The State Russian Museum
St. Petersburg
Anglijskaja Nabereznaja 44 (Rumiancev Palace)
007 8122380503, 5954248
WEB
Lucio Fontana
dal 2/3/2006 al 9/5/2006

Segnalato da

MART



 
calendario eventi  :: 




2/3/2006

Lucio Fontana

The State Russian Museum, St. Petersburg

La mostra si articola in quattro sezioni. La prima riguarda i rapporti tra "spazio, materia e dinamismo", analizzati nelle opere degli anni Cinquanta. La seconda decrive l'uso dello spazio inteso come "luce", tema diffuso in tutta la produzione dell'artista. Nella terza fase del percorso lo spazio diventa "rappresentazione". Infine, una quarta sezione presenta lo "spazio come spazio", con una sequenza di quadri elaborati con i celebri "tagli". A cura di Gabriella Belli.


comunicato stampa

Un maestro europeo. La poetica dello spazio tra invenzione e rappresentazione

a cura di Gabriella Belli

Il Mart presenta Lucio Fontana in Russia. Nel Palazzo di marmo dello State Russian Museum di San Pietroburgo, dal 3 marzo al 10 maggio 2006, quaranta opere dell'artista italiano illustrano un periodo fondamentale nell'intero arco dell'attivita' di Fontana, quello della sua ricerca "spazialista" fra il 1951 e il 1967.

Si tratta della seconda esposizione organizzata in Russia dal Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, dopo Futurismo. Novecento. Astrazione. Arte italiana del XX secolo, esposta all'Ermitage nel 2005.

La mostra Lucio Fontana, un maestro europeo. La poetica dello spazio tra invenzione e rappresentazione, e' curata da Gabriella Belli con la collaborazione di un comitato ordinatore composto da Luciano Caramel, Francesco Tedeschi e Giorgio Verzotti.

La selezione che sara' esposta al Palazzo di marmo comprende opere scelte per poter offrire allo sguardo del visitatore una sintesi dei temi centrali nel lavoro dell'artista italiano, che e' stato tra i protagonisti dell'arte europea e mondiale del secondo dopoguerra. Fontana e' uno degli artisti che meglio hanno saputo interpretare l'epoca in cui e' vissuto, usando lo spazio, nella sua entita' fisica, come metafora della dimensione cosmica, o l'infinito come luogo della rappresentazione.

Il percorso espositivo

La mostra si articola in quattro sezioni, che ripercorrono altrettanti temi chiave della ricerca di Fontana. Una prima sezione riguarda i rapporti tra "spazio, materia e dinamismo", analizzati nelle opere degli anni Cinquanta, come il Concetto spaziale con fondo nero del 1955, o il Concetto spaziale su fondo bianco del 1956, tra i piu' interessanti della serie di quadri con "pietre" di vetro colorate.

La seconda sezione decrive - con opere come il Concetto spaziale su fondo rosso del '55 o come il Concetto spaziale, attese del 1959, tra i primi con "tagli" e con l'uso del colore oro - l'uso dello spazio inteso come "luce", tema diffuso in tutta la produzione dell'artista. In questa sezione si puo' ammirare anche una delle piu' suggestive tele del ciclo dedicato a Venezia nel 1961, Sole in piazza San Marco.

Nella terza fase del percorso lo spazio diventa "rappresentazione". Nei "Teatrini" degli anni Sessanta Fontana torna a concepire la tela come luogo di presentazione di immagini e forme che vi si depositano; e allo stesso tempo lo spazio di Fontana diventa "metafisico", per la particolare soluzione proposta dai quadri ovali della serie cosiddetta "Fine di Dio".

Infine, una quarta sezione presenta lo "spazio come spazio", con una nutrita e significativa sequenza di quadri elaborati con i celebri "tagli". Scrive Gabriella Belli nel catalogo della mostra: "L'approdo finale di Fontana e' il taglio sulla tela, gesto semplice quanto assoluto, che nel negare la bidimensionalita' della superficie pittorica, si apre a piu' profonde considerazioni di carattere non solo fisico, ma anche "metafisico" e filosofico".

L'arte di Lucio Fontana

Ritenendo le forme e le tecniche tradizionali ormai superate, Fontana, nei testi elaborati ai tempi della fondazione del movimento spaziale, di cui rappresenta il fulcro teorico e operativo, parlo' della necessita' di staccarsi dai mezzi della pittura e della scultura per ambire a un'arte espressa per colori, forme e suoni che sono nello spazio o sono lo spazio stesso. Realizzazioni emblematiche in questo senso sono gli Ambienti spaziali, progettati e realizzati a partire dal 1949, che possono essere considerati tra le prime forme di "installazione", altro motivo per il quale Fontana e' tra gli innovatori dell'arte del presente. In un suo scritto del 1951 Fontana dice, al proposito: "La vera conquista dello spazio fatta dall'uomo, e' il distacco dalla terra, dalla linea d'orizzonte, che per millenni fu la base della sua estetica e proporzione. Nasce cosi' la 4' dimensione, il volume e' ora contenuto nello spazio in tutte le sue dimensioni".

