Galleria Monica De Cardenas
Milano
via Francesco Vigano', 4
02 29010068 FAX 02 29005784
WEB
Due mostre
dal 25/5/2005 al 24/9/2005
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Galleria Monica De Cardenas




 
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25/5/2005

Due mostre

Galleria Monica De Cardenas, Milano

Craigie Horsfield presenta 20 nuove opere fotografiche in bianco e nero e a colori. La mostra ha come centro focale un gruppo di ritratti provenienti dal nuovo film epico che Horsfield sta preparando per il 2006. Nella Project Room Andrea Sala con Mairea, progetto e' dedicato ad Alvar Aalto. L'artista crea oggetti e installazioni scomponendo e reinterpretando progetti di architettura o design, depurati da cio' che conduce alla loro funzione.


comunicato stampa

Siamo felici di annunciare la mostra personale di Craigie Horsfield, in cui presenteremo venti nuove opere fotografiche in bianco e nero e a colori.

Craigie Horsfield è conosciuto soprattutto per le straordinarie fotografie in bianco e nero di grandi dimensioni e grande intensità e per il film "El Hierro Conversation" mostrato a Documenta 11 e all'ultimo Whitney Biennal a New York. Solo nel 2003 ha cominciato ad utilizzare anche la fotografia a colori, stampando le sue fotografie con la nuova tecnica "dry print". Dry prints sono stampe a getto d'inchiostro modificate, in questo caso realizzate su carta da disegno. Le opere sono il risultato di un processo lungo e complesso elaborato negli anni. Il colore è di grande intensità e profondità e gli oggetti riprodotti ottengono una presenza quasi inquietante.

La mostra è ideata come un insieme che fluttua tra inquietudine e quiete e ha come centro focale un gruppo di ritratti provenienti dal nuovo film epico che Horsfield sta preparando per il 2006.
Le opere riguardano attenzione e distrazione, inquietudine e contemplazione. Le immagini oscillano tra questi significati: tra ritratti in movimento e immagini di oggetti o di paesaggio che richiedono un tempo prolungato. Sono il risultato di riflessioni sui temi centrali della produzione artistica di Horsfield: il tempo nel suo trascorrere lento, la storia e il presente, il racconto e il ritratto. La quiete è concepita come una durata amata del presente, un tempo lento di attenzione e contemplazione. La semplicità delle immagini è ingannevole: in quanto riflessioni su essere e rappresentazione, sul mezzo e sul materiale utilizzato, queste opere implicano piccoli spostamenti di attenzione che hanno grandi conseguenze di significato. Come nelle precedenti fotografie in bianco e nero, le superfici sono fragili e tenaci e i segni di azioni ripetute e di lenta disintegrazione sono onnipresenti. A questi continui spostamenti strutturali si accompagnano trame parallele di racconti storici di ansietà e quiete, familiari ed estranei al contempo, che rimandano al nostro vissuto, all'arte del passato ed alla letteratura. Le fotografie ci parlano del presente, ma la composizione sovente si ricollega a momenti della storia dell'arte come il Rinascimento italiano o la pittura fiamminga.

Nato a Cambridge in Gran Bretagna nel 1949, Craigie Horsfield studia alla St.Martin's School di Londra dal 1967 al 1971. E' tra i primi giovani artisti a passare alla fotografia, intuendone le grandi potenzialità di rappresentazione non solo del reale, ma anche delle emozioni. Seguendo le sue convinzioni socialiste dal 1972 al 1979 vive a Cracovia in Polonia. In questo periodo realizza fotografie che sottolineano il ruolo dell'individuo nella storia e nella cultura di un luogo; il presente viene visto come momento che dura nel tempo, che contiene passato e futuro. Stampa in grande formato solo più tardi, dopo essere rientrato a Londra nel 1980. Nel 1987 il suo lavoro viene scoperto da Jean-Francois Chevrier e James Lingwood, che lo invitano a partecipare alla mostra ormai storica "Un'altra obiettività" (Centre National des Arts Plastiques, Parigi e Museo Pecci, Prato, 1989) insieme agli artisti fotografi Robert Adams, Bernd e Hilla Becher, Thomas Struth, Jeff Wall e altri. Seguono le mostre personali all'ICA di Londra nel 1991, allo Stedelijk di Amsterdam e alla Kunsthalle di Zurigo nel 1992, al Walker Art Center di Minneapolis nel 1993 ed al Carnegie Museum di Pittsburgh nel 1994.
Dal 1993 Horsfield cerca di fondere la sua percezione artistica alla realtà sociale, e realizza progetti che indagano il tema della relazione tra individuo e collettività. I suoi interventi nascono ora dalla collaborazione e dal coinvolgimento di altre persone e attraverso l'uso di mezzi diversificati: non solo la fotografia ma anche film, video, performance e installazioni sonore. Tra questi progetti ricordiamo "Barcelona: La Ciutad de la Gent" (1993-1995), "The Rotterdam Conversation: City and Community" (1997-1998), "Brussels Summer" (2000) e "El Hierro Conversation" (2001-2002). Il Jeu de Paume di Parigi sta preparando una retrospettiva di Craigie Horsfield per gennaio 2006.

