Dov'e' ora Alice? Roberto Pupi la cerca nei volti infantili: le sue fotografie, impressionate direttamente sulla tela emulsionata estroflessa, si trasformano in oggetti tridimensionali biomorfi. Andrea Marini ritrova i luoghi del meraviglioso evocando dimensioni naturali/artificiali. Per le sue sculture usa resine, materiali plastici e metalli che si combinano in modo da suggerire possibili forme organiche.
Andrea Marini e Roberto Pupi
a cura di Loris Schermi
Un viaggio nella psiche, attraverso le porte della memoria. I ricordi, evanescenti,
si materializzano confondendosi col sogno, affiorano particolari, altri si perdono.
Alice e' corsa dietro al coniglio bianco, verso un onirico mondo sotterraneo fatto di
paradossi, di assurdita' e non sense. Alice ha guardato dentro di se', immergendosi in
una dimensione fantastica costituita da sogni e reminiscenze dell'esperienza reale
in continuo contatto. Dove porta il suo viaggio allucinatorio? Dov'e' ora Alice?
Roberto Pupi, la cerca nei volti infantili di bambina, fissa il ricordo di
un'innocenza che non puo' essere eterna.
La ferma, la conserva, la rende immortale
innalzandola a custode di una memoria archetipica e individuale. L'immagine
fotografica, impressionata direttamente sulla tela emulsionata estroflessa, si
trasforma in oggetto tridimensionale biomorfo e instabile che sembra incapace di
mantenere la propria forma. Come imprigionata in una bolla di sapone, rimane
confinata da una membrana invisibile che la svela ma la isola irrimediabilmente
dall'ambiente circostante. E' memoria, e' dimensione onirica, e' l'illusione della
tangibilita' fisica del passato che insegue con lo spirito di un archivista,
collezionista di ricordi. Un desiderio freudiano di materializzare cio' che popola il
subconscio, lo stesso che caratterizza il lavoro di Andrea Marini, compagno di
viaggio di Pupi in questa mostra a due.
Marini ritrova i luoghi del meraviglioso peregrinare, evocando contrasti e contatti
tra dimensione naturale e artificiale. Resine, vetroresine, materiali plastici e
metalli si combinano in strutture che suggeriscono possibili forme organiche dalle
immense potenzialita' evolutive. Elementi primordiali che sembrano alludere ad una
nuova biologicita' che come un virus si adatta a diverse situazioni. Marini plasma la
materia giocando con le proprieta' fisiche dei materiali, sottomettendole alla
mormidezza delle forme organiche che sembrano attendere solo un soffio, un alito di
vita. Se e' vero che la fotografia e' di per se sublimazione di un esatto momento e'
altrettanto vero che la scultura ne amplifica le intrinseche caratteristiche. Una
lezione che i due artisti sembrano conoscere a fondo: Pupi rende la fotografia
tridimensionale e Marini, viceversa, cogliendo l'attimo esatto di una imminente
trasformazione, trasferisce le potenzialita' del media fotografo nella scultura. In
comune obiettivo di rendere eterno il momento fugace sembra inseguire l'ancestrale
umana illusione di sconfiggere la morte. La dimensione allucinatoria del viaggio
interiore, solo apparentemente offre una protezione dalla realta' eterna e
inevitabilmente si fa strumento per svelare i lati piu' oscuri della nostra
interiorita', da un lato memoria di momenti passati e dall'altro visione di un futuro
inquietante.
Immagine: Andrea Marini, Selva
Inaugurazione: domenica 11 dicembre 2005, ore 11.00
Galleria Miralli
Via S. Lorenzo, 57 - Viterbo
Orario: Tutti i giorni 17.30-19.30, esclusi festivi