Diverse sedi
Bolzano

Transart05
dal 14/9/2005 al 9/10/2005
WEB
Segnalato da

Transart




 
calendario eventi  :: 




14/9/2005

Transart05

Diverse sedi, Bolzano

Il gusto del contemporaneo. Il programma del festival, che si svolge in diverse citta' del Trentino Alto Adige, prospetta un paesaggio simile ad una mappa geografica creativa che fa della musica contemporanea il suo centro... per poi diffonderla verso i confini di territori diversi e lontani e sconfinare nei territori di arte, video, teatro. In programma anche la presentazione del ciclo Cremaster, di Matthew Barney e una ricognizione del panorama artistico londinese: Video Art from London.


comunicato stampa

Il gusto del contemporaneo

Brunico/San Lorenzo - Castelbello - Merano - Bolzano - Trento - Rovereto

Transart è cultura contemporanea per tutti quelli che vogliono capire l'essenza della nostra epoca. Alla sua quinta edizione il programma del festival prospetta un paesaggio molto diversificato, simile ad una mappa geografica creativa che fa della musica contemporanea il suo centro... per poi diffonderla verso i confini di territori diversi e lontani.
La musica contemporanea classica occupa il nucleo centrale del festival.
Con il concerto inaugurale, che avrà luogo all'ormai celebre Officina FS di Bolzano, sale per la prima volta sul palcocenico di Transart l'Orchestra Haydn, orgoglio musicale del territorio. Sotto la guida del direttore Johannes Kalitzke verranno eseguite le opere di due tra i migliori compositori della nuova generazione: Bernard Lang, allievo di Vinko Globokar e grande conoscitore del repertorio contemporaneo e il giovane talento cino-venezuelano Jorge Sánchez Chiong. Lang presenta “DW 8”, opera per Orchestra sinfonica e giradischi- dove DW sta per Differenz / differenza e Wiederholung / ripetizione - pezzo che traduce su pentagramma le tecniche di loop proprie di compositori di musica elettronica, dj o videomaker per sottoporle poi ad una orchestra sinfonica (PI). Segue, in prima mondiale, l'esecuzione della nuova versione di “trapos / Catwalk en Guantánamo” opera per orchestra, giradischi ed elettronica: il giovane talento, che da un paio d’anni non manca di stupire le platee internazionali, propone una piece dove la tradizione orchestrale sconfina nell’elettronica e nel teatrale. Ancora nella traiettoria del classico contemporaneo sarà il concerto del quartetto d'archi britannico Arditti. Fondato da Irvine Arditti nel 1974, il quartetto ha acquisito una reputazione mondiale nell'esecuzione del repertorio contemporaneo, lavorando a diretto contatto con ogni compositore di cui ha eseguito la musica: questa pratica è la matrice fondamentale del processo interpretativo che li ha portati alla fama; in questa occasione eseguiranno “Fragmente – Stille an Diotima” di Luigi Nono, che trae ispirazione da poesie di Hölderlin, e il “Quartet N.4” del compositore inglese Jonathan Harvey, eseguito in collaborazione con gli ingegneri del suono dell'IRCAM.
Se con una mostra a Museion – Museo d'arte moderna e contemporanea di Bolzano - si celebra “La percezione dell'orizzontale”, con un concerto transart05 ripropone in musica lo stesso concetto: questo il motivo conduttore del programma della serata dove opere di Morton Feldman, Steve Reich, Felix Resch (PM) e Arnaldo de Felice (PM) vengono eseguite da Latvian Radio Choir, uno dei cori da camera più conosciuti dall'Est europeo, e dal quartetto Rigas Kamermuziki... il tutto sotto la direzione di Kaspars Putnins.
E ancora musica con l'apoteosi di Frank Zappa eseguita da Absolute Ensemble, che propone la tradizione rock reinterpretata in chiave contemporanea classica; mentre un DJ meeting con i più illustri esponenti del genere celebra la cultura elettronica adirittura con un ospite d’eccezione come Darren Price degli Underworld. Ritorna su grande richiesta del pubblico Dj Spooky con la sua elettronica sofisticata che non dimentica le origini afroamericane, questa volta però non come solista, bensì affiancato da The Next Step, gruppo di percussionisti tirolesi. Un altro gradito ritorno è quello del compositore di musica noise Tetsuo Furudate, accompagnato dal light designer Achim Wollscheid: insieme hanno accettato la sfida di suonare nella sala turbine di una centrale idroelettrica, dove persiste un rumore residente di 80 decibel.
