Villa Manin
Codroipo (UD)
piazza Manin, 10 (frazione Passariano)
0432 821211 FAX 0432 908387
WEB
Monika Bulaj
dal 10/10/2005 al 12/11/2005
0432 906509 FAX 0432 908387
WEB
Segnalato da

Rosella Pisciotta



approfondimenti

Monika Bulaj
Paolo Rumiz



 
calendario eventi  :: 




10/10/2005

Monika Bulaj

Villa Manin, Codroipo (UD)

Dove gli dei si parlano. Con il suo lavoro fotografico l'artista cerca le frontiere interne e immateriali delle fedi. Compie un viaggio parallelo, esplora i territori di coabitazione tra monoteismi. Esplora con un occhio critico e dissacrante quei mondi in bilico fra cristanesimo, islam e ebraismo, cattolicesimo e ortodossia.


comunicato stampa

Dove gli dei si parlano

Viaggio fotografico nelle frontiere interne, immateriali di mondi in bilico tra cristianesimo, islam ed ebraismo, cattolicesimo e ortodossia.

La mostra è organizzata nell'ambito del Convegno della Società Italiana delle Letterate (11 e 12 novembre 2005) e manifestazioni collaterali (ottobre-novembre 2005) sul tema "Sconfinamenti. Confini, passaggi, soglie nella scrittura delle donne" in collaborazione con Villa Manin-Centro di Arte Contemporanea del Friuli-Venezia Giulia.

Polacca e viaggiatrice come Kapuscinski, Mickiewicz, Potocki e - perché no - Wojtyla, anche lei insegue voci deboli, cerca periferie, microcosmi dimenticati dalla storia. Racconta come pochi le terre di nessuno, sospese tra luce e ombra, monoteismo e superstizione, Occidente e Oriente.

Viaggia leggera, veloce come un'oca selvatica. Dorme sotto le stelle, mangia quando capita, ha la resistenza di un guerrigliero afghano. Cerca in Iran e sul Baltico, traversa Caucaso e Carpazi lungo piste da bracconieri. Riempie taccuini di una scrittura minuta, fotografa con gli occhi prima che con la macchina. Un lampo blu che cattura, addomestica, trova l'anima delle cose." (Paolo Rumiz)

Con questa mostra Monika Bulaj cerca le frontiere interne, immateriali, delle fedi. Compie un viaggio parallelo, esplora i territori franchi di coabitazione tra monoteismi. Mondi in bilico fra cristanesimo, islam e ebraismo, cattolicesimo e ortodossia.

Per gli stereotipi che rompe, questo viaggio nel sacro di Monika Bulaj è forse la cosa più dissacrante che ci sia. Ci mostra musulmani che festeggiano il sabat, ebrei che leggono il Corano, musulmane che segnano la croce sul pane prima di metterlo in forno e quelle che pregano la Madonna, cristiani che pregano gli alberi e la luna e sgozzano le capre nei templi, feste della fertilità cui accorrono islamici e cristiani, sciiti che festeggiano con i sunniti l'apertura delle moschee.

Ma anche l'orizzonte fisico si amplia, va molto oltre il mondo carpatico, si spinge lontano, in una nebulosa di luoghi ignorati, arriva ai confini del Mar Caspio, scende lungo il Bosforo, si addentra nella Istanbul più segreta, risale sui monti della Bulgaria dove suonano le zampogne, si perde tra Tibisco e Danubio nella terra dove vivono gli zingari narrati dai film di Kusturica, risale a Nord verso l'Ucraina occidentale, nei monasteri dove sopravvive l'ortodossia più antica, più passionale, più radicata al grembo della grande madre Russia.

Luoghi di fede passionale, mistica. Centri di resistenza quasi clandestina contro l'aggressione dei pensieri unici e delle intolleranze. Mondi viscerali, nemici dei dogmi e delle gererchie, ma anche straordinari anticorpi allo scontro tra fondamentalismi.

Chi è

Monika Bulaj, fotografa, antropologa e scrittrice polacca, vive a Bergamo. Pubblica reportage, abbinando in modo tutto suo immagine e racconto.

Sul giornale di Ryszard Kapuscinski, la Gazeta Wyborcza, sui settimanali a colori del Corriere della Sera e di Repubblica, sull'Internazionale. Ha pubblicato "Libya Felix", Bruno Mondadori 2003.

Hanno scritto di lei

«Se avete il sospetto che la fede non stia nelle piazze strapiene o nel marmo delle cattedrali, ma nelle periferie, nei villaggi ai confini dell'impero, allora guardate il lavoro di Monika Bulaj sui microcosmi perduti dell'Est». La Repubblica, Roma

«Le sue foto hanno l'odore della terra umida, dell'incenso, trasmettono la luminescenza dei ceri, riflettono la chiarezza del cielo pannonico. E oggi Monika Bulaj è riconosciuta nell'universo della foto artistica». Le Soir, Bruxelles

«Questa antropologa curiosa, colta e appassionata, viaggia dal Marocco all'Iran su linee di frontiera che non troverete sulle carte, tra ciò che conosciamo e il mondo che rimane nascosto nel cono d'ombra della storia». L'Eco di Bergamo

«Attraversa le frontiere d'Europa per catturare le immagini di una fede bollata come «popolare, folcloristica, esaltata». Un mondo di minoranze che il Muro ci ha impedito di conoscere per lunghi anni e ora rischia di sparire». Il Riformista, Milano

«Il suo lavoro è un'occasione straordinaria di capire che non siamo solo europei, ma che ci sono minoranze culturali e religiose che il Muro tra Est e Ovest ci ha impedito per anni di conoscere». Liberazione, Roma

Immagine: Antiochia

Ingresso libero

Inaugurazione: 11 ottobre ore 18.00

Villa Manin di Passariano - Centro di Arte contemporanea FVG
piazza Manin 10 - Passariano, Codroipo (UD)

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