Vitamin Arte Contemporanea
Torino
via V. Andreis, 18/10 (Cortile dei Ciliegi)
011 4338836
WEB
Irini Karayanopoulou
dal 5/4/2006 al 5/5/2006
Martedi' - sabato 16-19.30 e su appuntamento

Segnalato da

Vitamin Arte Contemporanea




 
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5/4/2006

Irini Karayanopoulou

Vitamin Arte Contemporanea, Torino

Negociating Gravity. I disegni e la videoanimazione inedita presentati in questa mostra ricompongono frammenti di una narrativita' fugace. Il gusto del bizzarro che qualifica questi lavori ricorda le grottesche rinascimentali, anche per la capacita' di coniugare preziosita' formale e forza espressiva.


comunicato stampa

Negociating Gravity

A cura di Luca Vona

Vitamin Arte Contemporanea e' lieta di presentare lka prima personale italiana di Irini Karaiannopoulou..

“A scuola ero riservata, portavo spesse lenti da ipermetrope e una benda sull’occhio che mi faceva sembrare un pirata". Irini Karayanopoulou sembra avere imparato ad accettare quella parte che i compagni di scuola le avevano affibbiato, a venire a patti con essa, elaborando una sua personale Neverland capace di sfidare la “gravita'" di un esistenza quotidiana che spesso ci mostra il suo lato ostile, la sua pesantezza, fin dai primi anni di vita.

Nei suoi disegni, realizzati con tratto convulso e al tempo stesso con una fragile eleganza, prendono forma immagini dal sapore avventuroso, il cui carattere illustrativo rievoca le atmosfere dei racconti di Robert Louis Stevenson o di James Mattew Barrie, e anche quel po’ di crudelta' che si respira nelle antiche fiabe - prima che fossero epurate da Andersen e dai fratelli Grimm- scritte si' per l’infanzia, ma concepite soprattutto come rito iniziatico per segnare il passaggio alla maturita'. In effetti l’artista ateniese -alla sua prima personale italiana- afferma di concepire il processo creativo come una sorta di “rituale", attraverso cui esaurire con una azione intensa e ossessiva i propri soggetti e le proprie energie.

I disegni e la videoanimazione inedita presentati in questa mostra ricompongono frammenti di una narrativita' fugace e pirotecnica, i cui esili protagonisti vagano smarriti tra le architetture selvagge di una giungla che si estende perniciosamente sullo spazio magico del foglio, saturando in alcuni soggetti l’intera composizione.

Le figure, prevalentemente in bianco e nero, appaiono impalpabili come quelle di un sogno che trascolora alle prime luci del mattino; solo pochi dettagli sono colorati, come gli “anfibi" viola del giovane con la cresta che si sta per suicidare di fronte a uno scenario meraviglioso o il dinosauro che sembra prender forma da uno squarcio di cielo, attraverso un meccanismo allucinatorio simile a quello dell’universo onirico, dominato dalla metafora e dalla metamorfosi, dal continuo trapassare delle immagini l’una nell’altra.

Il gusto del bizzarro che qualifica questi lavori ricorda senz’altro le grottesche rinascimentali, anche per la capacita' di coniugare preziosita' formale e forza espressiva. La sensazione che vi sia qualcosa che non risponde alle logiche dello stato di veglia e' confermata dai fuochi d’artificio che compaiono in alcuni dipinti: sembrano quasi implodere, sprofondando in un cielo dai colori inverosimili.

Nei disegni il paesaggio naturale prevale, ma il clima di pace dell’Arcadia sembra ormai perduto. La natura prolifera in modo anarchico e indiscriminato come a voler soffocare e rigettare la presenza umana. Una realta' opprimente e minacciosa e' sublimata dall’immaginazione fantasmagorica e il distacco dal mondo trova conferma nelle acconciature dei due alter-ego dell’artista (una graziosa ballerina e un ragazzino punk) che si sottraggono alle consuete leggi della gravita'.

Anche la collocazione degli episodi rappresentati sembra sospesa in un indeterminato spaziale e temporale. Lo studioso Gustav Rene' Hocke affermava che mentre il manierismo del XVI-XVII secolo si era sviluppato in riferimento al passato -piu' o meno idealizzato- il manierismo contemporaneo e' quasi sempre a-storico, se non addirittura anti-storico.

Anche l’ideologia Punk emerse intorno al 1977 come negazione radicale della storia e della stessa possibilita' di un futuro, per esaltare un eterno presente all’insegna del “don’t care", privo di ogni preoccupazione. Si tratta in fondo di una risposta a uno stato di crisi, del desiderio di liberta' nei confronti dei rigori formali dell’esistenza “civile", mediante un edonismo che assume di volta in volta i tratti dell’idealizzazione della vita primitiva,Irini Karaiannopoulou piuttosto che della ricerca raffinata e decadente del piacere.

Il paradosso di una fuga dalla vanita' del mondo attraverso la sperimentazione reiterata dei suoi stessi piaceri diede vita ad esempio, con l’affermarsi del ceto mercantile in Giappone, alla ricchissima e ancora influente arte del “mondo fluttuante" (“ukyio-e"). Ma e' pur vero che -Sartre docet- la mancanza di un senso ultimo e la prospettiva di una liberta' fine a se stessa generano un senso di nausea e di vertigine: un effetto collaterale che si palesa negli esiti dell’avventuroso viaggio dei due fanciulli “i cui capelli sfidano la forza di gravita'". Non resta che scendere a patti con essa…
Luca Vona

Irini Karayannopoulou
Nata a Tessalonica, in Grecia, nel 1973, vive e lavora ad Atene. Si e' diplomata alla Ecole des Beaux-Arts di Saint-Etienne, in Franciae e ha poi partecipato a un residency per artisti alla Staatiche Akademie der Bildende Kunste, a Karlsruhe, in Germania. Nel 2004 ha presentato alla galleria Unlimited di Atene la personale “Showroom". Nello stesso anno ha partecipato a New York a mostre collettive presso le gallerie Art in General e White Box. Ha esposto inoltre in diversi spazi privati in Grecia, Francia e Germania. Segnalata nel novembre 2005 dalla rivista Tema Celeste, e' alla sua prima personale italiana.

Inaugurazione: Giovedi' 6 Aprile, ore 19

Vitamin Arte Contemporanea
Cso S Maurizio 73 /b - Torino

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