Galleria 18
Bologna
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'Art in deep endence'
dal 28/10/2005 al 10/11/2005
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Segnalato da

Erika Zini




 
calendario eventi  :: 




28/10/2005

'Art in deep endence'

Galleria 18, Bologna

Collettiva. In mostra le opere di 26 artisti che hanno caratteristiche e stili molto diversi tra loro, ma anche un comune denominatore: l'uomo come attore e spettatore di un mondo in disordine e l'arte come antidoto per riconquistare il senso vero della vita.


comunicato stampa

Collettiva

26 artisti provenienti da tutt'Italia si riunisco a Bologna per questa grande mostra che inaugura sabato 29 ottobre alla Galleria d'Arte 18, uno degli spazi più creativi e originali del capoluogo emiliano-romagnolo.

Due settimane nelle quali Bologna ospiterà più di un insieme di quadri; due settimane in cui toccare con mano le trasformazioni nei costumi e nelle culture degli ultimi anni. Metamorfosi che tocca da vicino la sensibilità degli artisti che per natura costituiscono un campanello d'allarme tarato sui cambiamenti del mondo. Artisti come archeologi, quindi, che scavano nel profondo di sé per trovare una risposta ai ciclici momenti di crisi e di malessere che condizionano ogni campo d'esperienza di una società, di una civiltà.

Visitare questa mostra sarà un esperienza sensoriale che permetterà di calarsi nel profondo della coscienza umana attraverso una delle arti più rappresentative del modo di essere di ognuno di noi.

Essere presenti alla mostra vuol dire entrare fare parte di un universo sommerso, un mondo artistico post-moderno, dove l'arte diviene forza visiva di un pensiero. La collettiva esprime un momento di ricerca, di studio, di approfondimento di giovani artisti, che ripropone il concetto di opera aperta. Perché questa è la vera arte, qualcosa che interpreta tutti, che è di tutti, l'arte che non è solo identità di un epoca, ma espressione universale.

Potrete notare che gli artisti che espongono hanno caratteristiche e stili molto diversi tra loro, ma un comune denominatore c'è: l'uomo, come attore e spettatore di un mondo in disordine e l'arte come antidoto per riconquistare il senso vero della vita.

GLI ARTISTI IN MOSTRA (in ordine alfabetico):

1.. ARMENTANO GERMANA
Negli ultimi anni, il lavoro di Germana Armentano è centrato sullo studio del nudo femminile e del figurativo in genere, sperimentando nuove tecniche. Armentano scandaglia l'animo umano in tutte le sue sfumature emotive e ne fissa fotograficamente sulla tela un particolare, ma non è mai un approdo sereno, razionale, confortante, sono sempre tese all'ineffabilità, al movimento, all'inquietudine, all'angoscia di un universo, soprattutto femminile, che offre sgomento, rassegnazione, rinuncia, irrazionalità.

2.. BARBIERI LUISA
"La sua è una pittura a volte nervosa, svincolata dai soliti riferimenti, una pittura in cui forza e dolcezza, verità e fantasia non hanno bisogno di contrasti perché sono sullo stesso piano" [Giampaolo Morini]

3.. BIAGI ROBERTA
Quello che lascia l'osservatore allo stesso tempo sconcertato e ammirato nel guardare le opere di Roberta Biagi è la sua capacità di leggere la contemporaneità e di renderne le emozioni e le ansie sulla tela.

4.. CAIAZZO MAURIZIO
Maurizio Caiazzo, giovane ma già valentissimo pittore milanese, ha un suo stile personalissimo e riconoscibilissimo, una propria poetica narrativa, un suo originale mondo e modo espressivo. I suoi quadri rappresentano "uomini" con un senso di angosciante precarietà, di sottile inquietudine, di turbata ansietà.

5.. CANNIZZARO SABINA
Nei suoi quadri c'è un'organizzazione degli spazi definita dalla spatola che tratta colori quasi sempre puri; la spatola segna il suo percorso e a volte incontra il pennello. La sensibilità dell'artista tocca temi profondi come la verità del proprio io, ed è come se ogni opera tirasse fuori sempre la voce più profondo.

