Zona Via Ventura
Milano
via Ventura

Dojo
dal 4/5/2005 al 10/6/2005

Segnalato da

Alessandra Berardinelli




 
calendario eventi  :: 




4/5/2005

Dojo

Zona Via Ventura, Milano

Massimiliano Buvoli, Christian Frosi, Massimo Grimaldi, Davide Minuti, Riccardo Previdi, Patrick Tuttofuoco, a cura di Luca Cerizza. Dojo in giapponese e' la palestra, il luogo dell'esercizio e della pratica, condotta per lo piu' in gruppo con concentrazione e disciplina. Ma e' anche lo spazio simbolico condiviso da 6 artisti italiani intorno ai 30 anni che, pur non costituendo un 'gruppo' definito, condividono immaginari di riferimento. Oltre alla componente emotiva e relazionale, il loro lavoro si caratterizza per una qualita' fondamentalmente pop e progressista, rivolta ad interrogare il presente e immaginare scenari futuri


comunicato stampa

Una mostra di arte contemporanea con: Massimiliano Buvoli, Christian Frosi, Massimo Grimaldi, Davide Minuti, Riccardo Previdi, Patrick Tuttofuoco

A cura di Luca Cerizza

Promossa da Flavio Albanese e Mariano Pichler

Dopo il successo degli eventi sonori, Perspectives ed ElettrOrganica, Via Ventura ritorna protagonista durante il MiArt 2005 con DOJO, una mostra di arte contemporanea dedicata a sei giovani artisti italiani - Massimiliano Buvoli, Christian Frosi, Massimo Grimaldi, Davide Minuti, Riccardo Previdi, Patrick Tuttofuoco - già presenti sulla scena nazionale e internazionale con mostre singole e collettive presso importanti istituzioni e gallerie.

DOJO, in giapponese, è la palestra. E’ il luogo dell’esercizio e della pratica, della crescita personale, condotta per lo più in gruppo e attraverso una rigorosa concentrazione e disciplina. Ma DOJO è anche lo spazio simbolico condiviso da sei artisti italiani intorno ai trent’anni. Provenienti da diverse parti d’Italia, si sono incontrati intorno alla metà degli anni ‘90 all’Accademia di Brera di Milano, dove hanno studiato e iniziato a stringere rapporti di collaborazione e ricerca.

Proprio questa volontà di scambio e di lavoro in comune, questa condivisione di percorsi e interessi, è una delle caratteristiche che distingue questi artisti dal resto dell’arte italiana anche recente, più focalizzata su una pratica individuale e solitaria. Pur nella differenza dei percorsi personali, e pur non costituendo un “gruppo” definito, gli artisti presenti in DOJO condividono una stessa tensione verso la pratica artistica e simili immaginari di riferimento, rappresentando un’identità unica nella realtà dell’arte italiana degli ultimi anni.

DOJO occuperà spazi diversi di via Ventura, nella zona ex industriale di Milano Lambrate, intervenendo direttamente sul paesaggio urbano e sociale e instaurando un dialogo costante con la dimensione pubblica. La scelta di “mostrarsi” in strada in spazi aperti, al limite tra dimensione pubblica e privata, apre un dialogo con spettatori anche occasionali, innescando una riflessione sui processi della visione, sulle dinamiche dello “spettacolo” nella società contemporanea e sui meccanismi di desiderio e intrattenimento. In quest’area di Milano, un tempo dedicata al lavoro operaio e ora in continua trasformazione, DOJO apparirà come una finestra aperta su un mondo di nuove forme e rapporti, porzione di un imprecisato e incerto futuro.

Non dimenticando una persistente componente emotiva e relazionale, il lavoro di questi artisti si caratterizza per una qualità fondamentalmente “pop” e progressista, rivolta ad interrogare il presente e immaginare scenari politico-sociali, economici ed estetici futuri e a mettere in questione il ruolo dell’arte in una società a venire.

In particolare, la loro ricerca si inserisce nella lunga e importante linea italiana del modernismo, ancora in parte da riscoprire, che va da una certa arte programmata/cinetica e ambientale, agli sviluppi più marcatamente pop e concettuali dell’arte povera, fino alle ricerche della stagione del design e dell’architettura “radical”. Questa eredità viene messa in relazione con quelle che erano le parallele ricerche internazionali di quegli anni e con i più recenti sviluppi emersi soprattutto all’inizio degli anni ‘90 tra arti visive, architettura e design, arrivando a delineare un linguaggio di natura internazionalista ma con una forte peculiarità italiana.

