Galleria del Carbone
Ferrara
via del Carbone, 18/A
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WEB
Antonio Torresi
dal 10/2/2006 al 4/3/2006

Segnalato da

Paolo Volta




 
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10/2/2006

Antonio Torresi

Galleria del Carbone, Ferrara

Tra Natura e Artificio. In mostra venti quadri ad olio, gli acquerelli, gli stucchi colorati su tavola, che documentano il lavoro dell'artista ultimi tre anni.


comunicato stampa

Tra Natura e Artificio

I venti quadri ad olio, gli acquerelli, gli stucchi colorati su tavola che Antonio Torresi presenta in questa sua mostra documentano il lavoro degli ultimi tre anni, a partire dalla sua personale dell’estate 2002 a San Francisco.
Come di consueto egli rivisita il Mito, visto piu' come dimensione mentale che allegoria classica, trasfigurando piu' l’Adriatico che la Magna Grecia, in una sorta di sur-realta', incantata e sensuale al tempo stesso.
Vi e' presente il ricordo di certa pittura del Novecento, tra De Chirico e Gigiotti Zanini, degli studi di scenografia fatti all’Accademia di Firenze (si vedano i cosiddetti “teatrini"), dei personaggi della Mitologia, ma fatti scendere dall’Olimpo e incorniciati in una dimensione quasi terragna.

All’artista interessa infatti soprattutto il rapporto fra il mondo reale e quello per cosi' dire “onirico", la Natura e la sua trasfigurazione introspettiva, il contrasto fra quello che l’occhio percepisce e la dimensione psichica della fantasia.
Emblematici risultano difatti quelli interventi in rilievo ai quali egli si e' dedicato nell’ultimo anno: nella pittura l’ombra e', per forza di cose, artificiale, mancandovi la tridimensionalita' e l’artista ha allora recuperato quella tradizione, che va dal Rinascimento agli interventi tardo-liberty di Duilio Cambellotti, in cui la pastiglia o gli stucchi servivano a dar forma, aggetto alle ombre e alle figure, che diventavano quasi “reali".
E cosi' gli alberi sulle sue spiagge di sogno hanno un’icastica dimensione per via dei tronchi e dei rami sapientemente modellati, cosi' come i panneggi neo-fidiaci che rivestono taluni personaggi, come fossero un’ idealizzata schiuma marina, per non parlar poi delle grandi rose e delle dalie, in quelle nature morte che si posson “toccar con mano", apparendo naturalisticamente delineate e sensualmente tattili.

Antonio Torresi, studioso di antichi ricettari e pittore post-moderno, e' giunto cosi' ad una sorta di lieve forma di scultura, che gli permette di far emergere dall’azzurrita' degli sfondi forme e figure
policrome che hanno un tenue rilievo, “sporgendo" da tele e tavole con delicato ma pastoso effetto lirico e senso di trasfigurazione del reale.
Ovvero, come nell’arte dei nostri predecessori, spesso tesi a raggiungere un loro particolare equilibrio fra Natura e Artificio, per l’appunto.
Lucio Scardino

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Antonio Torresi ha 55 anni e vive a Firenze, dove si e' diplomato presso l’Accademia di Belle Arti.
Pittore, restauratore, pubblicista, illustratore, scenografo, ha lavorato per molti anni presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze ed insegnato per qualche tempo Restauro presso le Accademie di Belle Arti di Ravenna e di Carrara.
A partire dal 1990 ha curato numerosi testi di tecnica artistica, l’ultimo dei quali e' la riedizione de “La Scienza della Pittura" di Jehan Georges Vibert, tradotto da Gaetano Previati (1893).
Ha allestito altre quaranta mostre personali in Italia e all’estero e partecipato a numerose collettive.
Suoi dipinti sono conservati presso musei e pubbliche istituzioni di Acireale, Bondeno, Carrara, Casore del Monte, Catania, Cattolica, Cento, Comacchio, Copparo, Ferrara, Firenze, Giulianova, Latina, Lido di Spina, Poggio Bustone, Pontelagoscuro, Portomaggiore, Ravenna, Rovereto, Spinea, Tavarnuzze, San Francisco, Trasanni, Voghiera.

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