Anche se l'obiettivo della sua posizione teorica sembra trovare negli "Ambienti" la sua realizzazione compiuta, proprio da quegli anni Fontana elabora opere che hanno per riferimento la superficie della tela, con procedimenti pittorici e con interventi di varia natura, i "buchi" e poi i "tagli" che aprono lo spazio dello schermo del quadro, e l'inserimento di pezzi di vetro colorato uniti alla pittura, per attribuire un carattere materico alle sue composizioni. Fino allora considerato prevalentemente "scultore", Fontana avvia un personale confronto con la pittura che consiste nell'usare la superficie come elemento spaziale, alla stregua dello spazio vero e proprio degli ambienti architettonici da lui progettati, e pertanto le sue superfici diventano il prioritario luogo di elaborazione delle sue ipotesi di spazio.

I testi critici del catalogo della mostra, edito da Palace Editions, Formia, sono redatti da Luciano Caramel, Francesco Tedeschi e Giorgio Verzotti. Approfondiscono, secondo percorsi critici attenti al ruolo e al valore dell'opera di Fontana nel contesto dell'arte mondiale del Novecento, gli aspetti caratterizzanti della ricerca artistica di Fontana nell'arco della sua produzione spazialista.

Lucio Fontana (Rosario de Santa Fe', 1899 - Comabbio, Varese, 1968)

Nato in Argentina, gia' nel 1905 e' con la famiglia in Italia, a Milano, dove adolescente frequenta gli studi tecnici, ultimati nel 1918, dopo una breve parentesi che lo vede arruolato nell'esercito italiano allo scoppio della I'Guerra Mondiale. Quattro anni piu' tardi torna in Argentina, dove nel 1924 apre uno studio di scultura. La sua plastica e' inizialmente influenzata dall'opera di Aristide Maillol. Ritornato in Italia nel 1928, s'iscrive all'Accademia di Belle Arti di Brera, sotto la guida dello scultore Adolfo Wildt. Nel 1930 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia. L'anno successivo realizza le sue prime "tavolette graffite", opere in cemento colorato inciso da un segno gia' quasi informale, con tracce materiche, che anticipano le scelte informali degli anni Cinquanta. Nel 1934 si avvicina al gruppo degli astrattisti italiani, Melotti, Soldati, Reggiani, Licini, Veronesi, ed e' pure tra i firmatari del manifesto del movimento parigino Abstraction-Cre'ation.

Nel 1940 ritorna a Buenos Aires, dove, nel 1946, con Jorge Romero Brest e Jorge Larco, fonda l'Accademia di Altamira., che diventa ben presto un punto d'incontro per giovani artisti ed intellettuali, insieme ai quali Fontana scrive il Manifesto Blanco, dove si esplicitano i principi teorici dello Spazialismo. A questo primo manifesto ne seguiranno altri cinque, tutti scritti da Fontana in Italia, tra il 1947 e il 1952: Primo manifesto spaziale (1947), Secondo manifesto (1948); Proposta per un regolamento, (1950), Quarto manifesto dell'arte spaziale, (1951), Manifesto del movimento spaziale per la televisione, (1952).

Fino al 1949 si dedica prevalentemente alla scultura; tuttavia, realizza alcuni gouaches (Evoluzioni e Ambienti spaziali) che preludono all'installazione Ambiente spaziale, realizzata nel 1949 presso la Galleria del Naviglio a Milano, nella quale propone l'uso del neon, una vera anticipazione delle sperimentazioni degli anni Sessanta. Nel 1952, sempre al Naviglio di Milano, presenta le prime tele con i "buchi", esito di una ricerca iniziata nel 1949, che Fontana riporta anche in alcuni importanti progetti architettonici, realizzati in collaborazione con l'architetto razionalista Luciano Baldessari.

Tra il 1952 e il 1953 sperimenta nuove tecniche con cui crea i suoi primi "concetti spaziali" e le sue "costellazioni", opere realizzate con spessi strati di colore, disposto a vortice o a macchie, al quale unisce pietre o vetro colorato (Concetti spaziali), oppure, con la tecnica del dripping, sabbia (Costellazioni). Nel 1955 partecipa alla VII Quadriennale romana e tiene la sua prima personale a Roma, presso la Galleria dello Zodiaco, dove espone lavori in ceramica, tecnica che utilizza per tutti gli anni Sessanta. Tre anni piu' tardi sperimenta le sue prime opere con i "tagli", che realizza sia su tela (serie delle Attese), sia in scultura (serie delle Nature).

Nel 1961 Fontana esegue un ciclo dedicato a Venezia (presentato alla mostra Arte e Contemplazione, Venezia, Palazzo Grassi e poi a New York, Martha Jackson Gallery), nel quale l'impasto pittorico denso e' attraversato da tagli aggettanti, che suggeriscono una sensazione plastica di bassorilievo. Negli anni Sessanta Fontana si apre a nuove esperienze come il ciclo La fine di Dio (1963), grandi tele monocrome, di forma ovoidale, tormentate da buchi e tagli, che evocano l'idea della divinita' e del vuoto, i Teatrini(1964), tele astratte perforate e poste in una cornice che rievoca un'ambientazione scenica, e le Ellissi (1967), legni di forma ellittica caratterizzati da fori distanziati ad intervalli regolari. La sua ricerca assolutamente originale nel panorama dell'arte internazionale gli vale una primogenitura importante per la nascita dell'arte contemporanea in Italia.

Direzione scientifica: Gabriella Belli

Comitato ordinatore: Luciano Caramel, Francesco Tedeschi, Giorgio Verzotti

Coordinamento organizzativo: Beatrice Avanzi

The State Russian Museum
Anglijskaja Nabereznaja 44 (Rumiancev Palace) - San Pietroburgo

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