Palazzo della Pilotta
Parma
via Giuseppe Verdi (Salone dei Contrafforti)
0521 233309 FAX 0521 206336
WEB
Alberto Sughi
dal 20/12/2005 al 21/1/2006

Segnalato da

Shirley Babashoff




 
calendario eventi  :: 




20/12/2005

Alberto Sughi

Palazzo della Pilotta, Parma

Rassegna antologica. L'esposizione comprende 642 opere, fra dipinti, tempere, disegni e litografie di proprieta' delle collezioni del Centro Studi ed Archivio della Comunicazione dell'Universita' di Parma, tra cui i grandi dipinti Citta’ di Notte (1958), Personaggi della Cena (1976) Addio alla casa Rossa (1992), Rimmel (2004).


comunicato stampa

Rassegna antologica

Si apre il 21 Dicembre alle ore 18 e si chiude il 22 Gennaio 2006 un’ ampia rassegna antologica dell’opera di Alberto Sughi, uno degli assoluti protagonisti della storia dell’ arte in Italia dagli anni ’50 in avanti, un pittore il cui lavoro come emerge dai saggi critici dei curatori della mostra, e’ anche e sempre stato un’ attenta, rara, rilettura di tutta la storia della pittura. La rassegna comprende 642 opere, fra dipinti, tempere, disegni e litografie di proprieta' delle collezioni del Centro Studi ed Archivio della Comunicazione (CSAC) dell'Universita' di Parma, tra cui i grandi dipinti Citta’ di Notte (1958), Personaggi della Cena (1976) Addio alla casa Rossa (1992), Rimmel (2004).

Il catalogo della mostra e’ pubblicato da Skira nella collana edita dallo CSAC, ed e’ introdotto da due lunghi saggi uno della Direttrice dello CSAC Gloria Bianchino e uno di Arturo Carlo Quintavalle, che hanno curato anche la mostra. Ai due saggi si aggiunge un’intervista ad Alberto Sughi. Il volume comprende anche il catalogo delle opere e la riproduzione completa di tutti dipinti e dei disegni di Alberto Sughi in proprieta' dello CSAC.

Alberto Sughi: Nota Biografica

Alberto Sughi nasce a Cesena nel 1928. Pittore autodidatta, Sughi divenne, dopo varie esperienze formative, uno dei maggiori artisti italiani della generazione che esordi' agli inizi degli anni Cinquanta, scegliendo decisamente la strada del realismo, nell' ambito del dibattito tra astratti e figurativi dell' immediato dopoguerra. Sin dai primi anni i dipinti di Sughi rifuggono, tuttavia, ogni tentazione sociale per mettere in scena momenti di vita quotidiana senza eroi tanto da permettere a Enrico Crispolti nel 1956 di utilizzare per lui la definizione "realismo esistenziale". La sua ricerca procede, in modo quasi costante, per cicli tematici, che hanno il sapore della sequenza cinematografica. Prima le cosiddette "pitture verdi", dedicate al rapporto fra uomo e natura (1971-1973); poi, il cilclo "La cena" (1975-1976); agli inizi degli anni Ottanta appartengono i venti dipinti e i quindici studi di "Immaginazione e memoria della famiglia"; dal 1985 e' in corso la serie "La sera o della riflessione". L' ultima serie di grandi dipinti, esposta nel 2000, e' intitolata "Notturno".

