, primi piani, busti, ritratti in interni domestici. Sebbene l’ambientazione sia contemporanea, ognuna di queste immagini evoca, nelle sue componenti strutturali essenziali, un caposaldo della storia dell’arte occidentale: Velasquez, Holbein, El Greco, Raffaello, Reynold…; ma si tratta di citazioni libere, che si rivelano solo a un occhio attento. I soggetti ritratti sono persone che hanno un ruolo nella vita di Wilma Kun: ognuna di loro ha contribuito in qualche modo al suo sviluppo artistico. Il volto dei personaggi è coperto da una maschera sempre uguale, un calco del viso dell’artista. Con questo suo primo lavoro fotografico Kun riprende il tema dell’identità su cui da anni la sua poetica si concentra. Lo fa rappresentando l'immagine dell'altro: non un altro generico, ma l’altro definito ed identificato che porta dentro di sé, che ha contribuito a plasmare la sua attuale figura. La questione dell’identità viene da Wilma Kun messa in scena attraverso l’utilizzo di volta in volta variamente declinato di una sorta di seconda pelle: l’artista realizza una serie di calchi in lattice del proprio corpo. Sempre simili ma sempre diversi perché con minuziosa, impietosa precisione rispecchiano l’evoluzione del corpo femminile che ricalcano, queste membrane rappresentano la superficie sensibile, la pellicola sottile e porosa attraverso la quale percepiamo e veniamo percepiti. Rappresentano il limite, il diaframma, che separa e mette in comunicazione. la maschera con la quale ci presentiamo. Questi corpi-pelle si adattano a situazioni diverse, si comprimono in una scatola o si espandono, si fanno scultura, tenda, tappeto, mondo; o, come in questo caso, si fanno maschera; e, come tutte le maschere, rivelano più ancora di quanto non nascondano. Rivelano, appunto, che se l’atto creativo non è mai indipendente, ma si nutre del confronto e del rapporto con quanto e' gia' stato creato, l’identità stessa non è mai autosufficiente; che ogni narrazione personale è composita, frutto di travasi, d’influssi, d’innesti e di contesti complessi, e nasce dalla mobilità, dalla ricchezza degli incontri e degli scambi, delle interrelazioni. In questo senso il significato del lavoro va ben oltre l’esperienza individuale dell’artista.

Accademia di Belle Arti di Brera - Aula 13 - Via Brera, 28 - Milano

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