Due Sedi
Savona

La storia del Gabbiano
dal 9/6/2006 al 23/6/2006
orario lunedi' - sabato 17.00 - 19.00 / domenica chiuso
0187 733000

Segnalato da

Mario Commone



 
calendario eventi  :: 




9/6/2006

La storia del Gabbiano

Due Sedi, Savona

La mostra degli artisti del Circolo Culturale “Il Gabbiano" realizza l'obiettivo di promuovere la ricerca nel campo delle arti visive nonche' di offrire al pubblico strumenti per una fruizione piu' approfondita dell’arte contemporanea.


comunicato stampa

La mostra degli artisti del Circolo Culturale “Il Gabbiano" e' la prima proposta del SACS (Spazio Arte Contemporanea Sperimentale) per l’anno 2006 e consente di concretizzare alcune tra le principali finalita' di questo progetto, varato dal Comune di Quiliano nel 2005. L’occasione di esporre le opere di artisti che hanno rappresentato e rappresentano la storia del “Gabbiano" realizza infatti il duplice obiettivo di promuovere la ricerca piu' avanzata nel campo delle arti visive nonche' di offrire al pubblico strumenti per una fruizione piu' approfondita dell’arte contemporanea attraverso gli appuntamenti Guida alla mostra.

La mostra, allestita nel consueto e suggestivo spazio di Villa Maria, costituisce essa stessa l’ideale contenitore di iniziative nel campo della musica e della divulgazione culturale realizzate attraverso la collaborazione del coro Concento Armonico e dell’associazione Aemilia Scauri. Altro elemento di novita' e' rappresentato dalla partecipazione al progetto dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri e del Comune di Vado Ligure, in virtu' della quale si e' potuta predisporre una collettiva dei cinque artisti all’interno della locale Villa Groppallo.

Non e' possibile soffermarsi sui distinti profili di Fernando Andolcetti, Emma Caprini, Cosimo Cimino, Mario Commone e Mauro Manfredi, trascurando di sottolineare la complessita' della ricca vicenda espositiva del Circolo Culturale “Il Gabbiano" della Spezia, dove per tempi diversi ciascuno di loro ha maturato significative esperienze culturali. Andolcetti e Cimino sono le espressioni piu' autentiche di quella non comune passione che ha fatto crescere ed apprezzare la storia del Gabbiano, la cui continuita' ha sicuramente pochi eguali nell’intero paese. Mancato Manfredi - ma la sua vicinanza a noi tutti e' quanto mai affettuosamente concreta - Andolcetti e Cimino rappresentano la memoria di questa importante realta' espositiva, che negli anni ha saputo collezionare un percorso divulgativo di molteplici espressivita' artistiche, affermandosi nel tempo come riconosciuto centro di promozione dell’esperienza concettuale.

In tale ambito, attraverso rigorose rassegne tematiche e mostre personali, essi hanno suscitato contributi e riflessioni di spessore internazionale, incentrati sull’inesauribile processo, che identifica l’arte nel dispiegarsi di sottili progetti mentali sostenuti dalla centralita' dell’idea. Un intrecciarsi di intuizioni delinea, infatti, il vastissimo perimetro della concettualita', scandita fisicamente da innumerevoli varianti dalla significativa valenza visuale, accolte negli spazi del Gabbiano, quali segni di una creativita' che impone tempi prolungati di osservazione. Tantissime opere coniugano acuta originalita' e perfezione esecutiva, testimonianze della tensione dell’artista verso la seducente bellezza.

Fatta questa breve e doverosa premessa, che intende consapevolmente affermare l’autorevolezza del Gabbiano, e' opportuno indirizzare la nostra attenzione alle opere anche eccentriche di ciascun artista, che hanno non pochi motivi per alimentare con lo stupore il senso predominante della liberta'. Nel loro intimo, inoltre, tutti e cinque sono autentici poeti e come tali sanno "posar le parole come il pittore i colori e vedere il mondo spiegarsi nel suo splendore" (A.Soffici).

Nel realizzare i suoi progetti visivi, Fernando Andolcetti si giova molto spesso della musica, straordinaria alleata che gli suggerisce preziosi motivi ispiratori, elaborati con inappuntabile bon ton. Cosi' nascono immagini dense di armonie verbali e sonore, raccolte in lavori colti e formalmente eleganti, che hanno in dote una spontanea qualita' comunicativa, perseguita come valore fondamentale. In particolare, la tecnica palesemente raffinata di Andolcetti e' da ritenersi l’inderogabile peculiarita', a cui l’artista perviene affermando una ricerca depurata di qualsiasi traccia superflua.

