Black Country. Nella serie qui presentata, del 1997, l'artista esce dal chiuso delle stanze per avventurarsi negli immediati dintorni, presentando un desolato repertorio di quelli che si dicono i non-luoghi di tutte le periferie del mondo. Nel 2003 Billingham e' ritornato sui medesimi temi piazzando l'obiettivo fotografico nell'oscurita' notturna; al posto della luce solare si accendono le luci artificiali che danno alla vegetazione e ai muri sbrecciati delle case un alone magico.
Black Country
E' sorprendente notare come basti poco, ad un artista autentico, per mutare interamente volto e raggiungere nuovi traguardi. In una metà di opere di questa mostra l'inglese Richard Billingham (1970, Cradley Heat) ci si presenta secondo l'aspetto che l'ha reso famoso e che ne fa una delle stelle internazionali dell'obiettivo fotografico usato come tagliente strumento per indagini quasi di sapore sociologico. Sono ben note le sue ricognizioni condotte su un interno di classe operaia, che poi altro non è se non il contesto familiare in cui Billingham è nato e cresciuto. Ho avuto l'enorme piacere di esporre una selezione di queste foto giustamente celebri nella rassegna "Officina Europa", del 1999. Nella serie qui presentata, del 1997, a dire il vero l'artista esce dal chiuso delle stanze per avventurarsi negli immediati dintorni, ma non cambia il referto sociologico che ne viene: sono squallidi giardinetti di periferia, sulle cui panchine potrebbero prendere tristemente posto dei poveri pensionati; o sono piccoli fazzoletti di verde dove un'infanzia negata alle vacanze potrebbe riempire le ore del tempo libero con qualche modesto gioco a palla. E' insomma un desolato repertorio di quelli che si dicono i "terrains vagues" o i "non-lieux" di tutte le periferie del mondo.
Ma poi, nel 2003, Billingham è ritornato sui medesimi temi, piazzando però l'obiettivo fotografico nell'oscurità notturna, il che dà fascino, mistero, perfino brivi di terrore a quei luoghi, altrimenti così squallidi nella loro modesta consistenza. Al posto della luce solare si accendono le luci artificiali dando alla vegetazione e ai muri sbrecciati delle case un alone magico, come se una fata turchina li avesse toccati con la sua bacchetta incantata; e dalle porte divenute a un tratto maestose potrebbe uscire qualche mostro, un vampiro minaccioso e aggressivo, un "serial killer". Ma perché voler pensare al male, e non immaginare invece che, favorito da quell'oscurità , un angelo sia sceso dal cielo, avvolto in una nube luminosa che lo rende simile a un albero di Natale? Vorrei tanto che il pubblico di lingua inglese potesse conoscere un saggio steso, vent'anni fa, da due nostri studiosi, Claudio Marra e Francesca Alinovi, quest'ultima ahimé scomparsa poco dopo. Il suo titolo è "Fotografia: rivelazione o illusione?". Richard Billingham, nella doppia serie con cui qui si presenta, esemplifica a meraviglia quest'anima bipolare in cui si concentrano le migliori virtù di un mezzo ormai dominante.
Renato Barilli
Immagine: Untitled n.8 Black Country 2003 colour lightjet print, 111 x 126 cm .
Galleria Marabini
Vicolo della Neve 5
Bologna
Orario di apertura della Galleria: dal Martedi al Sabato dalle 10,30 alle 13 e dalle 15 alle 19.