Interni. Il suo lavoro si incentra sopratutto sul tema di interni, dipinti a olio su tela. Sono stanze della memoria, immerse nella penombra e piene di oggetti: tracce di una vita che ha lasciato su quegli oggetti e in quegli ambienti un condensato di ricordi.
Interni
Il lavoro di Giancarlo Manneschi si incentra sopratutto sul tema di interni, dipinti a olio su tela.
Queste immagini di interni sono stanze della memoria, immerse nella penombra e piene di oggetti.
Sono le tracce di una vita che ha lasciato su quegli oggetti e in quegli ambienti un condensato di
ricordi. Ed e' proprio l'assenza in quei luoghi della figura umana, di quei misteriosi abitanti, che
affascina e costringe ad andare oltre la tela, in cerca di quelle vite dalle immagini soltanto evocate.
A chi appartengono quei libri, quei quaderni, quei quadri?
Come investigatori dovremmo ricostruire l'identita' e il passato di una soggettivita' indagando sulle
sue "relazioni oggettive"; come filosofi dovremmo rintracciare un'anima a partire dalla materia
inorganica. In realta' e' come se si fosse spinti a cercare un senso profondo racchiuso in quelle
pareti, un principio metafisico che unirebbe quel "mucchio" di oggetti solo in apparenza distribuiti casualmente. Si avverte un silenzio, un momento di pausa, tutto e' rimasto come quando e' stato
abbandonato dai suoi abitanti.
Allo stesso tempo c'e' una presenza che sfugge al nostro controllo ma che si intuisce all'interno
delle grandi stesure scure, delle ombre che nella loro oscurita' sembrano inghiottire tutto, oppure
nei forti contrasti che dividono in modo tagliente ombre e luci, che fanno sprigionare un'energia
particolare alle cianfrusaglie, testimoni di una vita di routine.
Questa presenza si avverte anche nella malinconia di quella luce soffusa che sopratutto nei lavori
in bianco e nero, nel gioco tra caldo e freddo, porta l'osservatore in una sfera di ricordi, memorie,
nel passato di un album fotografico.
C'e' un coesistere di due momenti antagonisti: l'uomo civilizzato che porta la sua parte primordiale,
non-razionale e istintiva dentro di se nella sua vita controllata e civilizzata.
Manneschi ci presenta una scena realistica, precisa e dettagliata con l'intento di farci andare oltre,
di farci vedere anche se in modo illusorio, chi abita la scena, tanto da farcene avvertire la presenza.
La pittura diventa il veicolo, il medium di una comunicazione la cui parte nascosta viene intuita,
pensata e di conseguenza completata dall'osservatore.
Galleria ZAION
Salita di Riva 3 (Lanificio Pria) 13900 Biella
da giovedi' a sabato dalle 16.30 alle 19.30