Può capitare in modo inatteso d'imbattersi, anche senza esserne alla ricerca, in una scena già immortalata, secoli fa, da Velazquez da Constable, o da Hopper. A Gea Casolaro succede. Ma non si tratta di un caso. Della realtà che si presenta oggi al suo sguardo, l'artista coglie spesso le medesime strutture visive che si presentavano all'artista di un tempo, che le individuava per costruire i suoi dipinti.
Ricordando Constable, Hopper, Velazquez.
Può capitare in modo inatteso d'imbattersi, anche senza esserne alla ricerca, in una scena già immortalata, secoli fa, da Velazquez da Constable, o da Hopper. A Gea Casolaro succede. Ma non si tratta di un caso.
Il presente di un tempo, che l'arte aveva il compito di tramandare alle generazioni future, quello, insomma, che noi conosciamo attraverso i capolavori della storia dell'arte, si è certo trasformato profondamente nelle sue caratteristiche fenomeniche. Cambiati sono, rispetto a ieri, i modi di vivere, i luoghi, i punti di vista, il linguaggio e le abitudini interpretative. Ma la nostra visione resta legata alla propria radice culturale.
Della realtà che si presenta oggi al suo sguardo, l'artista coglie spesso le medesime strutture visive che si presentavano all'artista di un tempo, che le individuava per costruire i suoi dipinti. Continuiamo a guardare il mondo attraverso gli stessi occhi.
Gea Casolaro evidenzia questo fatto. E' come se il suo intervento consistesse nello scomporre l'immagine antica per individuarne le componenti essenziali strutturali. Per ritrovarle poi nella realtà attuale, grazie alla capacità rivelatrice della fotografia.
Queste immagini, ritrovate nel sovraffollato universo visivo contemporaneo, colte tra le innumerevoli che si susseguono ed accavallano nel traffico veloce della vita quotidiana, si rivelano vivide e chiare quanto quelle di un tempo. Ma è solo il riferimento ai capolavori del passato a far sì che si discostino dal loro sfondo acquistando autonomia.
E' sull'esperienza sensibile che viviamo ogni giorno, sugli aspetti visivi della nostra esistenza che si fonda buona parte dell'attività del nostro cervello.
Ritrovare dunque, per caso ma non proprio, nella realtà che viviamo quotidianamente le immagini del passato, i capolavori che la storia dell'arte ha tramandato è un modo per alterare il nostro orizzonte d'azione quotidiano, per vedere nuovamente il mondo. Ma per poterlo fare occorre un occhio predisposto.
(Gabi Scardi)
Inaugurazione:
sabato 25 novembre, ore 18.
Orario:
tutti i giorni, dalle 16 alle 19, escluso festivi e lunedi'.
Galleria Placentia Arte - via Scalabrini 116 - Piacenza - Tel: 0523 332414