6.. CARLETTI PAOLO
L'artista lavora su lastra metallica: i solchi le graffiature, le abrasioni apportate con i pesanti strumenti normalmente dedicati all'edilizia e alla carpenteria incontrano il colore nelle sue opere dove a sedurre lo sguardo è una luce incontenibile, vibrante, che scavando irrompe.

7.. CICUTO ORNELLA
Nelle sue moderne icone l'artista fissa immagini di una modernità evidente, eppure capace di trasmettere una carica emozionale e lirica che diventa classica nel suo più intimo significato. I suoi quadri sono in grado di parlare un linguaggio universale che comunicano i sentimenti e gli eventi profondamente connaturati all'uomo.

8.. COGLIANI SOLVEIG
L'artista presenta in mostra 2 quadri, il primo di stampo espressionista, il secondo di natura quasi suprematista. Entrambi, come poetica fondamentale della pittrice, si interrogano sull'interferenza tra l'azione e lo spazio limitato degli oggetti.

9.. COMI DANIELA
L'artista porta in collettiva 2 quadri "Ultima Cena" e "A Claudia". Nel primo è rappresentata una cena consumata senza tavola, dove ci si domanda "chi è la causa?". Il secondo è una dedica speciale, per una persona che non c'è più.

10.. DE GIOVANNI LUIGI
I jeans, vuoti involucri senza corpo che diventano tele per l'artista, dove la storia è scritta a lettere maiuscole, dove la parola si perde nel silenzio.

11.. FACCHINETTI PAOLO
Sguardi, bocche, occhi, zigomi: per Paolo Facchinetti l'orizzonte del mondo coincide con i confini del volto umano. Nei suoi margini, limitati e spazialmente contenuti, è l'immensa riflessione sulla vita. Mai un volto qualunque. Mai un profilo anonimo, sempre un immagine carica del fardello delle emozioni e degli affetti.

12.. FELLINI MIRIAM
Giovanissima artista riminese, trova nel corpo femminile il fulcro del proprio studio: pose atipiche, fermo immagine di momenti intimi quasi sospesi in un tempo eterno, sensuali mannequin che introiettano le tematiche femminili quale snodo esistenziale della loro presenta nella contemporaneità. Una pittura profonda e lieve al contempo.

13.. MAMMUCCINI COSETTA
La sua pittura nasce da un'esigenza espressiva e di comunicazione, che viene direttamente dal profondo dell'animo. Mettere in immagini reali tutto ciò che la sua immaginazione riesce a produrre, è come realizzare concretamente i suoi sogni. Ora è lì, in immagini concrete, pronte a parlare con gli altri e a trasmettere sensazioni.

14.. MANGIACAPRA GIOVANNI
Nella prima fase del suo lavoro artistico l'aspetto figurativo è prevalente, per poi giungere ad un'interpretazione personale dell'informale. La sua è una pittura che cerca la spiritualità.

15.. MARCASSOLI AGNESE
Agnese Marcassoli non è ignara del contesto artistico attuale ma dispone di una autonomia di giudizio tale da indurla a scegliere tematiche e tecniche piuttosto inconsuete e davvero originali. Libera da intellettualismi e da imposizioni ideologiche, propone un mondo tutto al femminile con discrezione con sensibilità. Descrivendo una donna amata e coccolata, malinconica e sensuale, prepotente nelle forme spesso esibite, allusiva e mediterranea, provocante e tenera. L'artista si è presentata raramente al pubblico.

16.. MONGARDI LUCILLA
L'artista fa ritratti, nature morte, paesaggi: ammirati da parenti, amici e anche da eventuali pubblici. Ne ricava grande gratificazione, perché fa qualcosa che proviene dalla sua più profonda interiorità. [Wolfango]

17.. PAVOLUCCI FABRIZIO
Pannelli di legno sui quali una stesura di stucco modellata vivacemente restituisce l'effetto di una materia duttile, lavorata come una pitto-scultura, in onde, grumi spessi e coaguli rotondi, completati dalle stesure pittoriche ad olio e ad acrilico. Pavolucci di distingue per l'incisività e l'eloquenza espressionistica dell'inquadratura ravvicinata e a mezzo busto. [Isabella Pascucci]

