Torre Viscontea
Lecco
Piazza XX Settembre, 5
0341 481247 FAX 0341 369251
WEB
Mauro Benatti
dal 10/3/2006 al 8/4/2006
Da martedi' a venerdi' 15-19, sabato e domenica 10.30-12.30 e 15-19. Lunedi' chiuso

Segnalato da

Dino Spreafico




 
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10/3/2006

Mauro Benatti

Torre Viscontea, Lecco

5 Movimenti per un corpo solo. Opere 2005. In questa mostra l’omaggio dell'artista e' rivolto alla figura femminile. A cura di Anna Caterina Bellati.


comunicato stampa

5 Movimenti per un corpo solo. Opere 2005

a cura di Anna Caterina Bellati

Attraverso le contrade del mito

Da sempre Mauro Benatti indaga le contrade del mito. All’inizio della civilta' il mythos non ha quella funzione di grande fascino che esercitera' in seguito, all’indomani della nascita della coscienza storica. A partire dal VII e fino almeno al I secolo avanti Cristo, fornisce semmai una spiegazione e insieme garantisce la validita' del patrimonio sociale, intellettuale e morale della cultura vigente. In un passato piu' o meno lontano si proiettano i sogni e le aspettative della collettivita', inserendole in una cornice di sacralita' che in qualche misura ne legittima la forza.

Venuto al mondo in un contesto arcaico, il mito contiene non pochi elementi magici. Le cose e gli animali, i fenomeni della natura e le leggi sconosciute dell’universo vengono umanizzati. Ogni metamorfosi diventa cosi' possibile: il luogo degli dei, degli eroi e degli uomini costituisce un unico crogiolo in cui si mescolano sacro e profano.

Di piu'. Fra le cose della sfera sacra e quelle della sfera profana esiste una sorta di continuita' che il mito ricrea e ribadisce. Molti riti religiosi raccontati nei poemi epici riproducono nel presente una vicenda mitica, amplificandone il valore. Fra i temi trattati dal mito in primo piano ci sono la nascita e la morte, la creazione e la formazione dei cieli e di tutto cio' che contengono, l’origine degli elementi naturali, la spiegazione di cio' che risulta inspiegabile. Come il vento o l’arrivo della notte; il fuoco o la crescita delle piante. Il mondo del mito e' contrapposto infatti a quello della scienza e bisognera' aspettare secoli perche' l’uomo affidi le proprie conoscenze non piu' alle leggende, ma alla ricerca empirica. C’e' ancora un altro aspetto che va preso in considerazione. Prima della codificazione delle leggi, il mito ha anche un ruolo regolatore della vita civile. I suoi divieti toccano sia l’etica comportamentale che la sfera morale. Proibisce l’incesto, protegge il matrimonio; condanna l’omicidio, favorisce l’amore; impedisce il furto e il ratto della donna altrui, accompagna gli uomini lungo il percorso della loro vita.

Questo patrimonio non va confuso con le favole che invece hanno una motivazione ludica e semmai pedagogica. Non si tratta soltanto di una diversita' di contenuti, ma del diverso atteggiamento che ha la societa' nei suoi confronti. Il mito richiede un’adesione di fede, anticipa dunque la religione: quando dal politeismo si passa al monoteismo allora il mito si trasforma nel luogo della fantasia. Di molti miti s’impossessa la scrittura degli antichi. Omero e in seguito Virgilio arrivano, registrandoli, a storicizzarli. Cosi' una serie di episodi un tempo sospesi tra l’assoluto e l’incerto, entrano a far parte di una prima codificazione storica. Il racconto della fondazione di Roma, per esempio, si basa su notizie inventate che poggiano su una mescolanza di miti alla base delle regole famigliari. Enea prende suo padre sulle spalle, porta il figlioletto con se', fugge da Troia in fiamme e attraverso il vasto mare va in cerca di una terra dove fondare un impero millenario. Non vi e' nulla di vero, ma da li' nasce la storia di Roma.

