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Ousmane Ndiaye Dago
dal 18/11/2005 al 15/1/2006

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Ousmane Ndiaye Dago



 
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18/11/2005

Ousmane Ndiaye Dago

Galleria Spazia, Bologna

Femme Terre. L'artista parte dall'identificazione del corpo femminile con la terra. I corpi di un gruppo di modelle vengono 'preparati' tramite un azione performativa con i colori gettati a caso e l'argilla lasciata sulla pelle nuda delle donne che, seccandosi e calcificandosi, diventa un 'abito'...


comunicato stampa

Femme Terre

Ousmane Ndiaye Dago è nato nel 1951 a Ndobene (Bambey, Senegal). Dopo gli studi all’Accademia Reale di Belle Arti di Belgio, torna in Senegal dove oggi vive e lavora. Sono molte le sue partecipazioni alle rassegne internazionali: Biennale di Dakar (1998; 2002), Biennale di Arti Grafiche di Brno (Repubblica Ceca) (1986; 1988), Biennale di Valencia (2001) e Biennale di Venezia (2001). E’ diventato famoso soprattutto per la sua ricerca incentrata sul corpo femminile.

In mostra saranno esposti 15 fotografie dal ciclo” Femme Terre”.

Ousmane Ndiaye Dago parte dalla identificazione del corpo femminile con la terra basandola sul comune principio di proliferazione. I corpi di un gruppo di modelle viene “preparato” tramite un azione performativa con i colori gettati a caso e l’argilla lasciata sulla pelle nuda delle donne che, seccandosi e calcificandosi, diventa un “abito”. Negando l’identità alle donne, nascondendo il loro volto, le avvicina alla immobilità scultorea. Le figure, grazie ad un antica gestualità e prorompente carnalità, si potrebbero accostare alle prime Veneri – dee della fertilità del periodo paleolitico.

L’occhio occidentale potrebbe dedurre che le forme arrotondate delle donne di Ousmane Ndiaye Dago partono dalle raffigurazioni classiche dal nudo e che non ci sia niente di erotico nella loro raffigurazione. Ma, tenendo conto di un tema complesso come l’erotismo in un paese come il Senegal, paese in prevalenza musulmano ma ancora fortemente animista, la lettura delle fotografie di Ousmane Ndiaye Dago assume una nuova importanza. In una cultura come quella da cui proviene l’artista, il corpo è apprezzato eroticamente a condizione che non sia nudo ma elaborato, snaturato, addobbato, grazie ad elementi cosmetici ed organici. Ed è così che le opere di Dago, grazie ad un sapiente connubio tra pittura, scultura e fotografia, hanno una forte valenza erotica anche a livello simbolico.

La mostra è corredata dal catalogo con testi di A.B.Oliva, Martina Corgnati e T.K. Biaya
Editore Giampaolo Prearo Editore

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