Pure Emma Caprini privilegia l’essenzialita' compositiva e le sue opere identificano con spiccata originalita' diverse realta' dell’immagine, valorizzate da una speciale leggerezza, propria della scrittura minuta disseminata con ordine e in assoluta liberta' su vari oggetti. L’artista pare convenire che l’arte si trova nelle cose e nella vita e, pertanto, in linea con la tipica indipendenza di Fluxus, compone uno spaccato visivo efficace nel legare alla propria intelligente operativita' un approccio sdrammatizzante e giocoso.

Lo slancio sperimentale non e' davvero fugace in Cosimo Cimino, artista che anche durante gli anni dell’espressivita' astratta ha sviluppato una pittura mai svincolata dal mondo esterno. Nel suo repertorio linguisticamente ricco e dalla convincente impronta concettuale si rileva la genuina propensione a non rinunciare alla rappresentazione, concretizzata di continuo in opere dai risvolti estetici quanto mai probanti. Ed allora l’idea si materializza indifferentemente su tavole di legno o sulla carta, sulla figurativita' iperrealista ricavata dal minuzioso ritaglio di lattine colorate o lasciando il proprio sigillo di autenticita' su attualissimi reportage fotografici.

Mario Commone e' tra gli esponenti dell’arte concettuale che escludono dallo statuto della propria operativita' qualsiasi aggancio ad una referenzialita' fisica. Lo spazio e' il luogo in cui egli inserisce proposizioni di celebri autori (Dove non c’e' amore non c’e' arte, Et quid amabo nisi quod aenigma est, ecc.), recuperate come citazioni gia' utilizzate da scrittori in libri di successo. Sono sconfinate le prospettive informative ed interpretative che si dispiegano dal processo analitico che scaturisce con la scelta non casuale di messaggi, il cui significato si estende ben oltre la letterarieta' dei loro enunciati. Mauro Manfredi, infine, e' figura di primissimo piano nel panorama della poesia visiva, assunta come linguaggio autonomo, avvolgente e dall’inesauribile capacita' combinatoria. La parola, rielaborata meticolosamente alla stregua di una miniatura, si amalgama in paesaggi reali ed architetture immaginarie, poetiche annunciazioni e labirinti impossibili, segrete sonorita' ed incantevoli libri, riassunti in un’unica pagina intrisa di folgorante sapienza, di sana emotivita' e di pregiata sacralita'.

Quella di Mauro e' un’assenza che si avverte. Ci mancano la sua mitezza, la sua intelligenza, il suo sguardo accogliente ed ironico, le sue precise puntualizzazioni, inattaccabili e conclusive per la loro chiarezza. Ci sara' ancora molto da dire su di lui.
Valerio P.Cremolini

inaugurazione sabato 10 giugno 2006, ore 17.30

catalogo in mostra, con testo critico di Valerio P. Cremolini

eventi culturali collaterali

ore 21.00 - Villa Maria, piazza della Costituzione - Quiliano (SV)
11 giugno - Coro Concento Armonico: Percorsi vocali dal gregoriano ai giorni nostri
14 giugno - a cura dell’Associazione Aemilia Scauri: La riscoperta del patrimonio artistico del Quilianese
16 giugno - Guida alla mostra a cura dei curatori dello spazio arte contemporanea sperimentale
21 giugno - a cura dell’Associazione Aemilia Scauri: Quando l’artista e' la natura …

ore 21.00 - Villa Groppallo, via Aurelia 72 - Vado Ligure (SV)
13 giugno - Guida alla mostra a cura dei curatori dello spazio arte contemporanea sperimentale
22 giugno - Coro Concento Armonico: Percorsi vocali dal gregoriano ai giorni nostri

Sedi:

Villa Maria
piazza della Costituzione - Quiliano (SV)
orario lunedi' - sabato 17.00 - 19.00 / domenica chiuso
Villa Groppallo
via Aurelia 72 - Vado Ligure (SV)
orario martedi', sabato e domenica 16.00 - 19.00 / giovedi', venerdi' 9.30-12.30 / lunedi' e mercoledi' chiuso

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