Senzatitolo associazione culturale
Roma
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Massimo Arduini
dal 19/6/2006 al 21/7/2006

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Senzatitolo




 
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19/6/2006

Massimo Arduini

Senzatitolo associazione culturale, Roma

Wunderkammer. Il progetto, legato al lavoro "Interno olandese" (2005), proietta lo spettatore in un mondo affollato di immagini, parole e oggetti che costituiscono le unita' minime del lessico privato dell´autore.


comunicato stampa

Wunderkammer

Senzatitolo ospita una installazione di Massimo Arduini ideata per i locali di via Panisperna.
Il progetto, strettamente legato a Interno olandese, lavoro presentato dallo stesso artista alla Galleria Nazionale d´Arte Moderna nell'ambito della manifestazione Tribu' della memoria (2005), proietta lo spettatore in un mondo affollato di immagini, parole e oggetti che costituiscono le unita' minime del lessico privato dell´autore

La casa di specchi

''Pero', mi pare che mi abbia riempito la testa di idee...soltanto, non saprei dire esattamente di quali idee. In ogni modo, qualcuno ha ucciso, qualche cosa; questo almeno e' chiaro...''
Lewis Carroll, Attraverso lo specchio

Un caleidoscopio nello spazio senzatitolo. L´idea sembrava familiare forse proprio perche' Massimo Arduini cercava di costruire un meccanismo e, in buona sostanza, soprattutto una macchina retorica che parlasse dell´origine dell´opera d´arte. Si trattava in fondo di installare un gioco che rimandasse direttamente alla osservazione proposta da Ernst Gombrich nel breve saggio Il cavallo a manico di scopa ovvero le radici della forma artistica:

quella strana zona che chiamiamo ''arte'' e' come una sala tutta specchi .... Ogni forma evoca mille ricordi e immagini secondarie. Non appena un´immagine e' assegnata all´arte, viene a crearsi un nuovo nesso di rapporti al quale l´immagine non puo' sfuggire.

The figures tell a different story, (Le immagini raccontano una storia diversa) e' un modo di dire che indica quanto spesso le immagini abbiano la capacita' di rivelare, di aggiungere informazioni rispetto a cio' che gia' conosciamo ma anche quanto in realta' sappiano negare verita' mai poste in discussione prima.

Il ritratto di Marilu', le immagini colorate dei piccoli fermagli o dell´artista stesso nei panni di un equilibrista sono unita' minime di un lessico familiare che lasciate all´interno del meccanismo presentano un´attitudine alla disorganizzazione ordinata dell´insieme. Il caleidoscopio si presenta come la sala delle meraviglie dell´artista- collezionista, e' un apparato ludico che vuole accreditare il caso come origine di tutto e che non esita a gettare, alla stregua di un ospite inatteso, lo scompiglio tra gli abiti che ogni giorno indossiamo per convenienza e opportunismo.

Cosi', le immagini aspirano ad essere gli atti mancati piu' veri, sono la liberta' di dire senza remore ben oltre il minimo e il quotidiano presentati e subiti.
Al contrario dell´inganno e della menzogna che ci rassicurano in una situazione di apparente serenita' e in un mondo popolato da maschere, le immagini e gli oggetti a noi cari, proprio quelli che abbiamo eletto e che affollano il mondo privato di ciascuno di noi, rompono il silenzio, aprono un varco a un vortice di dubbi e incertezze e smascherano il pietoso conformismo.

Le immagini si moltiplicano grazie alla rotazione e al gioco degli specchi ma dal tourbillon del fe'tichiste-voyeur dileguano nel corpo unico evanescente.
Alla frenesia del segno si sostituisce, nella seconda apertura dello spazio, la visione dall'alto della intricata accumulazione di una forma statica (la familiare attache) riproposta con ossessione iterativa, variata nella scala e alterata nella finitura di superficie.

Quella forma familiare, senza sotto o sopra, senza destra ne' sinistra, e' strutturata per essere libera nello spazio e svincolata dai margini in cui e' nata. La luce continua, intensificata dal gioco degli specchi che aveva accompagnato le immagini discontinue e frammentate del caleidoscopio, lascia il campo a una luce intermittente che alimenta la forma fluorescente che non vuole piu' essere autoritratto ma essudato di un processo cognitivo e liberatorio fatto di attese e sorprese.

Attesa e sorpresa acquistano consistenza nei grappoli di parole che disegnano le sagome antropomorfe messe a presidio della galleria e che offrono un appiglio al senso ma lasciano deluso chi volesse catturarlo per renderlo finito.

Prima che la macchina inizi il suo movimento, resta solo da chiedersi:
''Funzionera'? E cosa vedremo?''
Massimo Arioli

Senzatitolo
via Panisperna, 100 - Roma

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