La medesima cosa accade al personaggio di questa mostra, Pentesilea. Nata da una costola del mito, entra di diritto nella storia perche' Virgilio la inserisce nell’Eneide, il poema che appunto parte dal crollo definitivo di Troia, per giungere a raccontare la fondazione di una nuova civilta'. Intanto Pentesilea e' la regina delle Amazzoni. Figlia di Ares, re della guerra e di Otrera, eredita dal padre la fierezza e l’arroganza e dalla madre la straordinaria bellezza. Quando diventa una fanciulla rivela una forza e un comportamento maschili che poco si addicono a una giovane donna dai tratti delicatissimi. La madre, preoccupata, ne parla con il suo sposo e gli chiede di trovare una soluzione. Ares decide di dare in dono alla figlia ribelle la Cappadocia, una terra dove potra' sfogare il proprio bisogno di liberta'. Qui Pentesilea incontra altre fanciulle desiderose di affermare la propria indipendenza dal mondo degli uomini e insieme fondano il regno delle Amazzoni. L’unico regno femminile di cui la storia abbia memoria.

Le Amazzoni abitavano vicino a un fiume, il Termodonte, nella regione del Ponto, sulle coste meridionali del Mar Nero. Per questo, allo scoppio della guerra di Troia, il popolo delle donne guerriere decise di andare in soccorso dei troiani, per dare una lezione a quei prepotenti dei greci. La guerra procedeva a fasi alterne, si trattava di scaramucce, piu' che di vere battaglie. Le Amazzoni facevano spesso valere la propria superiorita'. Finche' un giorno Pentesilea non deve affrontare Achille che la uccide. E quando l’eroe nemico le toglie l’elmo, s’innamora di lei, ma e' troppo tardi, Pentesilea e' morta.

Scriveva di lei Virgilio: ... Pentesilea furiosa / guidava le sue Amazzoni dagli scudi lunati / la vergine guerriera - una cintura d’oro / sotto il seno scoperto - ardeva nella mischia / ed osava combattere coi guerrieri piu' prodi (Eneide, 1, 570-574). I miti propri di una determinata cultura tendono a organizzarsi in cicli, legati a una terra particolare o a una speciale figura. Il lavoro di Mauro Benatti continua il mito di Pentesilea e delle sue Amazzoni. Lo scultore di Airuno ha il suo studio in un luogo di bellezza straordinaria, proprio in riva all’Adda. Di fronte vede il castello di Brivio e il paese che si avvia verso il parco naturale del fiume. Nella vecchia cascina che ospita i suoi lavori Pentesilea ha ripreso a combattere. Il suo corpo magnifico si contorce in una danza d’amore e morte declinata in disegni, rete metallica, terracotta refrattaria, pietra di Cordoba. Il suo cuore sempre all’erta lotta per non soccombere alla seduzione dell’amante che la cerca, che s’insinua nei suoi piu' nascosti pensieri. Benatti usa materiali di riciclo, il suo lavoro si situa tra l’arte povera e la scultura classica, con citazioni moderne. L’invenzione consiste in questo andirivieni tra la bellezza propria degli antichi e la sdrucita qualita' della materia. Sassi, lamiera recuperata, rete metallica buttata da qualche parte e trovata durante uno dei suoi vagabondaggi. Dalle mani di Benatti le amazzoni ritornano a respirare pur in un mondo molto lontano dalle loro abitudini, ma hanno la stessa carnalita' e insieme la stessa levita' che il mito ha loro attribuito in un tempo ormai lontanissimo, eppure cosi' vicino. Perche' gli uomini, malgrado secoli di storia, continuano le loro guerre e le loro violenze e le donne combattono per preservare cio' che hanno costruito e i loro uomini distruggono.

In questa mostra l’omaggio di Benatti e' rivolto alla figura femminile, alla sua bellezza e al suo eterno coraggio. Anna Caterina Bellati

Cenni Biografici

1947
Mauro Benatti nasce ad Airuno (Lc) il 31 maggio.

1961-65
Lavora come fabbro in una officina di Sesto San Giovanni (Mi). Frequenta corsi serali di disegno.

1966
Il suo lavoro lo porta a eseguire dei manufatti in lamiera cotta e aumenta la sua capacita' di trattare e plasmare il materiale metallico. Capacita' che gli permetteranno alcuni anni dopo di lavorare alle sue sculture in autonomia.