Sughi ha partecipato a tutte le piu' importanti rassegne d' arte contemporanea, dalla Biennale Internazionale d' Arte di Venezia alla Quadriennale di Roma, e a varie mostre, che hanno proposto all' estero le vicende dell' arte italiana degli anni Settanta a oggi. Musei italiani e stranieri gli hanno dedicato ampie rassegne antologiche; tra esse spiccano la Galleria d' Arte Moderna di Bologna (1977), la Galleria del Maneggio di Mosca (1978), il Museo di Castel Sant' Angelo di Roma, il Museo delle Belle Arti di Budapest e la Galleria Nazionale di Praga (1986), la Galleria Civica d' Arte Moderna di Ferrara (1988), la Casa Masaccio a San Giovanni Valdarno (1990), il Museo d' Arte Assis Chateaubriand a San Paolo del Brasile (1994) e il Museo Civico di San Sepolcro (2003). L' artista ha partecipato al ciclo di mostre " La ricerca dell' identita'" a Cagliari, Palermo e Ascoli Piceno (2003-2004), alla mostra "Il Male. Esercizi di pittura crudele" alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, Torino (2005) e alla mostra “Il Ritratto Interiore da Lotto a Pirandello", al Museo Archeologico Regionale, Aosta (2005). Nel 1994, Sughi ha ricoperto la carica di Presidente dell' Ente Quadriennale Nazionale d' Arte di Roma.
http://www.albertosughi.com

CSAC
Centro Studi ed Archivio della Comunicazione (CSAC) dell'Universita' di Parma
L’attivita’ dello CSAC comincia nel 1975 con il compito istituzionale della raccolta, tutela, conservazione, catalogazione e consultazione dei materiali afferenti a cinque diverse sezioni: Arte, Media, Progetto, Fotografia e Spettacolo L’antologica Alberto Sughi nella Collezione CSAC si inserisce nell'attivita' di valorizzazione di importanti fondi e collezioni di artisti del '900, Accardi, Afro, Bill, Birolli, Boero, Burri, Ceroli, Fontana, Guttuso, Morellet, Morlotti, Arnaldo Pomodoro, Schifano, Sughi, Tadini, Tilson, Vostell, Xiao e dei grandi maestri della fotografia come Dorothea Lange, FSA Farm Security Administration, New Photography USA, Lee Friedkabder, Man Ray. Attivita' che il CSAC porta avanti insieme alle collaborazioni con musei e istituzioni pubbliche e private.

Il luogo della mostra:

Il Palazzo della Pilotta fatto costruire dalla famiglia Farnese tra il 1583-1622 e’ la sede della Galleria Nazionale, ospita il Museo Archeologico Nazionale, il Teatro Farnese, la Biblioteca Palatina, La Galleria Nazionale e il Museo Bodoniano e si affaccia sulla rinnovata Piazza della Pace

Il Salone delle Scuderie

Il Salone ha accesso da Piazzale Bodoni ed e', da vari decenni, la sede delle mostre temporanee organizzate dal Centro Studi ed Archivio della Comunicazione (CSAC) dell'Universita' di Parma. Il Salone e' inoltre parte di un "distretto" dell'arte situato nella cosiddetta ala dei Contrafforti della Pilotta, polo didattico che ospita il Dipartimento dei Beni Culturali e dello Spettacolo, sezione dei Beni Archeologici e Storico Artistici, e la Biblioteca di Storia dell'Arte e del CSAC. L'ala dei Contrafforti e' stata oggetto di un lungo restauro negli anni Settanta ad opera dell'architetto Guido Canali, cui si deve anche il recupero del Salone delle Scuderie in modo da consentirne la destinazione espositiva; ulteriori adattamenti sono stati apportati allo spazio, in seguito, a cura di Carlo Arturo Quintavalle e dello CSAC stesso, per ottimizzarne la fruizione.

Estratti dal Catalogo della Mostra:
Dal saggio di Gloria Bianchino: Il disegno del realismo

