Fondazione Bandera
Busto Arsizio (VA)
via Andrea Costa, 29
0331 322311 FAX 0331 634298
WEB
Capogrossi e Generazione Astratta
dal 5/4/2001 al 1/7/2001
0331 322311 FAX 0331 398464
WEB
Segnalato da

Elisabetta Farioli




 
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5/4/2001

Capogrossi e Generazione Astratta

Fondazione Bandera, Busto Arsizio (VA)

Sono due le mostre che caratterizzano la programmazione primaverile della Fondazione Bandera per l'Arte di Busto Arsizio. Si tratta di Omaggio a Giuseppe Capogrossi e di Generazione astratta che s'inaugurano, entrambe, alle ore 21. Le iniziative occupano i tre piani dello spazio espositivo e hanno lo scopo di mettere in evidenza la linea dell'astrattismo italiano che ha segnato l'arte del '900.


comunicato stampa

Sono due le mostre che caratterizzano la programmazione primaverile della Fondazione Bandera per l'Arte di Busto Arsizio. Si tratta di Omaggio a Giuseppe Capogrossi e di Generazione astratta che s'inaugurano, entrambe, alle ore 21.
Le iniziative, patrocinate dalla Regione Lombardia e dalla Provincia di Varese, occupano i tre piani dello spazio espositivo e hanno lo scopo di mettere in evidenza la linea dell'astrattismo italiano che, con caratteristiche autonome, ha segnato l'arte del '900.
Per questo il progetto espositivo della Fondazione Bandera per l'Arte si configura in due tappe essenziali.

La prima, Omaggio a Giuseppe Capogrossi, propone l'attualità di uno dei maggiori maestri italiani del '900 che, attraverso le infinite variazioni del suo segno, ha saputo imporre un alfabeto misterioso in grado d'influenzare le generazioni successive. Non hanno perso d'attualità le parole pronunciate da Giulio Carlo Argan nel 1966: "Il contributo concreto che Capogrossi porta alle poetiche odierne non è soltanto l'affermazione del valore intellettuale della percezione, e quindi l'esistenza di un pensiero della percezione, ma la dimostrazione della vastità d'orizzonte di un siffatto pensiero che può condurre, a rigore, fino a una metafisica della percezione".
L'esposizione presenta un selezionato gruppo di opere di grandi dimensioni relative agli anni Cinquanta e Sessanta, periodo centrale della sua ricerca astratta.
Proprio nel gennaio 1950, alla Galleria del Secolo di Roma, Capogrossi (Roma 1900-1972) espose, per la prima volta, le sue opere segniche accompagnate da un catalogo introdotto da Corrado Cagli. Di quella mostra faceva parte Superficie 1/A del 1950 ora esposto alla Fondazione Bandera per l'Arte. I segni di Capogrossi testimoniano la bellezza delle forme rupestri di fronte a un linguaggio che si modifica ritmicamente pur partendo da un modulo fisso. Come scriveva Russoli nel 1961, "tutto il potere lirico è affidato alla attonita felicità del ritmo primordiale di un segno iterato che par far tabula rasa di ogni elaborazione figurale, ma che la riassume invece in una sottile sapienza compositiva". La mostra presenta una serie di grandi Superfici tra cui Cartagine-Superficie 027 del 1950 di 169x89 centimetri a cui si aggiungono importanti lavori della metà degli anni Cinquanta come Superficie 141 del 1955 esposta, tra l'altro, nello stesso anno alla VII Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma. In mostra, viene presentato anche uno straordinario lavoro del 1959 Superficie 326 che misura 265x132 centimetri.
Non manca, poi, Superficie 581, un rilievo del 1966 che fa parte del ciclo in grado d'identificare forse l'aspetto più spirituale del suo lavoro. "I rilievi di Capogrossi", scrive Argan nel 1966, "non sono affatto una reificazione del segno ma l'espressione di un necessario recupero metafisico".

Accanto all'omaggio dedicato a Capogrossi, l'altro importante evento espositivo presentato dalla Fondazione Bandera per l'Arte è Generazione astratta, la mostra a cura di Alberto Fiz e Beatrice Buscaroli (catalogo edito dalla Fondazione Bandera per l'Arte con testi di Beatrice Buscaroli, Alberto Fiz, Walter Guadagnini e Marco Meneguzzo).
Su due piani della Fondazione, vengono esposti 40 lavori, tutti degli anni Novanta, realizzati da otto tra i più significativi esponenti dell'astrattismo italiano contemporaneo e in particolare Arcangelo, Gianni Asdrubali, Tommaso Cascella, Luigi Carboni, Gianni Dessì, Roberto Floreani, Paolo Iacchetti e Marco Tirelli.
"La mostra consente di mettere in luce un'esperienza estetica ingiustamente sottovalutata a favore di un'arte spesso più ridondante e sfacciatamente mediale. La ricerca aniconica, invece, agisce in silenzio modificando la percezione tradizionale e cogliendo la traccia invisibile del reale", spiega Alberto Fiz direttore della Fondazione Bandera per l'Arte.
Gli artisti della "generazione astratta", nati tutti intorno alla metà degli anni Cinquanta, pur non essendo riconducibili né a un gruppo né a un movimento, hanno in comune una medesima sensibilità che è quella di fare propria la grande tradizione pittorica italiana e di porsi l'obiettivo di andare oltre i limiti del visibile. "Nonostante le differenze formali", scrive Marco Meneguzzo in catalogo, "gli artisti qui presentati mutuano la loro ricerca da un'analisi del linguaggio pittorico, talora variamente frammisto a elementi simbolici".
A recuperare le tracce della memoria ci pensano Arcangelo, Tirelli e Floreani. Per Arcangelo il segno viene interpretato spesso come apparizione romantica di un mondo lontano; Floreani sviluppa l'aspetto ambiguo del reale caricando i suoi simboli di un vasto retroterra culturale; Tirelli rappresenta l'incarnazione pittorica dei nostri ricordi.
Quanto ad Asdrubali, la superficie pittorica si dilata sino a contenere la totalità dello spazio, mentre Iacchetti utilizza il colore come corpo vivo che conquista gradatamente la dimensione temporale e spaziale. Se Cascella scrive racconti invisibili che passano attraverso frammenti di corpi e paesaggi, Carboni fonde scultura e pittura rivelando l'ambiguità della natura. Per Dessì, infine, che in questa mostra, insieme a Tirelli, rappresenta l'esperienza della cosiddetta Nuova Scuola romana, il colore rimanda ad una dimensione simbolica e misteriosa che attraversa universi poetici e luoghi dell'inconscio.


Arcangelo, Gianni Asdrubali, Tommaso Cascella, Luigi Carboni, Gianni Dessì, Roberto Floreani, Paolo Iacchetti e Marco Tirelli.


Inaugurazione delle due mostre 6 aprile ore 21

Orario; da martedì a venerdì 10-12,30; 15,30-19-Sabato e domenica 10-13; 15-19; chiuso lunedì

Fondazione Bandera per l'Arte, via Andrea Costa 29 - Busto Arsizio (Va) tel. 0331.322.311;
fax 0331.398.464


Ufficio stampa: Elisabetta Farioli
farioli@fondazionebanderaperlarte.it

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