Salone delle Scuderie in Pilotta
Parma
via Verdi, angolo via Bodoni (Palazzo Pilotta)
0521 235825 FAX 0521 234237
WEB
Il Medioevo delle Cattedrali
dal 7/4/2006 al 15/7/2006
9.30-19.30 da martedi' a domenica (la biglietteria chiude alle 18.30). Lunedi' non festivi chiuso - aperto lunedi' di Pasqua, 24 aprile e 1 maggio
WEB
Segnalato da

Studio Esseci



approfondimenti

Arturo Carlo Quintavalle



 
calendario eventi  :: 




7/4/2006

Il Medioevo delle Cattedrali

Salone delle Scuderie in Pilotta, Parma

Architettura, scultura, pittura, mosaico, miniatura, oreficerie delle cattedrali fra secolo IX e secolo XII. L’esposizione riunisce una sequenza di oltre 100 capolavori e racconta la storia di una doppia generazione.


comunicato stampa

Architettura, scultura, pittura, mosaico, miniatura, oreficerie delle cattedrali fra secolo IX e secolo XII

a cura di Arturo Carlo Quintavalle

In occasione dei 900 anni dalla dedicazione della cattedrale di Parma, il Salone delle Scuderie in Pilotta in Parma, dal 9 aprile al 16 luglio propone “Il Medioevo delle Cattedrali", la grande mostra sulla architettura, scultura, pittura, mosaico, miniatura, oreficerie delle cattedrali fra secolo IX e secolo XII. L’esposizione curata da Arturo Carlo Quintavalle riunisce eccezionalmente a Parma una sequenza straordinaria di oltre 100 capolavori, molti dei quali mai usciti dalle loro sedi e non pochi del tutto inediti. Ad essere cosi' intensamente rappresentata e' la storia di una doppia generazione, quella a cavallo fra secolo XI e secolo XII, le generazioni che portarono avanti la Riforma Gregoriana, la piu' grande trasformazione di modelli e di racconto della Chiesa di Roma.

Di Wiligelmo e dei suoi immediati seguaci, la mostra allinea ben 11 opere che vengono da Modena, da Cremona, da Milano. Accanto ad esse, le sculture di Niccolo' che vengono da Piacenza, da Ferrara, e ancora decine e decine di pezzi di scultura monumentale che sono state prestate dai maggiori Musei Civici e Musei Diocesani dell’intero settentrione, da Pavia a Como, da Milano a Bobbio, a Ferrara, a Brescia. Intorno a queste intense sculture, la mostra propone raffinati esempi di pitture, mosaici, manoscritti, oreficerie.

Arrivano alla mostra una ventina di pezzi di eta' carolingia, che provengono da Torino e da Milano, da Bobbio e da Modena e da Como permettendo di ricostruire la prima grande trasformazione delle chiese paleocristiane, con l’invenzione di un nuovo arredo, costruito da intrecci finissimi, da un racconto fatto di proporzione, di geometria, di rapporti spaziali, un racconto senza figure. Fra i pezzi di grande rilievo alcuni che provengono da Bobbio, nel IX secolo ancora il maggiore monastero al settentrione, e molti altri che permettono di ricomporre una immagine degli spazi interni delle chiese e dei percorsi interni a questi per i religiosi e per i fedeli.

Poi la grande rivoluzione che in mostra comincia con due grandi affreschi staccati provenienti da Sant’Antonino a Piacenza, che si datano attorno al 1070, e una serie di altri pezzi attorno al medesimo periodo. Viene quindi il nodo della mostra, quel tempo fra l’ultimo terzo dell’XI secolo e il primo del seguente, il tempo in cui si confrontano due storie, due modi di scolpire e di raccontare. Da una parte ecco Wiligelmo e la sua officina che lavora per circa trenta anni da San Benedetto Po e Nonantola, Modena, Cremona e in parte a Piacenza; di Wiligelmo giungono pezzi di grande qualita', come la Madonna di Carpi, come lo stipite del portale proveniente da Cremona, come il telamone sempre da Cremona e conservato a Milano al Museo del Castello Sforzesco. Dopo Wiligelmo le opere dell’architetto e scultore Nicholaus che e' attivo fra l’altro a Piacenza, a Verona, a Ferrara e del quale arrivano in mostra pezzi importanti come i profeti di Piacenza, forse da un portale del Duomo, le lastre delle transenne di Ferrara ed altro ancora. Domina la scena di questa grande cattedrale della Riforma, il Crocefisso di San Savino, un’opera unica che propone la lingua nuova, mediata anche dagli avori spagnoli, ma che e' la lingua della Riforma, il Cristo che guarda, vivente, dalla croce i fedeli.