Un gruppo importante di disegni e' quello per le illustrazioni della Divina Commedia (inv. n. A008439S- A008124S) per le quali Sughi ha dovuto dialogare con un patrimonio di immagini enorme; fra queste pero' quelle che piu' lo devono avere interessato sono le illustrazioni di Gustave Dore' per la loro analitica ricchezza, certo, ma piu' forse perche' hanno saputo diradare le composizioni, concentrarle attorno ai protagonisti, e rendere attorno ad essi come il vuoto, lo spazio del paesaggio. Ma se questo sistema di riferimenti poteva andare bene per rappresentare l’Inferno, beninteso insieme a un rinnovato dialogo con le litografie di Daumier e con i dipinti di Gericault, Sughi aveva bisogno di altri modelli per rappresentare il Paradiso ed anche per rappresentare il volto di Dante. Alcuni disegni, proprio sul volto di Dante, riconducono ad altre atmosfere, da David a Dante Gabriele Rossetti (inv. nn. A008439S, A008441S), mentre nell’insieme dei disegni trovi echi di Rodin ma anche del realismo grafico degli anni ’50, sottili citazioni di manieristi del Cinquecento e riprese evidenti da Goya de La Quinta del Sordo e dunque dell’ultimo periodo di quell’artista, come nel caso di Farinata degli Uberti (inv. nn. A008472S, A008471S). Naturalmente la cultura di un artista e' la sua stessa lingua, che e' lingua storica, e quindi non dobbiamo fraintendere quello che si e' scritto, Sughi ha consapevolezza storica dell’arte del passato e utilizza alcune forme, alcune scritture per una sintesi nuova e diversa e efficacissima che e' evidente in ogni disegno preparatorio e poi in quelli finali.

Arturo Carlo Quintavalle: Alberto Sughi
Alberto Sughi ha costruito negli anni una strada nuova nella pittura. Certo ha saputo voluto scegliersi una via molto diversa dalle altre, e anche se ha sempre dialogato con gli intellettuali legati al realismo; ma anche se ha lasciato che interpretassero le sue opere sempre attraverso i contenuti e non le scritture che sono quelle che danno il senso ai contenuti, pure ha sentito la i importanza di un percorso di ricerca che non fosse subalterno ad altri., certo, e, come ha riconosciuto nella intervista, la esperienza di Guttuso, nei tre anni di soggiorno a Roma, e' stata importante, come lo e' stata anche quella fatta insieme al gruppo del Portonaccio, ma subito le strade si sono divise. E’ vero, Sughi e Vespignani e Ferroni e Banchieri si sono incontrati a Milano agli inizi degli anni ’60 per una serie di mostre e a volte Sughi e' stato ricondotto al Realismo Esistenziale, una formula felice che ha identificato un gruppo di pittori certo realisti ma attenti, aperti al nuovo. Se Guttuso e il Partito Comunista escludevano dal mondo dell’arte Eliot e Bacon e Beckett e la pittura astratta e la pop americana, Sughi, allontanandosi da Roma, ha costruito un discorso molto diverso. Il dialogo, prima di tutto, con le altre esperienze, con altre ricerche, e poi la consapevolezza della complessita' di ogni vicenda pittorica e la necessita' di dipingere in modo nuovo, fuori degli schemi, fuori del cubismo analitico o sintetico e fuori dal realismo, anzi dei realismi e soprattutto fuori dei realismi post- zdanoviani.

E’ difficile ricostruire le fasi della ricerca pittorica di Sughi perche' gli interpreti della sua pittura la hanno in qualche maniera omologata la linea del realismo, ma non ci vuole molto a comprendere che gli inizi di Sughi sono stati molto diversi, e abbiamo provato a ricostruirli; il dialogo con gli artisti molto diversificato, da Torino a Roma a Milano dalla Germania agli Stati Uniti; pochi i nessi con il realismo ufficiale di marca sovietica o tedesca degli anni ’50, sensibilita' invece per le avanguardie, quelle pittoriche dell’Espressionismo Astratto americano e dell’Informale europeo; consapevolezza delle filosofie della esistenza e dunque anche di una grande crisi intellettuale dell’occidente, quindi ricerche puntate sugli artisti che esprimono questa crisi, come i pittori inglesi da Bacon a Sutherland, ma senza dimenticare, per la messa in scena delle proprie pitture, il dipingere di Hopper, e in genere della pittura americana degli anni ’30, e la dimensione onirica di certo Otto Dix o del primo Grosz o di Beckmann. Certo, pittori impegnati a sinistra, ma per Sughi questo impegno, che vi e' sempre stato, vuole dire anche scandagliare la realta' umana e proporla in altre forme, con altri linguaggi. Dove e come quindi dipingere il tempo se non utilizzando de Chirico e Magritte, per non dire de “L’isola dei morti" di Boeklin, oppure le sospese atmosfere di Max Klinger o ancora le terribili, scavate figure di Egon Schiele? Tutto questo fa comprendere come le letture di Sughi non sono state quelle della ideologia, ma semmai il romanzo e il romanzo realista ottocentesco, ma anche il teatro dell’assurdo, dunque il teatro dove gli eventi non esistono ma semmai le attese, dove gli spazi non esistono se non in funzione di gesti, dove le persone non si incontrano ma si attendono, come in Aspettando Godot di Beckett (1952) o in Giacomo o la sottomissione (1955) oppure ne Il rinoceronte (1959) di Ionesco. Le attese, i non eventi, lo spazio vuoto dell’esistere, le difficolta' di operare nel mondo degli oggetti, l’isolamento delle persone, tutto questo e' nel teatro degli anni ’50, e' nella riflessione esistenziale di Jean Paul Sartre prima della conversione al marxismo, ed e' anche, sia permesso scriverlo, nella pittura di Alberto Sughi.