Le opere di Craigie Horsfield sono state esposte ed acquisite da importanti musei europei e americani. Sia nel 1997 e che nel 2002 ha partecipato a Documenta a Kassel.

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Andrea Sala
Mairea

Nella Project Room presentiamo il giovane artista italiano Andrea Sala.

Sala crea oggetti e installazioni scomponendo e reinterpretando progetti di architettura o design, depurandoli da tutto ciò che conduce alla loro funzione. La forma che ne deriva, sottoposta dall'artista ad una variazione di scala e volume, viene in seguito rimodellata con materiali comunemente usati per realizzare prototipi e plastici architettonici, come legno, il pvc pressato, plaster o polvere di marmo. L'oggetto ottenuto da questo processo di sublimazione è pronto a suggerire nuove e inaspettate possibilità di dialogo con lo spazio.

Il progetto ideato da Sala per la galleria si intitola Mairea ed è dedicato alla poetica di Alvar Aalto. L'intervento reinterpreta e trasforma sottilmente lo spazio espositivo e gli uffici della galleria ed è al contempo una riflessione sull'estetica dell'architetto finlandese, la sua passione per il piano ondulato e le sue possibili fonti d'ispirazione, dai laghi della Finlandia alla sezione di un albero. In alcuni disegni, Sala sviluppa il profilo del vaso Savoy con la stessa libertà con cui, di fronte ad un paesaggio, si disegna con immediatezza un particolare profilo montuoso.

Nel 2004 Andrea Sala ha presentato una grande installazione alla IX Biennale di Architettura di Venezia, in cui ha ricoperto il soffitto di uno spazio del Padiglione Italia di bianche forme organiche irregolari e luminose. Il punto di partenza in questo caso era dato dall'allestimento dei fratelli Castiglioni per la X Triennale del 1954, composto da 21 lampade in tessuto di forma circolare. Concentrandosi sull'aspetto luminoso dell'intervento e trasformando le forme regolari in forme irregolari, Sala ha creato una sorta di paesaggio luminoso diverso dall'originale di cinquant'anni fa.

Alla mostra "Exit" curata da Bonami alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, Sala ha presentato un modello della Villa Savoye di Le Corbusier in scala 1:17 trasformato in libreria in legno di betulla. Cambia così la funzione senza perdere la qualità dello spazio architettonico dell'oggetto e riutilizza concretamente il concetto di modulo alla base della produzione di Le Corbusier.

Andrea Sala è nato a Como nel 1976. Vive e lavora a Mariano Comense. Principale mostre colletive: 2004: Notizie dall'interno, IX Biennale di Architettura, Venezia; 2003: (F)art in dreams, Centro Culturale la Rada, Locarno; Ratio, Galleria Comunale, Monfalcone (Go); Fragments d'un discours italien, Mamco, Ginevra; Prototipi 02, Fondazione Olivetti, Roma; 2002: Exit, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; 2001: Almost famous, Castel San Pietro (Bo); 2000: Emporio, Via Farini, Milano; Junge Kunst aus Italien, Documenta Halle, Kassel; Mind the Gap, Akademie Galerie, Monaco.

Immagine: Craigie Horsfield

Inaugurazioni mercoledì 25 maggio 2005 ore 19.00

Monica De Cardenas - Via F. Viganò 4 - 20124 Milano
Orario: martedì-sabato 15-19

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