E poi si giunge agli sconfinamenti: tra video arte e cinema si colloca l’eccezionale presentazione del ciclo Cremaster, opera dell'artista americano più acclamato degli ultimi dieci anni, il genio visionario Matthew Barney. “The Cremaster Cycle” è un’ibridazione grandiosa, sia narrativa sia simbolico-allegorica, di video arte e cinema sperimentale: i 5 episodi della saga filmica verranno presentati al Filmclub di Bolzano e al MART di Rovereto. In questo genere trova spazio anche l'ideazione di una rassegna di video arte che presenta la produzione inedita di giovani artisti del settore direttamente da Londra curata da Paolo Plotegher.
Sonorità elettroniche e suggestioni visuali saranno i codici interpretativi di due prime italiane presentate a Brunico in collaborazione con l'Elektra Festival di Montreal, Canada. E' il caso di Purform, duo composto dagli artisti canadesi Alain Thibault e Yan Breuleux, che presentano il progetto “Black Box”, una sorta di traduzione in immagini e musica del caos cibernetico antecedente all’avvento della comunicazione globale. E ancora Jean Pichè con una serie di “cortometraggi sonori”, presentati sotto forma di trittico. Sempre sulla scia dell’innovazione e della ricerca nel campo della videomusic si colloca la performance di SKOLTZ_KOLGEN, che presenta, ancora una volta a Brunico, l’ormai celebre “Flůux:/terminal”, lavoro volto ad indagare le strette connessioni tra espressione visiva e impulso musicale, di recente vincitore del premio Ars electronica di Linz.
In nome del Teatro - in collaborazione con La Biennale di Venezia, 37° Festival di Teatro -, una ricerca che presenta due progetti esemplificativi di quel teatro nascosto che scende ad indagare fino alle fondamenta della filosofia della rappresentazione dei giorni nostri.
“Weather Report”, teatro di presenze incorporee e sonore, è un pezzo dedicato all'ascolto di differenti sistemi climatici - dall'Africa equatoriale ai ghiacci polari - esplorati, sondati, indagati dall'inglese Chris Watson. Un progetto specificamente teatrale, concepito attraverso una rappresentazione drammatica delle presenze in forma di suono. “Physical Interrogation Techniques” del compositore e artista svedese Carl Michael Von Hausswolff è l'estensione di una voce protagonista -diretta e stentorea, apatica e dura - che recita brani tratti dal manuale di istruzione “Physical Interrogation Techniques “di Richard W. Krousher, ispirato alle regole di interrogatorio della CIA, per strappare informazioni attraverso metodi di tortura. Von Hausswolff porta lo spettacolo all'interno del pubblico, e, attraverso la miscela delle frequenze, rappresenta l'efficacia teatrale della politica che ha per oggetto la "verità".
Metafora ideale che riassume la filosofia del festival è l'opera totale “Angel of Death”, frutto del genio versatile di Jan Fabre, dove si fondono in un dialogo incessante le principali arti: musica, performance dal vivo, immagini, video, danza e recitazione.
È sempre la musica a chiudere il festival, con un dionisiaco omaggio a Platone! Sette ore di musica e degustazione di vini eseguite in otto parti da Klangforum Wien, sulle musiche di Donatoni, Sciarrino, Haas, Xenakis, Ablinger e molti altri compositori contemporanei.
Novità del 2005 è, infine, play_transart, programma per bambini con una sinfonia degli oggetti abbandonati, eseguita da Max Vandervost, oltre ad una versione in chiave tirolese dell'opera “Pierino e il Lupo” eseguita da Swarovski Musik Wattens, ed un interessante progetto di Stump-Linshalm che eseguono il “Tierkreis” di Karlheinz Stockhausen in versione per bambini.

