Diverse sedi
Roma

Mario Ridolfi
dal 3/10/2005 al 7/12/2005

Segnalato da

Ilaria Loquenzi




 
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3/10/2005

Mario Ridolfi

Diverse sedi, Roma

L'esposizione si articola lungo un itinerario cronologico - dagli anni Venti al 1984, anno della morte di Ridolfi - all'interno del quale vengono evidenziati alcuni dei nodi tematici piu' rilevanti dell'opera dell'architetto. In mostra: disegni, modelli originali o ricostruiti, rivisitazioni virtuali, filmati e fotografie d'epoca. La mostra si svolge presso l'Accademia Nazionale di San Luca e l'Istituto Nazionale per la Grafica


comunicato stampa

Personale

A cura di Enrico Valeriani

La mostra dedicata all'opera di Mario Ridolfi si inserisce nel quadro delle manifestazioni organizzate dal Comitato per le celebrazioni del centenario della sua nascita, promosso dall’ Accademia Nazionale di San Luca, dalla DARC - Direzione generale per l’Arte e l’Architettura Contemporanee del Ministero per i Beni e le Attività culturali e dall’Istituto Nazionale per la Grafica.

Come prima manifestazione, si è tenuto il Convegno di Studi (Roma-Terni, 9 e 10 dicembre 2004). Gli atti, pubblicati dalla Casa Editrice Electa, verranno presentati nel corso della mostra.

Nel 2006, sempre a cura della Casa Editrice Electa, verrà pubblicato il volume di studi che concluderà la serie delle onoranze promosse dal Comitato.

La mostra, a cura di Enrico Valeriani, si articola lungo un itinerario cronologico - dagli anni Venti al 1984, anno della morte di Ridolfi - all’interno del quale vengono evidenziati alcuni dei nodi tematici più rilevanti dell’ opera di Mario Ridolfi e della sua maniera di intendere il “mestiere” dell’architetto.

Attraverso una ricca scelta di disegni originali, alcuni inediti, con materiali provenienti in massima parte dal Fondo Ridolfi-Frankl-Malagricci dell’Accademia Nazionale di San Luca, l’esposizione illustra il percorso intellettuale del Maestro: dagli inizi del razionalismo italiano, alla fine degli anni venti, ai concorsi di architettura (l’ufficio postale di piazza Bologna, 1932-34); dall’esperienza della cultura tecnica tedesca dovuta alla collaborazione con Wolfgang Frankl , alla riflessione sul tema delle abitazioni, in particolare durante la guerra, fino alla compilazione delle tavole tecniche di uso corrente nello studio professionale (che comprenderà, oltre a Ridolfi e Frankl, anche Domenico Malagricci) al Manuale dell’architetto del 1946; dal progetto per la stazione Termini, della fine degli anni quaranta, al tema della ricostruzione; dai progetti residenziali per l’UNRRA Casas e per l’INA Casa negli anni Cinquanta a quelli per edifici pubblici, come le carceri di Nuoro e l’Asilo Olivetti a Ivrea.

A partire dagli anni cinquanta Ridolfi lavora sempre di più a Terni, dove aveva già progettato il piano regolatore. Si dedica in questo periodo alla realizzazione di numerose case di abitazione, fino al cosiddetto “ciclo delle Marmore”, una serie di progetti sempre più intensi e attenti alle forme della tradizione e che possiamo esemplificare in Casa Lina, un progetto del 1964 e realizzato negli anni 1966-67.

La mostra si conclude con gli ultimi progetti non realizzati, da quello per il Motel Agip di Settebagni, del 1968-69, all’ampliamento del Municipio di Terni, 1978- 1992.

La mostra si avvale, oltre che dei disegni conservati nell’Archivio dell’Accademia Nazionale di San Luca, di modelli originali o ricostruiti a cura delle Facoltà di Architettura italiane, di rivisitazioni virtuali, di filmati e fotografie d’epoca, di fotografie “d’autore” eseguite nel tempo (da Paolo Portoghesi e da Maurizio Di Puolo) o richieste per l’occasione a Mario Ciampi, Andrea Jemolo, Franco Mapelli, Silvia Massotti.

