Istituto degli Innocenti
Firenze
piazza Santissima Annunziata, 12
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Dissonanze
dal 29/1/2006 al 29/1/2006
ore 17,30
055 3791285

Segnalato da

Consuelo de Gara



approfondimenti

Thom Mayne



 
calendario eventi  :: 




29/1/2006

Dissonanze

Istituto degli Innocenti, Firenze

Il nuovo appuntamento con i grandi dell’architettura contemporanea avra' come protagonista Thom Mayne dopo Norman Foster, Yona Friedman, Bernard Tschumi e Peter Eisenman. A lui e' infatti dedicata la prima lecture della stagione dell’Osservatorio sull’Architettura di Targetti che, con il contributo critico di Pino Brugellis e Lara-Vinca Masini, cerchera' di indagare il complesso mondo che caratterizza il suo linguaggio architettonico.


comunicato stampa

Incontro con Thom Mayne

Dopo Norman Foster, Yona Friedman, Bernard Tschumi e Peter Eisenman, il nuovo appuntamento con i grandi dell’architettura contemporanea avra' come protagonista Thom Mayne. A lui e' infatti dedicata la prima lecture della stagione 2006 dell’Osservatorio sull’Architettura di Targetti che, con il contributo critico di Pino Brugellis e Lara-Vinca Masini, cerchera' di indagare il complesso mondo che caratterizza il suo straordinario linguaggio architettonico.

Personaggio d’eccezione a capo dello studio di architettura piu' innovativo e dissacrante del panorama internazionale, l’americano Thom Mayne |Morphosis| e' il vincitore dell’edizione 2005 del Pritzker, il piu' autorevole premio di architettura al mondo.
Definito dalla critica come “il prodotto dei turbolenti anni sessanta che ha trasformato in realta' l’ardente e ribelle desiderio di cambiamento" l’architetto statunitense e' senza dubbio l’esponente piu' radicale e anticonformista dell’architettura contemporanea.
Formatosi nella cultura della contestazione e del controprogetto, ha saputo rinnovarsi negli anni ponendosi ai vertici dello star system internazionale, senza perdere la forza dirompente che ha caratterizzato il suo lavoro sin dai primi progetti. Il suo passaggio da “ragazzaccio dell’architettura" a rappresentante dell’establishment acclamato e riconosciuto da quel pubblico borghese che lui stesso aveva fortemente criticato qualche anno prima e' testimoniato dal prestigioso riconoscimento del Pritzker, che per Mayne rappresenta una rivincita per tutti gli anni impiegati a lottare per tutelare la purezza delle sue idee poco ortodosse: “Per tutta la vita" - ha dichiarato - “sei definito un outsider ma non legittimato ad esserlo, e poi di colpo ricevi degli onori proprio per questo".

Le opere di Morphosis sono architetture sconvolgenti, dissonanze armoniche piene di energia e tensioni spaziali, schegge di cemento armato, acciaio e vetro capaci di creare un’architettura originale, rappresentativa dell’unicita' e della mancanza di radici della cultura californiana e in cui non si vede l’influenza ne' del modernismo europeo ne' di quello orientale ne' della tradizione architettonica statunitense.

Il suo lavoro e' caratterizzato da un approccio intuitivo e riflessivo che cerca di aggiungere ancora “un’altro tono a quella conversazione che da qualcuno e' percepita come la cacofonia della vita": architetture che rappresentano la complessita' della contraddizione, del conflitto, del cambiamento e del dinamismo ottenute mediante una metodica rigorosa ancora capace di lasciare spazio all’imprevisto. Un lavoro percepito come musica della realta' che, attraverso la stratificazione di nuovi toni, aggiunge raffinate complessita'.

Per questo le sue architetture non sono contraddistinte dalla de-costruzione bensi' dalla complessita' della contraddizione grazie alla quale Mayne crea una sintassi del linguaggio architettonico particolarmente articolata, che fa emergere le molteplicita' e le discrepanze che contraddistinguono la contemporaneita'. Il suo linguaggio libero dalle costrizioni dell’ideale classico - fatto di ristrettezze formali che non appartengono piu' alla nostra vita - indaga attraverso un’accurata metodologia il lato istintivo e oscuro della realta'. Cosi' le sue architetture infrangono l'unita', l'equilibrio e la gerarchia della composizione classica per creare una geometria instabile con forme disarticolate e decomposte; uno “straniamento" e uno “spiazzamento" enfatizzati anche dall’uso “estremo" dei materiali, che annullano l'opposizione interno/esterno sovvertendo il concetto stesso di spazio. Le pareti si inclinano, si fendono, si aprono; e' l’idea stessa di chiusura a essere destabilizzata e disintegrata. Lo spazio diviene allora una perturbazione della statica e della tettonica tradizionale: una messa in crisi della nozione di verticale e orizzontale. Architetture dai volumi dinamici, dal carattere del “non finito" che divengono frammento di paesaggio che rifugge l’anonimato e la neutralita' assorbendo gli idiomi e la sintassi locale: il linguaggio architettonico comincia a stratificarsi di significati che sono connessi al luogo ed al tempo della citta' e fornisce un’armatura per lo sviluppo.

Salone Brunelleschi, Istituto degli Innocenti,
Piazza Santissima Annunziata, Firenze

La partecipazione e' ristretta.
Si prega di dare conferma della propria presenza entro il 20/01/06

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Patrick Mimran
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