Circolo Culturale Bertolt Brecht. Spazio2 - Giovanola
La mostra propone lo sguardo che Cattaneo ha posato sul Naviglio della Martesana tra il 1958 e il 1960, per riproporre il rapporto tra la citta' e questa importante via d'acqua, attraverso il lucido utilizzo che l'artista propone della realta' esterna.
La Martesana 1958-60
Non vi e' alcun dubbio che Milano rappresenti in un certo senso un'eccezione
rispetto sia a molte capitali europee, sia a molte citta' italiane: non sorge
infatti presso alcun grande fiume, le manca quel rapporto particolare ed
esclusivo che molte citta' stabiliscono con le proprie acque, le quali
finiscono per rappresentarle. Basti pensare, a questo proposito, al rapporto
che i parigini hanno con la Senna (la mente corre immediatamente alla
"Canozone della Senna" di Pre'vert, ma anche a numerosi dipinti
impressionisti), o che i Londinesi hanno col Tamigi (chi non conosce la sfida
di canottaggio che dal 1829 contrappone le univerita' di Oxford e Cambridge,
nelle sue acque?), o ancora che Roma ha con il Tevere (che per gli antichi era
addirittura un Dio, il biondo Tevere, da rispettare ed amare, ma nelle cui
acque si bagnavano, ancora negli anni 60 i "ragazzi di vita" pasoliniani).
Milano non ha la fortuna di sorgere sulla riva di un fiume, ma fin dal
Medioevo ha coltivato lo sviluppo e il mantenimento di un sistema di Navigli,
che potesse colmare questa mancanza con opere di incredibile ingegneria
idraulica (alcune delle quali sviluppate dal genio di Leonardo da Vinci): nel
1272 fu terminata la costruzione del Naviglio Grande, straordinaria via
d'acqua verso il Ticino, mentre il Naviglio della Martesana fu terminato (dopo
soli 40 anni di lavori) nel 1497, permettendo di collegare Milano all'Adda e
al Lago di Como.
Questo Naviglio ha origine dall'Adda, presso il Castello di Trezzo e prende il
nome dal contado che attraversa ("Si costrui' un canale dal castel di Trezzo
alla citta', e denominossi della Martesana, contado che traversa." - cosi'
descrive Cesare Cantu' la costruzione del corso d'acqua) per giungere a Milano
presso la "Cassina de Pomm", antico albergo o osteria. Fin da subito l'impatto
della Martesana sull'economia e sul territorio milanese fu imponente, per il
doppio ruolo di canale navigabile e dispensatore di acqua per l'irrigazione
dei campi. Nel 1800 fu istituito un servizio regolare di trasporto passeggeri,
il cosidetto "barchett de' Vaver".
Fino al ventennio fascista il Naviglio della Martesana, come del resto gli
altri navigli meneghini conobbe grande floridezza (pur incutendo rispetto e
timore negli abitanti dei comuni vicini, per le sue acque placide ma scure),
mentre dopo gli anni '30 inizio' un periodo di decadenza, il cui culmine si
ebbe negli anni '60, quando il tratto urbano della Martesana venne interrato,
e subi' un sempre maggior degrado, a causa dell'aumento dell'inquinamento e
dello stato di incuria in cui versava. Solo a partire dagli anni '90 e'
iniziato un percorso di riqualificazione del Naviglio della Martesana (e degli
altri Navigli milanesi).
All'interno della decima edizione del Mondo Urbano, dedicata proprio al
rapporto tra la citta' di Milano e le sue acque, il Circolo Culturale Bertolt
Brecht propone lo sguardo che Enrico Cattaneo ha posato sul Naviglio della
Martesana tra il 1958 e il 1960, per riproporre il rapporto tra la citta' e
questa importante via d'acqua, attraverso il lucido utilizzo che Cattaneo
propone, secondo le sue stesse parole, della realta' esterna, strumento per
ricercare l'immagine che il fotografo ha sognato e immaginato in precedenza.
Aldo Torrebruno.
Enrico Cattaneo e' nato a Milano nel 1933. Si occupa di fotografia amatoriale
dal 1955, prediligendo, in quegli anni, il reportage e il racconto sociale.
Dal 1963 e' fotografo professionista: si dedica quasi esclusivamente alla
riproduzione di opere d'arte, lavorando per pittori, scultori, architetti,
gallerie ed editori d'arte contemporanea. Sue fotografie illustrano
numerosissime monografie e cataloghi per artisti di tutto il mondo. Ha
allestito circa cinquanta mostre personali e ha partecipato a importanti
collettive in Italia e all'estero. Vive e lavora a Milano. Hanno scritto di
lui: Gino Baratta - Rossana Bossaglia - Enrico Crispoldi - Dennis Curti
-Francesca Della Monica - Luigi Erba - Matteo Galbiati - Lorella Giudici -
Ermanno Krumm - Elisabetta Longari - Alberto Lui - Angela Madesani - Zlata
Maltaric - Giuseppe Marchiori - Barbara Mazzoleni - Roberto Mutti - Daniela
Palazzoli - Mimma Pasqua - Francesca Pola - Elena Pontiggia - Patrizia Serra -
Giorgio Seveso - Stefano Soddu - Luisa Somaini - Emilio Tadini - Francesco
Tedeschi - Tammaso Trini - Giuseppe Turroni - Miklos Varga - Albertio Veca -
Lea Vergine
Circolo Culturale Bertolt Brecht
Spazio 2
Via Giovanola 21/c - Milano