Cenni biografici su Ridolfi

L'architetto romano, in una lunga carriera professionale, ha avuto un ruolo spesso centrale nelle vicende delll'architettura italiana del Novecento.

Dalle prime esperienze della formazione svolte nell'ambito della cultura accademica romana degli anni Venti, passando per una breve stagione nella quale prevalgono i riferimenti ad una forma tutta romana di novecentismo, fino all'approdo e al confronto con il linguaggio e le metodologie razionaliste nei primi anni Trenta, Ridolfi ha interpretato in modo originale gli stimoli che gli venivano dal contesto nazionale ed internazionale.

La sua fortuna critica ha avuto momenti alternanti: riconosciuto come protagonista centrale negli anni della Ricostruzione, quando il suo progetto per il completamento della Stazione Termini e la sua intensa attività nel quadro del programma INA-Casa, confermano alcune delle tematiche già affrontate nel decennio precedente, la sua figura diventa una sorta di simbolo che raccoglie tutte le contraddizioni di una Italia coinvolta da un troppo rapido sviluppo.

Negli anni Cinquanta la sua opera è pubblicata in modo esteso dalle riviste italiane ed internazionali, ma con il procedere del tempo si assiste progressivamente ad una sua emarginazione, ad una sorta di giubilazione precoce, che lo rinchiude sempre più, anche ad opera dei suoi ammiratori, in una dimensione mitica, che lo identifica di fatto con il Manuale dell'architetto e con la splendida produzione grafica relativa ai disegni esecutivi.

Questo sarà superato all'inizio degli anni '70 con nuovi studi, promossi in particolare da Paolo Portoghesi con due numeri monografici della rivista "Controspazio" e, nel 1979 con una mostra monografica a Terni, seguirà di lì a poco l'invito a partecipare, in un certo senso a prefare, la provocatoria prima Mostra Internazionale di Venezia del 1980 che con il titolo "La presenza del passato" dichiarava riaperto il recupero della tradizione nel processo di progettazione.

Ridolfi aveva sempre operato in questa dimensione di sintesi tra le esigenze del presente e la sapienza del progettare storico: coniugando le raffinate riflessioni sul linguaggio razionalista di alcune sue opere degli anni Trenta con il sapiente controllo della forma che solo apparentemente lo avvicina ad una cultura espressionista, trova le proprie radici nella capacità di scardinare convenzioni formali obsolete per sostituirle con altre più vitali che lo avvicinano di più alle esperienze borrominiane che non a quelle dell'Espressionismo storico.

Razionalismo ed organicità sono i due termini tra i quali l'opera di Ridolfi si colloca non come ostaggio di una o dell'altra cultura, ma piuttosto con l'idea di razionalizzare fino all'estrema analisi un settore che, come quello della costruzione, portava con sé, insieme alle certezze secolari anche i cascami e le resistenze di un sistema arcaico.

E' in questo senso che le centinaia di tavole di particolari cosruttivi, spesso disegnati da Ridolfi e da coloro che con lui hanno lungamente collaborato, primi tra tutti Volfgang Frankl e Domenico Malagricci, con una foga ai limiti dell'ossessione, più che come limite estremo di un furor grafico, vanno interpretate come base per la formazione di una manuale esteso della costruzione.

Il filtro che la maggior parte della storiografia ha utilizzato per collocare la sua operica nellla prospettiva storica è stato in realtà distorcente, in quanto privilegiando una lettura ormai "mitica" del Ridolfi disegnatore, ne ha quasi dimenticato la dura, concreta, sapiente capacità di controllare, grazie al disegno la qualità del'architettura reale.

Inaugurazione: 4 ottobre 2005, ore 18.OO

Accademia Nazionale di San Luca
Piazza dell’Accademia di San Luca 77- Roma
tel. 06 6798848; 6798850

Istituto Nazionale per la Grafica
Via della Stamperia 6 – Roma
tel. 06 69980238

Orari: dal lunedì al sabato, dalle 10.00 alle 19.00

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