Palazzo Ducale
Lucca
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Mario Marcucci
dal 20/5/2005 al 24/7/2005
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Segnalato da

Palazzo Ducale




 
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20/5/2005

Mario Marcucci

Palazzo Ducale, Lucca

Opere 1926-1983. Il linguaggio dell'artista si e' sviluppato attraverso la rappresentazione del paesaggio della sua terra natale; la sua ricerca e' diventata mezzo per catturare le sembianze del reale, con il quale egli ha rappresentato nature morte, ritratti e autoritratti.


comunicato stampa

Gli Occhi del Novecento. Opere 1926-1983

A cura di Antonella Serafini

La Provincia di Lucca inaugura sabato 21 maggio, nelle Sale Monumentali del Palazzo Ducale (Piazza Napoleone) una grande retrospettiva dell’artista Mario Marcucci, a cura di Antonella Serafini. La mostra si avvale del Patrocinio del Ministero ai Beni Culturali, della Regione Toscana, del Comune di Viareggio ed è realizzata con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

La mostra appartiene per temi e contenuti ad un indirizzo culturale, sviluppato in questi anni dalla Provincia, dedicato allo studio della cultura e dell’arte del Novecento che ha caratterizzato il territorio lucchese, in particolare Viareggio e la Versilia. Il progetto della mostra fu discusso inizialmente con Cesare Garboli, prima della morte.

L’artista e il suo percorso
Mario Marcucci (28 agosto 1910- 2 maggio 1992), viareggino, refrattario a qualsiasi inserimento nelle correnti d’arte del nostro secolo, ha mantenuto un personale linguaggio pittorico e un appassionato scambio con poeti, letterati ed artisti divenendo così una figura emblematica del ‘900, un artista complesso che ha svolto la sua ricerca in più direzioni nell’ambito della figurazione e della pittura tonale. Marcucci si pone essenzialmente in quella sfera artistica vicino a De Pisis, Rosai e Morandi, da cui si allontanò solo per un breve periodo - alla fine degli anni quaranta – per confrontarsi con le suggestioni del Cubismo. Importantissima nella sua formazione fu l’amicizia con il poeta Luca Ghiselli, suo coetaneo, prematuramente scomparso nel 1939. Agli inizi della guerra entrò in contatto con gli Ermetici fiorentini. Durante la sua carriera ottenne numerosi riconoscimenti (nel 1941 vinse il Premio Bergamo; poi il Premio Marzotto nell’ambito della Rassegna di pittura italiana di

Venezia; il Premio 8x10 di Roma nel 1951, il Premio Michetti nel 1953 e il Fiorino nel 1954) e partecipò a numerose esposizioni fra cui alcune edizioni della Quadriennale Romana e della Biennale di Venezia.

Nel corso degli anni cinquanta soggiornò a più riprese a Roma, si trasferì poi a Firenze, dove rimase fino al 1966, anno in cui fece ritorno definitivo nella città natale. Questo periodo segna indubbiamente anche la fase più alta della sua ricerca pittorica con la creazione di alcune delle sue opere più belle, importanti e significative.
Diventato quasi completamente cieco, dalla metà degli anni Ottanta smise di dipingere.
Il primo, e ancora oggi, fra i più autorevoli esegeti, ad occuparsi di lui è Alessandro Parronchi, a seguire Cesare Garboli e Roberto Tassi.

Il linguaggio di Mario Marcucci si è sviluppato attraverso l’indagine e la rappresentazione del paesaggio della sua terra natale fatto di mare, barche e pineta; attraverso la particolare luce del luogo ha affinato la sua ricerca analizzando e indagando tutte le possibili variazioni del linguaggio del colore come mezzo per catturare le sembianze del reale, con il quale ha rappresentato nature morte, ritratti e autoritratti di grande valore e suggestione.

Il colore era una sorta di ossessione per l’artista, che lo ho condotto ad una sterminata produzione di oli e acquerelli eseguita su tutto quanto gli capitava sotto mano, fogli di giornale, pagine di libri, legni di ogni genere, coperchi di barattoli di latta, cartoni, tele… tutto poteva essere utilizzato e l’enorme quantità di dipinti che ha lasciato lo testimonia.

La fortuna critica di Mario Marcucci è segnata da alterne vicende ed è rimasta principalmente legata alle testimonianze dei poeti e dei letterati che sono stati i suoi principali esegeti. La mostra di Lucca intende riportare all’attenzione del pubblico e degli studiosi un artista molto particolare nell’ambito del ‘900 italiano, coinvolgendo questa volta nella riflessione soprattutto storici d’arte.

La mostra ha fra i suoi obiettivi porre in evidenza alcune questioni e alcuni interrogativi sul ruolo e sul senso che un’arte come quella di Marcucci ha avuto “per gli uomini nel ‘900”, un artista rimasto così prepotentemente estraneo sia alla furia iconoclasta del secondo dopoguerra ma anche a qualsivoglia altra necessità teorica e ideologica.
Un artista che ha trovato nella pittura – nella rappresentazione attraverso il colore del “quotidiano” - una solido natante con cui navigare attraverso le tragedie del ‘900.

La struttura della mostra
L’esposizione è costituita di oltre centosessanta e si articola in tre sezioni fondamentali:

MARIO MARCUCCI E IL SUO TEMPO. In questa sala si narra la ricerca di Marcucci dalla formazione alle ultime realizzazioni. Si ricostruisce il percorso temporale e artistico del pittore attraverso le relazioni con l’arte figurativa del suo tempo e del suo territorio. In questa sezione troviamo anche opere di Morandi, De Pisis, Rosai, Viani, provenienti da collezioni private e vari musei italiani. Saranno esposte inoltre alcuni opere degli anni Trenta-Quaranta di autori suoi coetanei: Alfredo Catarsini, Renato Sargentini, Danilo Di Prete, Eugenio Pardini, Renato Santini.

I TEMI DELLA PITTURA DI MARCUCCI. Ritratti, autoritratti, nature morte, paesaggi liberamente accostati per invitare ad una lettura “quadro per quadro”.

MARCUCCI PITTORE DEI POETI. In questa sezione saranno evidenziati i rapporti tra alcuni testi poetici e critici e alcune opere dell’artista. A titolo esemplare delle numerose relazioni che Marucci ebbe con i poeti e i letterati sono stati scelti: Luca Ghiselli, Mario Tobino, Antonio Delfini, Alessandro Parronchi, Mario Luzi, Carlo Cassola, Alberto Moravia, Mario Soldati, Vittorio Sereni, Romano Bilenchi, Manlio Cancogni, Cesare Garboli con opere provenienti in gran parte dalla collezione degli stessi.
Palazzo Ducale - Sale Monumentali

MARIO MARCUCCI Gli Occhi del Novecento si avvale di un Comitato Scientifico formato da: Antonella Serafini, Paolo Emilio Antognoli, Alberto Bargellini, Enrico Crispolti Mario Luzi, Massimo Marsili, Antonio Paolucci, Alessandro Parrochi, Marilena Pasquali, Carlo Sisi.
Il catalogo della mostra è pubblicato da Maria Pacini Fazzi.

Inaugurazione: sabato 21 maggio 2005

Palazzo Ducale - Sale Monumentali
Piazza Napoleone - Lucca

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