Rifiutando modalità linguistiche più marcatamente descrittive, narrative e vernacolari, questi artisti preferiscono lavorare su una sintesi formale di matrice fondamentalmente astratta. Progettano immagini, forme e situazioni per lo più deboli, flessibili, aperte all’intervento del pubblico, e costruite sul dialogo, lo scambio e la relazione con altri soggetti, ma anche sottilmente enigmatiche ed elusive. Lavorano sul residuo potenziale di forme e immagini, a volte stereotipate, banali, e sulla comunicatività della cultura popolare più attuale, indagandone i processi e rileggendone i codici. Si muovono con facilità in immaginari diversi come quelli del cinema di fantascienza, del fumetto, dei computer-games, della club-culture, dello sport, dello “street-wear”, della musica elettronica, lavorando sulla “personalizzazione” e la “costumizzazione” di simboli, prodotti e strutture della società contemporanea.

Il lavoro di Massimiliano Buvoli (Haarlem), al limite tra oggetto funzionale, domestico e scultura di matrice modernista, ingloba nella sua forma più riproduzioni di un quadro di paesaggio del 1664, opera del pittore olandese Philips Koninck. L'utilizzo di questo prelievo allude ad una riflessione di Buvoli sull'identità culturale e lo statuto sociale dell'artista.

Christian Frosi presenta due lavori tra loro idealmente legati, pur nella loro estrema differenza formale: sound 03 peacocks è un'istallazione sonora che diffonderà in Via Ventura, ogni giorno per un periodo determinato, il richiamo di un pavone fortemente rielaborato digitalmente, come ad evocare la visione di una bellezza aliena e misteriosa in una paesaggio urbano. Nello spazio interno sarà invece installato New title U03, una forma di plexiglass trasparente montata su un muro, dove sono stati appoggiati dei libri rari di diverso argomento (i pavoni, la simmetria, l’architettura di Milano negli anni ’50).

Pictures Of Extreme Birth Deformities Caused By U.S.A. Depleted Uranium Bombs Shown On Apple iMac G5 fa parte di una serie di lavori di Massimo Grimaldi, che combinano l'ultimo modello di computer Apple con la presentazione (nelle modalità di default del computer stesso) di immagini di fonti diverse, per lo più in forte contrasto con l'estetica futuristica e accattivante dell'oggetto.
In questo caso le immagini provengono da un sito web dedicato agli effetti delle bombe all'uranio impoverito su alcuni bambini iracheni, lanciate durante l'attuale invasione americana dell'Iraq.

Download 06 / firefly è l'intervento di Davide Minuti sulla facciata dello stabile di Via Ventura 15. Una serie di punti luminosi si accenderanno e vibreranno al tramonto, grazie all'energia solare accumulata da un sistema fotovoltaico durante il giorno, mettendo in scena la possibilità di un sistema energetico autosufficiente ed ecologicamente sostenibile.

Riccardo Previdi interverrà sul diaframma trasparente tra esterno e interno, con il lavoro installativo Tatami+Pirelli. I Tatami di Previdi sono superfici o pannelli fruibili da due lati e alterati attraverso interventi come fori o strisce. Su queste sono proiettate immagini video di diversa natura e origine, ma mai ad opera dell'artista stesso, come a compiere un gesto di ospitalità e di relazione con gli altri. In questo caso le immagini sono quelle di una ricostruzione in 3D della scena iniziale del film La Notte di Michelangelo Antonioni: una lunga carrellata sulla facciata del grattacielo Pirelli, da cui si intuisce una visione della Milano dell'inizio degli anni '60, in piena e febbrile trasformazione.

Luna Park è l'intervento che Patrick Tuttofuoco ha disseminato negli spazi della strada e in quelli interni di Via Ventura 15. E' una grande insegna prelevata dal suo luogo originario (il Luna Park delle Varesine di Milano), restaurata e resa di nuovo funzionale. Come per il lavoro di Previdi, Luna Park rimanda alle trasformazioni del tessuto urbano, sociale ed economico di Milano e ai rapporti tra arte, spettacolo e intrattenimento.

Inaugurazione giovedì 5 maggio 2005 ore 21

In Via Ventura 15 (ex fabbrica Faema) e negli spazi esterni lungo la strada
Le opere saranno visibili in maniera ottimale durante le ore serali

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