Mostra Segreta: opere e studi recenti. Elaborazioni fondamentalmente ludiche, realizzate a olio ed in tecnica mista, in cui si possono cogliere chiari riferimenti al mondo conflittuale contemporaneo.
Mostra Segreta
Sara' inaugurata venerdi' 2 dicembre 2005, alle ore 20, e restera' aperta sino a venerdi' 30 giugno 2006, l'esposizione curata dal critico Maurizio Vitiello, intitolata 'Mostra Segreta', con opere e studi recenti del giovane artista emergente campano Carmine Dello Ioio, nel piccolo accogliente spazio esterno dello 'Studio Dello Ioio' (Via Benedetto Brin, 32 80053 Castellammare di Stabia - Napol). Distinguono i nuovi lavori del giovane operatore Carmine Dello Ioio soluzioni particolari, parallelismi abbinati, aperture flessibili e iati inediti, che sostanziano elaborazioni fondamentalmente ludiche e dichiaratamente leggibili.
L'artista, nativo di Gragnano, presenta ultimissimi studi, ad olio ed in tecnica mista, in cui si potranno cogliere chiari riferimenti al mondo conflittuale contemporaneo.
Scheda della mostra a cura di
Carmine Dello Ioio con quest'ulteriore mostra rientra in Campania, dopo l'inaugurazione di una mostra a Numana (AN).
Dobbiamo ricordare, pero', per questioni di cronaca e di date, anche la mostra acerrana, intitolata 'Mani', dove ha incontrato pubblico e 'addetti ai lavori' dell'area tra Caserta e Napoli e si sono imposte riflessioni su una pittura con note intriganti.
Infatti ad Acerra, a 'Il Ritrovo dell'arte', diretto con competenza, passione ed entusiasmo da Mimmo Fatigati, e' stato possibile visionare gli ultimi lavori in tecnica mista di quest'emergente giovane operatore, tra l'11 ed il 26 settembre 2005.
Da ricordare, poi, che e' si e' appena conclusa l'interessante iniziativa che ha visto coinvolto il giovane e promettente artista Carmine Dello Ioio, intitolata 'Insieme sul terrazzo', che e' rimasta aperta sino a lunedi' 31 ottobre 2005.
Quest'evento ha visto in rassegna una significativa serie di opere del giovane artista campano nel piccolo accogliente spazio esterno dello 'Studio Dello Ioio'.
Ritornando sulla mostra di Acerra, hanno distinto il lavoro del giovane operatore Carmine Dello Ioio parallelismi abbinati, aperture flessibili e iati inediti, che sostanziano elaborazioni fondamentalmente ludiche e dichiaratamente leggibili.
L'artista, che ha mosso i primi passi artistici sulla costiera sorrentino-amalfitana, ha presentato, poi, nell'ambito della collettiva 'Neapolitan Dreams', da giovedi' 20 ottobre e sino a giovedi' 3 novembre 2005 a Roma, a 'La Cuba d'Oro', diretta da Nella Giambarresi, coadiuvata da Carmelo Marchese, tre lavori, ad olio ed in tecnica mista, in cui si sono colti sottili allusioni al mondo attuale.
Sulla sua pittura si e' espressa la giornalista Maresa Galli, direttore della testata multimediale'Il Brigante', con quotidiano 'on line'ed anche periodico cartaceo, che sull'artista ha espresso queste brevi considerazioni: 'Lo studio e' piccolo e ricco di immaginazione, tra il loft newyorkese, la soffitta parigina, ma la vista da' sulle barche e l'azzurro della piccola baia di Castellammare di Stabia. Carmine Dello Ioio, pittore emergente, giovane ma con gia' all'attivo numerose personali e diversi riconoscimenti, nato a Gragnano, vive e opera a Castellammare. Artista poliedrico, scenografo, decoratore, esperto-conservatore di beni culturali, ha realizzato un cortometraggio e diversi progetti con l'associazione 'Terre Scosse'. Ha trovato nella pittura la sua chiave espressiva, il suo motivo d'essere. Nel suo studio che affaccia sul mare, con un'affettuosa gattina che osserva tutte le fasi di realizzazione delle opere, Dello Ioio conserva grandi tele dai temi piu' diversi, da Giovanni
Paolo II, un viso fatto di luce, forte come il suo messaggio al mondo, alle parti del corpo, in primo luogo le mani. Una pittura velata di erotismo, particolari che colpiscono, colori accesi e personali, il ricorso alla tecnica mista per il suo sguardo sul contemporaneo. Colpiscono un volto di donna, Bush e Saddam, una splendida tela d'ispirazione marina, ma anche il periodo del 'visivismo', con i colori piu' caldi a raccontare emozioni. Una ricerca poetica e insieme realistica, per uno sguardo in continuo movimento al mondo dell'apparire che apre altre porte. Ed alcune di esse sono labirintiche, come l'immaginazione, fervida, sempre a caccia di stimoli, ed altre dis-velano, lasciando anche spazio alla mente che si sofferma sull'uso del colore, frammenti di ancestrali richiami. Il futuro e' archeologia dell'immaginario.'
