Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Torino
via Modane, 16
011 3797600 FAX 011 3797601
WEB
Subcontingente
dal 28/6/2006 al 7/10/2006
martedi' - domenica 12-20, giovedi' 12-23. Lunedi' chiuso

Segnalato da

Silvio Salvo




 
calendario eventi  :: 




28/6/2006

Subcontingente

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino

La collettiva analizza il panorama contemporaneo del subcontinente indiano (Bangladesh, Bhutan, India, Nepal, Pakistan, Sri Lanka, Afghanistan, Myanmar/Birmania, Maldive), visto come una complessa matrice di popolazioni, idee, lingue, modi di vivere, fedi ed eredita' storiche. In mostra video, installazioni, pittura, scultura a testimonianza di un paesaggio culturale multiforme e sfaccettato. A cura di Ilaria Bonacossa e Francesco Manacorda.


comunicato stampa

Il Subcontinente Indiano nell’Arte Contemporanea

A cura di Ilaria Bonacossa e Francesco Manacorda

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo dedica il 2006 all’Asia e presenta dal 29 giugno all’8 ottobre la mostra SUBCONTINGENTE. Il subcontinente Indiano nell’Arte Contemporanea, a cura di Ilaria Bonacossa e Francesco Manacorda. La collettiva analizza il panorama contemporaneo del subcontinente indiano (Bangladesh, Bhutan, India, Nepal, Pakistan, Sri Lanka, Afghanistan, Myanmar/Birmania, Maldive), visto come una complessa matrice di popolazioni, idee, lingue, culture, modi di vivere, fedi ed eredita' storiche. Il subcontinente e' la regione piu' densamente popolata del mondo e dunque la piu' differenziata culturalmente, politicamente e linguisticamente (27 lingue nazionali ufficiali e piu' di 200 non ufficiali in tutta la regione). L’identita' di questa zona geografica e' il risultato di plurime interazioni contingenti date dall’incontro tra tradizioni eterogenee e irrisolte pretese di modernita'. Queste spinte opposte la rendono un subcontinente di contingenze, un universo sub-contingente. La mostra riunisce ventuno artisti di cui la maggior parte provenienti da India e Pakistan, e altri che vivono al di fuori di questa regione e non sono legati etnicamente al subcontinente, ma lo hanno in qualche modo rappresentato nel loro lavoro.

Gli artisti sono: Bani Abidi, Sarnath Banerjee, Enrico David, Chitra Ganesh, Shilpa Gupta, Alia Hasan-Khan, Runa Islam, Tushar Joag, Amar Kanwar, Sonia Khurana, Huma Mulji, The Otolith Group (Kodwo Eshun, Anjalika Sagar e Richard Couzins), Ashim Purkayastha, Raqs Media Collective (Shuddhabrata Sengupta, Monica Narula e Jeebesh Bagchi), Sharmila Samant, Tejal Shah & Varsha Nair, Kiran Subbaiah, L.N. Tallur, Dayanita Singh e taxi_onomy (Celine Condorelli e Beatrice Gibson).

La maggior parte degli artisti espone per la prima volta in Europa e in Italia. La mostra si articola attraverso molteplici punti di vista e i lavori sono creati con differenti mezzi espressivi (video, installazioni, pittura, scultura), per testimoniare un paesaggio culturale multiforme e sfaccettato.

Shilpa Gupta realizza un’installazione di piccole bottiglie di vetro che riportano sull’etichetta la scritta “Blame" per trasmettere metaforicamente il senso di colpa; Bani Abidi nella sua video installazione ricrea su uno stesso fatto di cronaca un fittizio Tg indiano e uno pakistano a indicare il forte potere del plagio mediatico; Sharmila Samant affronta il tema locale-globale presentando bottiglie di Coca-Cola provenienti da tutto il mondo , ma contenenti la bevanda tipica di ogni paese. Il video di Amar Kanwar riporta le immagini di poeti orali che raccontano situazioni di conflitto socio economico in tutto il Subcontinente. Chitra Ganesh realizzera' ad hoc un wall-drawing sulle pareti della fondazione, mentre Tejal Shah e Varsha Nair compiranno una performance legandosi tra loro con un lungo abito bianco in posizione di tensione e rimanendo immobili e prigioniere in luoghi di passaggio. La cinepresa di Runa Islam si sofferma sui volti dei guidatori di riscio', mentre sono a riposo. Li cattura in una sorta di rallentamento temporale dove solo il variare della luce solare e' indizio dello scorrere del tempo. Fa parte della mostra il progetto speciale A room of my own di Dayanita Singh, una serie di fotografie in bianco e nero che attraverso cinema indiani e sedie vuote evocano la sensazione di assenza.

Il catalogo (ed. Electa) riunira' interviste a professionisti del mondo dell’arte attivi nella regione, una timeline dell’indofilia sviluppata dal gruppo Otolith; un contributo speciale di Raqs Media Collective, come controparte critica al concetto curatoriale, e una conversazione letteraria tra i due scrittori Mohsin Hamid e Suketu Metha, il primo pakistano ed il secondo indiano.

Il Museo Nazionale del Cinema, nell’ambito della mostra, presso la sala 3 del cinema Massimo (via Verdi, 18 - Torino), presentera' dal 3 al 10 luglio la rassegna cinematografica curata da Elena Aime, Off Bollywood. Il Cinema Indiano Oggi. Tra i titoli: Acque silenziose di Sabiha Sumar, Amu di Shonali Bose, Little Terrorist di Ashvin Kumar e Matrubhoomi, a Nation without Women di Manish Jha.

Durante il periodo di mostra verranno realizzati laboratori per studenti delle elementari, medie e superiori.

Immagine: Shilpa Gupta, Untitled, 2006, C-Prints

Ufficio Stampa Fondazione Sandretto Re Rebaudengo:

Angiola Maria Gili angiola.gili@fondsrr.org 011 3797610
Silvio Salvo silvio.salvo@fondsrr.org 011 3797632
press@fondsrr.org

Inaugurazione 29 Giugno 2006

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
via Modane 16 - Torino
mar/dom, 12/20, gio 12/23. Lunedi' chiuso.
Intero € 5 , Gruppi € 4, Ridotto € 3

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Adrian Villar Rojas
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