Transart05 è in rete con: Elektra Festival/ Canada. Filmclub/ Bolzano. Fondazione Nuovo Teatro/ Bolzano. Klangspuren/ Innsbruck. La Biennale Teatro/ Venezia. Mart/ Trento e Rovereto. Museion/ Bolzano. Museo Gianni Caproni. Aeronautica, Scienza e Innovazione/ Trento. Orchestra Haydn/ Bolzano.

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Una delle novità del programma 2005 di Transart è un festival parallelo interamente dedicato ai bambini.
Se per il bambino fin dai primi mesi di vita il suono è un elemento giocoso, oggi Transart vuole affrontare questa nuova frontiera dell'educazione musicale con creatività e innovazione.
play_transart05 sarà un viaggio alla scoperta dei suoni e delle loro possibilità espressive, risvegliando e attivando emozioni basilari per restituirle ad un tipo di fascinazione musicale che ha radici antiche. I rumori ed i suoni, le melodie di qui e i ritmi di altrove, fanno parte di un immenso vocabolario planetario...
... e così tra Merano, Brunico e Bolzano si potrà compiere questo interessante viaggio nell'inventiva con Max Vandervost, giocoliere e compositore, che riesce a trasformare oggetti entrati a far parte del nostro quotidiano in portentosi strumenti teatrali e musicali. Con stupefacenti risultati di straordinaria creatività, sicuro divertimento e qualità eccezionale. La musica originale e pura che riesce a tirare fuori Vandervost da bottiglie di plastica e altri oggetti/ spazzatura è incredibile. Un suono limpido e pulito accompagnato da percussioni che fanno miracoli. Ritmi africani, caraibici, aborigini, melodie orientali, clezmer, classica, lui con il trash riesce a suonare tutta la musica più attuale del pianeta.
Ci riporta alle origini della tradizione nostrana, invece, la versione proposta dalla Swaroski Musik Wattens dell'opera “Pierino e il Lupo” di S. Prokofiev, riadattata per una banda musicale di fiati tipica tirolese... conduce Franz Schieferer, direttore da sempre impegnato a sperimentare con la sua banda nuovi terreni musicali.
Appuntamento principale di play_transart05 sono i due pomeriggi presso Thuniversum a Bolzano, dove verrà presentata l'opera “Tierkreis für Kinder” di Karlheinz Stockhausen, eseguita in a versione profondamente giocosa e gioiosa per due clarinetti, armonica e voce narrante dal duo Stump-Linshalm. L'opera di per sè dimostra il vitalismo incessante dell'autore tedesco teso costantemente verso l'esplorazione di mondi sempre nuovi: attarverso la sua colorata composizione stimola l'immaginario infantile evocando immagini di mondi paralleli. L'interpretazione del duo austriaco da vita ad un vero "eden" sonoro che i bambini vivono attivamente e in totale libertà: perchè la musica è prima di tutto invenzione, gioco e scambio.
In fondo la musica è proprio un gioco da ragazzi...

L'intero programma è realizzabile grazie al generoso sostegno di Thuniversum

In collaborazione con: Intendenza scolastica tedesca. Intendenza scolastica italiana, Provincia Autonoma di Bolzano.

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TRANSART _Praeludium
VAL. Video Art from London . Recent Outcomes
A cura di Paolo Plotegher/ R.O.T.F.L.

VAL_ opening > videoart
15.09 Bolzano . Goethe2. via Cappuccini 28. ore 19
15.09 – 30.09. ore 15 – 19
VAL_allsopp&weir > installazione

15.09. – 09.10. all’inizio di ogni spettacolo
VAL. Video Art from London . Recent Outcomes. curated by Paolo Plotegher/ R.O.T.F.L.
allsopp&weir. Yara El-Sherbini . William Hunt. Karin Ludmann. Flávia Müller Medeiros . Beltran Obregon. Palmgren & Hughes. Lena Pomford . Tobias Sjöberg. Richard T. Walker

VAL è una ricognizione del panorama artistico londinese strettamente circoscritta a artisti della generazione emergente che operano con il video come medium preferenziale. Paolo Plotegher, critico e curatore che vive e lavora a Londra, presenta nove artisti che si misurano con questo mezzo espressivo: una pluralità di autori che non condividono ispirazione o intenzioni artistiche, ma che sono accomunati da una fascinazione patologica per l'estetica dai mille risvolti che offre il medium elettronico.

