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Glocal Colours
dal 13/10/2005 al 2/12/2005
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13/10/2005

Glocal Colours

Istituto Italiano di Cultura, Stuttgart

Collettiva. Nove giovani artisti pugliesi mettono a frutto le straordinarie possibilita' offerte dalle nuove tecnologie e rinnovano pratiche collaudate dalla tradizione. Ibridazione dei linguaggi e una peculiare componente ironica accomunano molti lavori in mostra, dove predominano riflessioni sulle contraddizioni del mondo globalizzato.


comunicato stampa

Collettiva

Venerdì 14 ottobre alle ore 19 presso l'Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda (Germania) sarà inaugurata la rassegna intitolata Glocal Colours, curata da Lia De Venere e Antonella Marino e organizzata con il sostegno finanziario dell'Accademia di Belle Arti di Bari.

L'esposizione fa parte del festival Puglia: Perla fra Oriente ed Occidente, un progetto che riunisce una serie di iniziative ­- mostre, convegni, concerti, presentazioni di libri, conferenze - organizzato dall'Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda.

Secondo una tradizione inaugurata nell'ottobre del 2002, l'Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda rivolge infatti due volte l'anno la propria attenzione ad una regione italiana, da far scoprire ed assaporare al pubblico tedesco attraverso manifestazioni di alto livello, vivaci e composite.

Dopo la Sicilia, il Veneto, l'Emilia Romagna, la Campania e la Liguria, quest'anno l'attenzione è stata rivolta alla Puglia, da dove provengono i giovani artisti riuniti nella mostra Glocal Colours, i quali hanno compiuto gli studi presso l'Accademia di Belle Arti di Bari.

E' la prima volta che l'Accademia di Belle Arti di Bari organizza una mostra in un paese straniero ed è significativa la circostanza che ciò avvenga in una regione (il Baden- Wurttemberg) in cui la presenza di italiani è molto consistente.

Glocal colours riunisce nove giovani artisti provenienti dalla Puglia, una regione italiana che è storicamente terra di frontiera, da sempre protesa a guardare verso Oriente, ma anche saldamente ancorata alla cultura occidentale.

Orgogliosi di essere al tempo stesso alla "periferia dell'Impero" e al centro del mondo, all'alternativa forzata tra locale o globale i nostri giovani autori rispondono così con un linguaggio "glocal". Partecipe cioè dei filoni tematici ormai patrimonio comune nella koiné artistica, ma attento a problematiche e modalità espressive legate alle culture d'origine.

Anziché arroccarsi su sterili omologazioni o su anacronistiche rivendicazioni campanilistiche, le loro proposte integrano dunque urgenze epocali planetarie a riferimenti alla propria cultura, mettendo a frutto le straordinarie possibilità offerte dalle nuove tecnologie ma insieme rinnovando con originalità pratiche collaudate dalla tradizione.

Ibridazione dei linguaggi e una peculiare componente ironica accomunano molti lavori in mostra, dove predominano riflessioni sulle contraddizioni del mondo globalizzato: come nella presa in giro di brand famosi negli oggetti fotografati e poi dipinti di Anna Abruzzese; nei ritratti sullo sfondo di una mappa urbana di Mirella Carella, in cui ogni preciso referente topografico è nascosto; nella critica ai comportamenti omologati e alla forte competitività del mondo dell' arte nelle foto pittoriche di Dario Agrimi; nei grotteschi collage di Michele Giangrande, che gioca con gli stereotipi d'un'italianità da esportazione.

Ricorrente è anche il tema dello sdoppiamento, con relative implicazioni identitarie, al centro ad esempio dei divertenti montaggi digitali di Cristiano De Gaetano.

Mentre commistioni tra fiction, iconografia sacra, tradizioni popolari e storia dell'arte si ritrovano in modi diversi nella favola modificata con una punta di cinismo da Giuseppe Colonna; nei soggetti d'assonanza religiosa - ma con implicazioni di carattere psicanalitico - realizzati con pittura e ricamo da Francesco Ferruccio; nei riferimenti alla credenza salentina del tarantismo resi con un disegno sintetico ma al tempo stesso pregnante da Giuseppe Teofilo o nella parabola sulle dipendenze di Nicola Vinci, che nei suoi set fotografici mette in frizione un contesto domestico dal sapore meridionale con un' atmosfera sacrale senza nome e senza luogo.

La mostra si avvale della collaborazione di alcune aziende pugliesi - Luigi e Michele Battista Torrefazione Caffé, Pasta Divella, Azienda Vinicola Rivera.

In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo con un testo delle curatrici, foto a colori delle opere e brevi note biografiche sugli artisti.

Inaugurazione: 14 ottobre, ore 19

Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda - Stuttgart
Orari: lunedì martedì, mercoledì 15:00-18:00; giovedì 10-13 a richiesta su appuntamento; festivi chiuso

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