Accademia Riviera dei Fiori G. Balbo
Bordighera (IM)
Via I Maggio - Palazzo del Parco

Silenzi-OSA-mente
dal 4/3/2005 al 13/3/2005

Segnalato da

Gianni Mazzet




 
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4/3/2005

Silenzi-OSA-mente

Accademia Riviera dei Fiori G. Balbo, Bordighera (IM)

Carlo Maglitto e Giampiero Viglino. Le teche di plexiglas, con la loro insignificanza estetica, svincolano Maglitto dalla sottomissione all'uso del 'bel materiale'. Le tele dipinte di Viglino mostrano una sofferta e sognante introspezione


comunicato stampa

Silenzi-OSA-mente

Ci siamo cullati nell’illusoria convinzione di un incessante progresso, di una ricerca al di là di ogni argine di originalità, di nuovo, in una orgia estenuante di passaggi di mode. Ci siamo stancati ed abbiamo scoperto il Vuoto. Senza orrore. La serenità del vuoto. Del silenzio. Osare il silenzio. Osare stare fermi. A guardare. A contemplare. A creare. A collegare realtà e irrealtà. Logica e non logica. Sogno e veglia.

Ricordate il racconto del filosofo taoista Zhuang-Zi?: “Una notte, tempo fa’, io fui una farfalla che volava contenta della sua sorte. Poi mi svegliai ed ero Zhuang Zi. Sarò davvero il filosofo Zhuang Zi che si ricorda di aver sognato di essere stato una farfalla o sono una farfalla, che in questo momento sta sognando di essere il filosofo Zhuang Zi? La certezza di non stare sognando deriva soltanto dalla continuità della nostra coscienza. Che cosa succede quando continuità della coscienza subisce stati di interruzione sotto l’effetto dei sogni, degli ipnotici ed allucinogeni?
Ho detto che abbiamo scoperto il Vuoto. La ricchezza della semplicità, il fascino della assenza o della mancanza, la povertà del materiale e la spazialità “vuota”. Non che l’abbiamo scoperto noi C’erano già nelle vaste superfici tonali e “silenziose” di Marc Rothko. Lo stesso “vuoto” si allea alla pausa e al silenzio anche in certe composizioni musicali di Webern. Come la filosofia zen ora il nostro pensiero occidentale ha accolto il valore dell’istinto, dell’inconscio, dell’estemporaneo e dell’aleatorio

Il pensiero è dominante nelle opere recenti di Carlo Maglitto. Le teche di plexiglas, con la loro insignificanza estetica lo svincolano dalla sottomissione all’uso del “bel materiale” o dalla piacevolezza della manipolazione manuale. Così egli è libero di rivolgersi all’ideazione per suscitare cioè evidenziare una particolare situazione o immagine mentale. La tensione emotiva espressa attraverso solitarie presenze o disperati isolamenti o solitudini estreme talvolta popolate da sequenze numeriche o scritte ripetitive e atti reiterati nel fluire dell’esistenza personale conferisce a queste scatole trasparenti un afflato di morte, un senso di imbalsamazione del presente e un costante significativo: lo spiazzamento magrittiano.

Giampiero Viglino compie un altro passo analitico: accostare lo sguardo (il suo potere benefico o malefico) al totem. Il totem – animale sacro ed esecrando - corrisponde alle situazioni di angoscia presenti nel complesso della castrazione. Condizione di Unheimlichkeit cioè ansia esistenziale. Il fatto di essere coscienti della propria identità porta ad essere preda di aspettazioni terrifiche di fronte al pericolo di una perdita. Al contrario, gli animali, pur mostrando spesso straordinarie preveggenze e forme di sensibilità inspiegabili, non sono affatto consapevoli dell’esistenza del pericolo di vita, quindi privi dell’ansia di morte. Il pensiero “mitico” o “simbolico” o la traduzione di una lingua inconscia in una comunicabile hanno un effetto liberatorio. Le tele dipinte di Viglino mostrano una sofferta e sognante introspezione: riti misteriosi, panteisti. Sfugge allo sguardo superficiale il profilo di un albero, di un animale (elefante o pesce, poco importa), una presenza o la presenza di un corpo, di uno sguardo abitato dal sogno e dal peso del passato è la sua evidenza Diceva Leopardi: “Il più solido piacere di questa vita è il piacere vano delle illusioni, perché il mondo della natura è infinitamente superiore all’impero della ragione L’emozione, di ordine metafisico, al di là della semplice ragione schiude le porte della passione. L’uomo si nasconde. Nell’animale che si nasconde in lui. In un gioco di scatole da cui si estraggono altre scatole tocca al pittore trarre, svelare, accendendo il contrasto tra apparenza e realtà.
http://www.gianpieroviglino.it
Judit Török

Immagine: Giampiero Viglino

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