18.. PERSANO MAURIZIO
Maurizio Persano porta avanti da alcuni anni le sue ricerche in campo pittorico: partendo da importanti correnti artistiche come l'Impressionismo, passando attraverso alcune esperienze avanguardiste, approda a risultati originali anche se non nasconde i diversi aspetti del vissuto personale. [Silvia Rubini]

19.. POLITO CINZIA
L'artista si dedica soprattutto alla creazione di ritratti femminili , ma il delinearsi della figura è comunqe lo spunto per ricercare le trasparenze e le luci dell'ambiente circostante, il particolare di un drappeggio di una tenda o il disegno di una coperta che fa da contorno alla figura medesima. [Rosalba Biagini]

20.. RAMPONI TERESA
La giovane artista affonda le radici nella tradizione figurativa emiliana; l'esposizione centra il tema del corpo, "sentito" in differenti declinazioni e modulazioni timbriche.

21.. ROMAGNOLI NADIA
Nadia Romagnoli dimostra un'individualità solida e pensosa che raccoglie qualità avvertite di cultura e di stile. Dal disegno pagato della misura, formata sui dati concreti dell'esperienza (anche se giovanissima) e sulle occasioni dell'immaginazione, escono le armoniche composizioni di Nadia Romagnoli nelle quali la verità delle cose si rivela lucida e specchiata. [A. del Piccolo]

22.. SABBI FRANCESCA
La pittura, come ogni linguaggio, ha regole grammaticali e sintattiche. Il Novecento ha abolito tali regole e così chiunque faccia parte della maggioranza pittante ha licenza di esprimersi autoreferenzialmente. Francesca invece è una rara persona che conosce quelle regole e le applica bene, correttamente, dandoci una rappresentazione fedele del mondo, come lo vedono i nostri occhi. [Wolfango Peretti]

23.. TARSI MIRCO
Giovane pittore anconetano, approda a questa collettiva dopo numerose partecipazione a premi artistici e mostre realizzate principalmente nel nord-Italia.

24.. TOZZA SILVANA
Silvana insegue col segno i fili della memoria, i percorsi delle visioni intime sollecitate ad emergere da un gesto semplice, ingenuo. Sono figure di bambole, maternità, villaggi arroccati su alte colline, sequenze di casolari che sembrano scorrere sullo schermo dello sguardo interiore, figure in meditazione o di musicisti. [Giorgio Segato]

25.. TRILLO ERMINIO
Dipingere per Trillo è lasciare una traccia del proprio fare a metà strada tra il pulviscolo lontano dell'universo e il mondo enigmatico delle emozioni. [Carmen Lorenzetti]

26.. VERI MANUELA
I dipinti della Veri sono volti a rivisitare stili, tecniche, poetiche ed espressività già manifestate, con una consapevolezza e una maniera tesa alla ricerca di caratteri nuovi e diversi, di sfuggite emozioni, di inespresse potenzialità rappresentative, di personali condivisioni stilistiche ed esclusive intuizioni capaci di suscitare rinnovati interessi e comuni attenzioni. [Luciano Lepri]

ART IN DEEP ENDENCE

"L'arte non è governata da una necessità. Nessuna disciplina spirituale la costringe. Il suo impulso creativo è volere". ( J. Huizinga, La crisi della civiltà, Einaudi,1938).

Con questa definizione si veniva ,tra gli altri aspetti considerati, sottolineato il nuovo impegno dell'artista che allora,viveva le eccitanti stagioni del rinnovamento radicale e delle idee prospettiche della cultura artistica,letteraria e musicale.

Questa visone propulsiva e non conformista, era accostata alla filosofia vitalistica. Sono passati diversi decenni e si sono riproposti,in modo ciclico, motivi di crisi e di malessere che condizionano ogni campo di esperienza di una società, di una civiltà.Ancora una volta l'arte e gli artisti diventano il termostato e/o il campanello d'allarme dei cambiamenti e delle inevitabili trasformazioni dei costumi e delle culture.Questa Collettiva riassunta opportunatamente dal titolo:"Art in deep endence", non va valutata come una delle tante "collettive" d'occasione, una vetrina per gli acquisti, ma una salutare immersione nell'universo artistico post-moderno.