1974
Sposa Marisa Rocchi.

1976-78
Nascono i figli Riccardo e Roberto.

1979-84
La passione per l’arte che coltiva da sempre lo porta finalmente a iscriversi alla Scuola d’Arte Pura e Applicata di Merate sotto la guida dei maestri Vincenzo Trivulzio e Sandro Scaccabarozzi. In seguito, lavora nella medesima scuola come assistente e piu' avanti come insegnante di copia dal vero. Inizia con un gruppo di acquarellisti a esporre le sue opere a Merate (Lc) Sala Civica, a Rovagnate (Lc) Libreria Ghezzi. Partecipa a concorsi per acquarellisti dove ottiene numerosi riconoscimenti e premi.

1985-91
Alla passione per il disegno e la pittura si aggiunge quella per la scultura. Sara' una scultura informale per quanto riguarda i materiali usati, classica per le forme plasmate e assemblate. Lo stilista lecchese di Par Avion Oreste Agostoni gli commissiona l’allestimento dello Stand per la XL Edizione di Pitti Immagine Uomo a Firenze. Esegue manichini e cariatidi in tela metallica e ferro con le sembianze di mitici eroi greci.

1992
A Firenze durante la manifestazione Pitti Uomo conosce l’architetto Angelo Grassi, curatore degli allestimenti e appassionato d’arte. Viene invitato all’edizione successiva. Grassi gli propone uno stand a Palazzo dei Congressi per Fashion at work. Seguono una serie di iniziative mirate al recupero di materiale di scarto, tra le quali Presepi all’aperto a Gambettola (Forli') e Cesenatico (Forli'). In questo periodo Benatti frequenta Corsi di Nudo al Crams di Lecco affinando la passione per la copia dal vero.

1993-96
Inizia una proficua collaborazione con il pittore briviese Fernando Massironi con il quale organizza il I Premio Frisia a Paderno d’Adda e la serie di Mostre per Idea Giovane a Palazzo Prinetti a Merate (Lc). Ad Airuno organizza la collettiva Trenta Artisti alla Rocca. Tiene corsi serali per disegno e pittura per ragazzi alla coperativa La Mongolfiera di Airuno.

1997-99
Apre lo studio in riva all’Adda a Cisano Bergamasco e forma con alcuni amici pittori il gruppo Blues di prussia. Si aggiungono alle sculture in ferro le terracotte e le pietre. Espone in vari Centri Culturali e organizza, partecipandovi, lo Spazio Arte alla Festa di Liberazione a Osnago (Lc) dove sara' presente anche negli anni successivi.

2000-02
Partecipa alla prima edizione Artisti a Torino a Palazzo Nervi. In seguito invitato alla rassegna d’Arte Contemporanea Memorial Giovanni Quaglino all’Arengo del Broletto, Novara. Conosce Anna Caterina Bellati che visita il suo studio con l’amico pittore Donato Frisia jr.
La Bellati ordina a Chiavenna (Sondrio) la prima di una serie di mostre intitolate: Il volo di Icaro.
Illustra il libro di poesie Come due che si amano di Antonella Ronchetti edito da Bellati Editore che viene presentato durante la mostra.

2003
Prima esposizione all’estero con il pittore Donato Frisia jr. al Centre Culturel di Le Saix, Francia.
A settembre un incendio gli distrugge lo studio. Si salveranno solo le poche opere in mostra nella Sala Civica del comune di Scanzorosciate (Bg). A novembre va comunque in porto la seconda mostra Il Volo di Icaro nella sontuosa Villa Sommi Picenardi a Olgiate Molgora (Lc). La figura principale Icaro, distrutta dall’incendio, viene sostituita da proiezioni visive e da un pannello che lo riproduce. La mostra recensita, fra l’altro, in “Arte" numero di novembre 2003.

2004
Apre un nuovo studio e per superare il trauma di quanto perduto ritrova energia, forza creativa continuando la sua attivita'.

Inaugurazione: sabato 11 marzo 2006 ore 18.00

Torre Viscontea
Piazza XX Settembre, 5 - Lecco
Orari: Da martedi' a venerdi' 15-19, sabato e domenica 10.30-12.30 e 15-19. Lunedi' chiuso

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