Ma anche lo scrittore e studioso Stefano Arcella ha voluto puntualizzare sulla ricerca di una sintesi fra il sentire e il pensare dell'artista campano, in questi termini: 'L'incontro con l'artista, nel suo suggestivo studio fra le acque e i monti di Castellammare di Stabia, suscita la sensazione di affrontare la dimensione di una ricerca artistica in evoluzione, volta ad un equilibrio, ad una centratura creativa che l'artista aspira a realizzare. Forse e' la fase piu' avvincente, quella in cui si manifestano varie spinte creative, ispirazioni tutte molto intriganti, non ancora integrate fra loro in un'armonia compositiva. Nei dipinti 'La mano' (olio su tela, 2005) e 'Il braccio' (olio, smalto e bitume, 2005) i particolari anatomici del corpo umano sono rappresentati con densita' volumetrica. La sensibilita' dell'artista e' polarizzata sul 'particolare' che e' amplificato e trasformato. Il posteriore femminile all'interno di uno schermo televisivo, nella sua consistenza volumetrica,
lascia trasparire una sottile ironia verso la pandemia del sesso che caratterizza i media nel nostro tempo; tale vis polemica richiama, implicitamente, il senso di un rapporto piu' naturale ed autentico con la femminilita' e la sessualita', l'anelito ad un mondo piu' genuino rispetto ai modelli artificiosi che la societa' dell'immagine tende ad inculcare con una subdola violenza psicologica.
Nel messaggio di questa composizione colgo un'intima relazione fra il soggetto dell'artista ' che e' anche una polemica di costume con una spiccata valenza antropologica, ossia la tensione verso un tipo umano piu' libero da condizionamenti mediatici e la scelta del luogo del suo studio, un luogo che, nella sua freschezza naturale, esprime questa ansia d'autenticita' che connota la psicologia dell'autore. Nell'opera 'La mano' il senso della pienezza volumetrica trasfigura la mano in un muscolo. L'attenzione ai particolari anatomici sfuma in una trasfigurazione che ha del surreale, una muscolosita' che
avverto quale elaborazione cerebrale, costruzione della mente dell'artista, che tende ad esprimere il senso della forza e del vigore, in una versione molto fisicizzata. Accanto a questa vena creativa ne affiora un'altra, che colgo nella capacita' di disegnare i volti quale specchio dell'anima, una vena fresca, autentica, limpida, che s'impone per la sua immediatezza, la sua spontaneita' istintiva. In 'Arabo muto' (olio su tela, 2005) l'uomo, con l'abbigliamento islamico, esprime un animus pensoso, un sentimento d'angoscia irrisolta. Il volto e' sospeso fra essere e non-essere; esso c'e' e non c'e', coperto in parte da una mano mentre al fianco, un altro volto e' volutamente incompleto, spezzato dal limite della tela, un 'non finito' molto moderno, sullo sfondo scorgendosi i volti sfumati e perplessi di altri arabi, il cui sguardo si perde nell'infinito. Espressione efficace che parla di una crisi di civilta', di un senso d'identita' sofferta nel rapporto dell'Islam col mondo occidentale.
In
'Mostrum' (olio su tela, 2005) si estrinseca il sentimento di una tensione interna, di uno sforzo nell'agonismo che genera uno stile figurativo che sembra realistico, ma e' sfumato da un velo di nebbia che l'artista abilmente realizza con una gradazione cromatica fra il verde ed un blu molto diluito, Si percepisce, anche in questo caso, la pienezza del corpo umano, lo studio dell'anatomia, la trasfigurazione volumetrica. In quest'elemento d'amplificazione, unitamente alla percezione del reale, filtrata da quel velo nebbioso, si avverte l'entrare in gioco delle impressioni, per cui il reale e' sublimato mediante la sensibilita' dell'autore. L'auspicio che si puo' esprimere e' che Dello Ioio trovi la giusta sintesi, il punto d'equilibrio fra spontaneita' creatrice ed elaborazione mentale, fra 'cuore' e cervello, fra istinto ed intelletto. L'unione dei volti espressivi con le mani in densita' volumetrica, con tutte le possibili varianti sul tema, potrebbe essere, forse, una possibile
soluzione artistica per integrare questi due stimoli creativi che affiorano dall'animo del pittore.'
In conclusione, su quanto espresso da Maresa Galli e da Stefano Arcella concordiamo perfettamente e pensiamo che il giovane operatore di Gragnano, ma con studio a Castellammare di Stabia, sappia ora orientarsi per non perdere la bussola della creativita' e sappia ora cosa tagliare. Scegliere la 'cifra estetica' da portare avanti, senza indugio, tra le varie chiavi di lettura, che sino ad oggi ha 'girato' sulla realta' circostante, e' per Carmine dello Ioio fondamentale. Crediamo che i suoi lavori, in particolare quelli che ci raccontano tratti dell'Islam, siano molto sentiti. Vite descritte da volti rugosi ci sottolineano sentimenti e crepuscoli infiniti. Espressioni rapite per parlare di crisi e di civilta', per rimettere in discussione rapporti, mai chiari o chiariti, tra popoli. Il mondo orientale ed il mondo occidentale devono assolutamente dialogare; e' imprescindibile esigenza della civilta' umana e Carmine Dello Ioio, che frequenta la scena della vita ed e' vicino a molti artisti
dello spettacolo che in scena ci vanno per riassumere le realta' odierne, sa bene che i confronti oggi sono serrati. Le indicazioni della sua pittura rimettono in discussione i nostri pensieri contemporanei, divisi tra religioni obsolete e laicismi ad oltranza, tra governi precari e scenari politici in dissolvenza incrociata, determinata dalla germinazione di nuovi partiti.
Maurizio Vitiello
Inaugurazione: 2 dicembre ore 20.00
Studio Dello Ioio
Via Benedetto Brin, 32 - Castellammare di Stabia (NA)