VAL, VideoArt from London

I video di VAL, Video Art from London, operano spesso sullo stesso terreno di attraversamento di generi e categorie promosso da Transart, dando spazio a contaminazioni tra quelle che sono considerate discipline separate. L’interesse per il corpo in movimento e’ cruciale in allsopp&weir, che in “AWWWOA” (And Whilst We Where On Air) lavorano con la voce come passaggio di aria attraverso i corpi, come eccesso corporale che produce velocita’ diverse, in una successione “mozzafiato” di respiri e sospiri di presentatori della BBC. In “Fly No Fly Zone” una videocamera CCTV fissata su un aquilone, riprende vorticando su se stessa un gruppo di persone che paiono fuggire incalzate inesorabilmente, ma che attraverso lo stesso movimento si riappropriano, con l’aquilone, di porzioni di cielo interdette al volo dal controllo militare. La serie “Choreography/Choreomania” esplora un’idea di “danza” non danzata, ovvero non agita dal soggetto, un complesso di forze che muovono il corpo secondo coreografie spesso imprevedibili e non consequenziali.
Le performance di William Hunt producono una figura di musicista tenace e caparbio, che sottopone il proprio corpo a dure prove fisiche, con l’intento di fare della propria musica un'arte per la quale il pubblico e le sue risposte diventano imprescindibili. In “Rodeo/Radio” l’artista e’ impegnato a suonare una canzone folk con chitarra e fisarmonica, usando come precario e instabile "palco" un enorme vinile in rapido movimento. In “Don't give me money it's not what I want from you” l’artista/musicista, sempre accompagnato da una chitarra, canta una canzone di protesta con il corpo capovolto e la testa in un secchio, mentre “The impotence of radicalism in the face of all these extreme positions” lo vede impegnato in una performance ancora a testa in giu’, e con il corpo pericolosamente sospeso a due metri dal suolo.
Richard T. Walker spesso compone da se’ la musica per i propri video, che riproducono con ironia il desiderio della tradizione romantica inglese di costruire una relazione con la natura, una natura sublimemente infinita e insieme drasticamente umanizzata dall’artista. Alberi innevati e ampie vallate sono in “It’s hard to face that open space, Successive Unconceivable Events e Awaiting Imagery” interlocutori muti e impassibili all’espressione dei contrastanti sentimenti dell’artista. La musica in questo caso diventa, assieme ai dialoghi-monologhi dell'autore, lo strumento del “drammatico” tentativo di relazionarsi con la Natura.
In “Balaclava Ballroom” di Helena Pomford, una serie di riprese di un gara di ballo della terza eta' in un centro cittadino nel sud di Londra si affianca a un’intervista agli stessi “ballerini”, muniti ora di passamontagna nero, condotta da un'intervistatrice (l’artista?) che cela anch'essa dietro una balaclava la propria (multipla) identita’. La discussione verte attorno ai passamontagna e alla loro funzione, dischiudendo inaspettate possibilita’ per uno “strumento” qui reinserito in un contesto radicalmente differente da quello di provenienza.
In “Hookah” Yara El-Sherbini canta canzoni pop nel salotto di casa sua, ballando alternativamente con un narghile' e con una pistola al posto del microfono, completamente coperta da un velo nero islamico. In “A Demonstration”, questa volta in abiti europei, Yara insegna agli spettatori come costruire carpet-bombs, bombe non esplosive fatte di tappeti, giocando anche qui tra stereotipi assegnati alla cultura mediorientale, spesso frettolosamente associata al terrorismo dall'opinione pubblica, e linguaggi occidentali, come quello di certi programmi televisivi, o della musica pop stile Britney Spears.
Palmgren and Hughes presentano “Flamingo Road”, una serie di video che sono il risultato di interviste realizzate in una shelter house in Flamingo Rd., nel quartiere londinese di Hackney. La shelter house e’ un’alternativa alla casa di riposo messa a disposizione dallo stato britannico, serie di miniappartamenti con una sala comune per la ricreazione, dove agli abitanti e’ garantita una certa indipendenza ed insieme un’assistenza di base. Le artiste interrogano gli anziani sui temi dell'abitare, e sui desideri ad esso connessi, creando una sorta di videoclip musicali che adottano come colonna sonora canzoni selzionate dagli stessi intervistati.
Le musiche di Bach fanno da sottofondo in “Supraneed”, di Beltran Obregon, dove una “carrellata” (in entrambi i sensi) all’interno di un supermercato londinese, trasforma gli scaffali in traiettorie ascendenti di volo, e i prodotti di consumo in seducenti colori a diverse gradazioni di velocita'. Ritroviamo le tematiche del volo e dell’ascensione anche in “Terra Incognita”, dove gli spazi aperti cessano inaspettatamente di essere “terra sotto i piedi” ed il corpo, non visto ma percepito, fluttua in una sospensione che genera un rapporto differenziato con la superficie del paesaggio.
Il lavoro di Tobias Sjöberg si focalizza sul rapporto instaurato, o il contatto prodotto, spesso eventuale e temporaneo ed insieme impalpabile e intenso, con persone “trovate”, quelle che lo circondano, come la madre in “I think it’s very beautiful to see my mum singing Barabara Streisand, and that they even look a bit like each other”, e quelle incontrate per caso, come i joggers nel parco sotto casa di “The Runner Project” a cui, adattando per qualche minuto il proprio passo, l'artista chiede dove stiano andando.
I video di Karin Ludmann potrebbero essere letti come un’apoteosi casalinga e dai toni ironici dell'arte come creazione di meraviglie e dell’artista come (folle?) manipolatore della natura. In “Cultivated Plants” le punte degli alberi di un viale sparano colpi di pistola in cielo, mentre una balla di fieno in “Bales of Straw” rotola da sola fuori campo. In “Earshaking” l’artista si fa artefice di mutazioni biologiche, anche qui “casalinghe”, ideando un apparato per far sventolare le orecchie.
Nel video “Failed, Emergent, Young”, dal menu interattivo che lascia al pubblico la scelta di cosa e come vedere, Flávia Müller Medeiros raccoglie numerose interviste con curatori piu’ o meno famosi, da Nicolas Bourriaud a Lisa Le Feuvre, chiedendo la spiegazione di tre aggettivi particolarmente in voga oggi tra la critica per definire e categorizzare gli artisti: mancato, emergente e giovane. Piu’ ancora quasi che le definizioni fornite e’ interessante tutta quella serie di reazioni non discorsive che il tentativo di definire le tre categorie provoca: sorrisi e pause di silenzio, schiarite di voce e profusioni di parole.
Paolo Plotegher

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Per ulteriori informazioni - Ufficio stampa:
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