Questa stessa Collettiva sembra,infatti, un'antologia che parte dal figurativo al formale,all'informale,al concretismo e ai flussi e ri-flussi dell'arte come "destrutturazione" del déjà vu.Dall'arte imitativa e simbolica all'arte che si fa "azione", che diviene la forza visiva di un pensiero, di un attimo coscienziale, di una soggettività intransigente. Siamo di fronte ad una lodevole promozione culturale che premia la ricerca di giovani artisti e nello stesso tempo ci ripropone il concetto di arte come opera aperta, una condizione indispensabile e condivisa , che permette la sperimentazione e le scelte dei campi artistici senza tempo e volutamente interattivi con l'ambiente e con lo spettatore.

Questo atteggiamento culturale ci aiuta ad evitare gli stereotipi storici dell'arte come identità di un epoca,come stile esclusivo,come concetto determinato e circoscritto di una ricercata creatività. E' opportuno ricordarsi che l'opera d'arte (sia pittura che scultura) come quella letteraria o musicale è costantemente oggetto di indagini che producono,da un lato formule accademiche, dove le aggettivazioni estetiche prevalgono sull'oggetto,sulla essenza intenzionale e sulle condizioni di applicazione e dall'altro il moltiplicarsi dei sensi dell'arte al fine di saperne intendere il vecchio concetto oppure l'inventarne uno nuovo (per es."questa non è una scultura,è un mobile").

Le esperienze artistiche della Collettiva testimoniano questo ultimo orientamento culturale che dà apertura ad ogni progetto artistico.Nelle opere esposte sono presenti campi motivazionali diversissimi: dalla ricerca sociologica della pittura come incontro con l'umanità, al considerare il nudo come oggetto speculare dell'inconscio, dalla ricerca fisica e materica , alle sperimentazioni sugli oggetti della quotidianità, destrutturati, con effetti choc, privi di riferimenti ideali.

Un mondo "minimalista" dove l'artista indaga il rapporto e le implicazioni tra l'idea e la sua materializzazione,utilizzando tecniche le più varie: dalla tempera al pastello,dall'acrilico ai colori ad olio.Questi giovani artisti inseguono quello stesso ideale dell'opera che era considerato nel periodo del Bauhaus di Weimar e che Klee definiva "umanizzazione dell'oggetto".

La produzione artistica qui raccolta, ci offre un denominatore comune: l'uomo attore e spettatore di un mondo in disordine,in particolare il disordine dei linguaggi e delle conoscenze.Tutto questo potrebbe significare un completo abbandono e una piena aderenza alla vacuità del mondo contemporaneo,ma,al contrario, in ogni artista si nota una volontà di uscire dallo stereotipo stilistico e dai condizionamenti di un'unica,ormai, pervasiva cultura della globalizzazione dei contenuti e dell'artificiale spazialità.

La solitudine e l'angoscia divengono lo stile attraverso cui si tende di ricostruire un colloquio, una apertura per raggiungere momenti di liberazione e di rottura rispetto al "decomposto"sense , che vive attorno a noi. "L'uomo non comincia con la libertà, ma con il limite e con la linea del non superabile"(M.Foucault,Saggi letterari.)

La vita diventa allegoria del vivere e quello che emerge,anche dalle opere "in deep endence", è il furore ,come antidoto,per riprenderci il senso vero della vita: sentirsi protagonisti di un divenire perenne essendo consapevole del profondo dolore cosmico che rende fragili i nostri sentimenti e vibranti i nostri sogni.

Questa "Collettiva" è un incoraggiamento ad una prassi indagativa e di verifica, al di là, delle aspettative comuni e scontate. Si tratta di saper cogliere il messaggio collettivo che sembra richiamare una perentoria ed attuale affermazione di Picasso: "prima trovo, dopo cerco".
Franchino Falsetti

Inaugurazione: 29 ottobre

Galleria d'Arte 18
via San Felice 18 - Bologna

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