In fondo se si riflette sulla sua ricerca si scopre che,rispetto a tante altre di pittori realisti ormai ai margini del dibattito,essa resta ancora molto attuale, e questo forse perche' proprio la camicia del realismo va stretta ad Alberto Sughi, e gli si adatta semmai un altro genere di definizione, quella di un grande narratore del nostro tempo che usa i mezzi della ricerca piu' avanzata, e dunque non quelli tradizionali del realismo, per esprimere non solo questo disagio ma anche un grande messaggio positivo, sulla storia della pittura come fonte inesauribile di nuovi stimoli, e sulla necessita' di collegare insieme la pittura al di qua e quella al di la' dell’Atlantico, senza contrapposizioni, senza steccati. Sughi, lo abbiamo veduto, e' un grande narratore, ma e' insieme anche uno dei pochi pittori di oggi che sappia raccontarsi, e in questa direzione gli sono accanto Gioacometti, Bacon, de Kooning e una scultrice la Richier. Prima certo ci sono molti altri, da Dix a Schiele, da Gosz a Beckmann, ma tutti questi sono stati troppe volte appiattiti da una lettura semplicemente sociologica; forse cogliere dentro di essi, e in Grosz e in Dix in Schiele e in tanti altri,una capacita' di dare forza al loro segno attraverso il peso delle citazioni dalla grafica tedesca del ‘400 da Scho'ngauer a Du'rer potrebbe aiutare a far capire quanto pesi la storia della illustrazione nella idea degli spazi che Sughi ha saputo costruire, anzi inventare, quanto dunque le figure di Gustave Dore' e quelle di Daumier abbiano giocato nella costruzione dei grandi,assurdi vuoti che circondano le figure di Sughi e, piu' ancora, quanto la idea di inventare un ciclo, molti cicli litografati o incisi attraverso una sequenza di tavole, abbia suggerito a Sughi la idea di dipingere per serie, per sistemi di dipinti collegati, come un enorme sistema narrativo, come un romanzo.

Per questo Sughi e' un grande narratore, non un grande narratore realista, anzi semmai un narratore che riesce a sublimare la scrittura apparentemente realista attraverso le grafie nuove della astrazione o comunque scritture diverse, che permettono di comprendere meglio ogni storia. Quelle dei cicli dipinti, le altre dei cicli disegnati, litografati, incisi. In fondo quella di Sughi e' l’arte del romanzo, ma di quelli confessione, di quelli che scavano nel profondo: cosi' la tradizione del racconto legata al mondo post-viennese della psicoanalisi credo possa aiutare a comprendere Sughi, pero' piu' Kafka o Musil che Thomas Mann.

Inaugurazione: 21 dicembre ore 18.00

Palazzo della Pilotta - Salone dei Contrafforti
via Verdi - Parma

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Amos Nattini
dal 25/9/2015 al 14/11/2015

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