Di fronte a tutto questo ecco la grande stagione della Lombardia, che allora era tutto il settentrione, ma una Lombardia che piega, con Pavia, con Como verso l’Impero, e dunque che utilizza una iconografia diversa: invece della evocazione del mondo classico che per la committenza di Wiligelmo rappresenta la identita' della Chiesa Riformata con quella cristiana delle origini, ecco gli animali che si rincorrono nel tralcio, ecco un bestiario che si diffonde sui capitelli, sugli archivolti, sulle finestre del Sant’Abbondio e del San Fedele a Como oppure dentro il San Pietro in Ciel d’Oro a Pavia oppure al San Celso e al Sant’Eustrogio di Milano, un bestiario che caratterizza anche le sculture della prima parte, quella absidale e del transetto della cattedrale di Parma. Siamo dunque fra il 1090-1100 e il 1115 circa e le decine di pezzi di scultura monumentale esposti propongono una chiesa diversa, dove alcuni capolavori si impongono come il pulpito da Santa Maria Beltrade, che probabilmente si data a fine XI secolo o inizi XII come il pulpito di San Giulio d’Orta. Attorno a questi pezzi che delineano la storia delle citta' e delle loro cattedrali o delle loro principali chiese in Lombardia ecco un altro nodo che dimostra, se ve ne fosse bisogno, che cosa vuol dire il confronto fra prima e dopo la Riforma. Bologna e' uno strano caso, una singolare citta' nella quale fino agli anni ’90 e anche oltre del secolo XI si confrontano un vescovo legato al papato di Roma e un altro legato a Guiberto, vescovo di Ravenna divenuto antipapa. Cosi' i pezzi degli anni ’90 evocano essi pure il paleocristiano e in mostra si vedra' una lastra proveniente dal Museo Civico, mentre gli altri pezzi neo-paleocristaini sono al Duomo di Bologna e ai Santi Vitale e Agricola sempre a Bologna; ma quando Bologna entra nel clima della Riforma ecco che viene chiamato un grande scultore, proprio Nicholaus che realizza dei grandi portali dei quali in mostra proponiamo quattro grandi lastre di recente ritrovate e che in questa occasione vengono attribuite proprio a Nicholaus stesso e datate attorno al 1120-1130.

Il racconto della mostra si articola in un sistema complesso di settori, come quello dei manoscritti prestati da diverse biblioteche, pezzi importantissimi e chiavi narrative per comprendere il senso della Riforma, come le Bibbie Atlantiche che diffondono l’ordine dei libri della Bibbia e il testo scritto in carolina e le immagini dei canoni pensati come grandiose, sospese architetture, e le iniziali a intreccio animate da figure e animali che diventeranno un luogo comune dell’intero racconto del romanico in scultura. E con i codici alcune oreficerie come quelle prestate dai Musei Civici di Brescia, Bologna e Milano, che delineano un percorso dal secolo XI alla meta' del secolo XII e che testimoniano, come per esempio il candelabro di Frassinoro (Modena), i rapporti con la Francia, esattamente come alcuni avori sono bizantini mentre altri sono legati alla riforma Gregoriana e vengono dalle officine salernitane.

L’esposizione e' accompagnata da un sistema di oltre 40 pannelli narrativi che illustrano le tecniche del lavoro medievale, dai metalli alle costruzioni, e quindi analizzano le architetture di ciascuna delle chiese entro le quali i pezzi scolpiti si conservavano in origine, ancora da pannelli che analizzano i temi del minio e quelli della oreficeria, della pittura e della scultura con riferimenti a monumenti scomparsi o comunque lontani. Il quadro che viene proposto fa perno su oltre 100 opere esposte in mostra nello spazio della Pilotta e alcune decine di altre esposte nelle sedi distaccate della mostra e che sono il Museo Diocesano in piazza Duomo a Parma e la Galleria Nazionale.

La mostra, curata da Arturo Carlo Quintavalle, e' accompagnata da un catalogo, edito da Skira, di oltre 500 pagine in quarto stampate in colore e in bianco e nero, e si avvale dei contributi di illustri storici dell’arte italiani e stranieri, da Manuel Castineiras Gonzales a Xavier Barral Y Altet, da Francesco Gandolfo ad Arturo Calzona a Roberto Greci. Le schede delle opere sono state scritte da specialisti dei singoli settori delle Universita' di Parma e di Roma 3. Una sezione a parte vede i contributi dei maggiori responsabili delle raccolte di arte medioevale a settentrione da Maria Teresa Fiorio a Francesca Tasso, da Donata Vicini a Letizia Casati.

Mostra a cura di Arturo Carlo Quintavalle, promossa dal Comitato Nazionale per il IX Centenario della Cattedrale con il sostegno di Fondazione Cariparma, in collaborazione con Fondazione Corriere della Sera. Collaborazioni tecniche: Ekotec, Eni'a, Fiere di Parma, Gespar Parma, JLT-SIACI Milano, Metronotte Parma, Promoparma, Sogeap-Aeroporto “Giuseppe Verdi" di Parma, TEP Parma, Trenitalia - Ferrovie dello Stato.

Catalogo: Skira

Sito ufficiale IX Centenario: http://www.cattedrale.parma.it

Per informazioni e prenotazioni: 199.199.111 dalle 9 alle 18 - email: servizi@civita.it

Ufficio Stampa: Studio Esseci - Sergio Campagnolo - via San Mattia 16 35121 Padova tel. 049.663499 fax 049.655098 Email: info@studioesseci.net

Ufficio Stampa Skira: Mara Vitali Comunicazione - Lucia Crespi tel. 02.73950962 Email: arte@mavico.it

Salone delle Scuderie in Pilotta
Via Verdi, angolo Via Bodoni (Palazzo Pilotta) - Parma
Orari: 9.30-19.30 da martedi' a domenica (la biglietteria chiude alle 18.30). Lunedi' non festivi chiuso - aperto lunedi' di Pasqua, 24 aprile e 1 maggio.
Biglietti e agevolazioni: il biglietto unico, valido 48 ore, da' diritto a visitare la mostra “Il Medioevo delle Cattedrali", la mostra didattica “Il cantiere della Cattedrale", il Museo Diocesano d’Arte Sacra, e il Battistero. L’ingresso in Cattedrale e' libero. Intero € 10, ridotto € 8. Per ulteriori agevolazioni consultare il sito ufficiale o telefonare al numero delle informazioni. Presso la mostra didattica “Il cantiere della Cattedrale" sono attivi i laboratori didattici, aperti a scuole e gruppi su prenotazione per sperimentare le antiche tecniche dell'affresco, del mosaico, della miniatura e della scultura. Costo € 3 a persona, comprensivo dei materiali utilizzati.

IN ARCHIVIO [5]

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede