Francesca Minini
Milano
via Massimiano, 25
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Daniel Buren & Jan De Cock
dal 21/9/2006 al 21/12/2006
Dal martedi' al sabato dalle 12 alle 19.30

Segnalato da

Francesca Minini



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Daniel Buren
Jan De Cock



 
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21/9/2006

Daniel Buren & Jan De Cock

Francesca Minini, Milano

"Denkmal 4, Casa del Fascio, Piazza del Popolo 4, Como, 2006", un progetto di collaborazione dei due artisti. Un progetto che non coinvolge solo la galleria ma anche la facciata dell'edificio e gli spazi condivisi del palazzo. Un relazionarsi al contesto a 360, sia in termini di funzionalita' che di abbellimento estetico. Un intervento decorativo realizzato mediante l'utilizzo di pannelli di legno colorati che caratterizzeranno il fronte dell'edificio.


comunicato stampa

Denkmal 4, Casa del Fascio, Piazza del Popolo 4, Como, 2006

La Galleria Francesca Minini, in occasione della manifestazione START il 22, 23, 24 settembre, presentera' un progetto di collaborazione di due artisti, Daniel Buren, un maestro francese dell’arte contemporanea e una giovane e gia' nota promessa belga, Jan De Cock.

Questo progetto si sviluppera' sulla facciata dell’edificio che ospita la galleria, la quale accogliera' un intervento decorativo realizzato mediante l’utilizzo di pannelli di legno colorati che caratterizzeranno il fronte del palazzo.

Quest’opera e' parte di un progetto piu’ ampio che coinvolge la Casa del Fascio di Como, le gallerie Francesca Minini di Milano e Massimo Minini di Brescia, le quali ospiteranno ad ottobre, in tre giorni successivi (5- 6-7), l’opera dei due artisti.

Per la sua prima personale italiana Jan de Cock presentera' ‘Denkmal 4, Casa del Fascio, Piazza del Popolo 4, Como, 2006, il progetto si origina dalla fascinazione per il gioiello dell’architettura razionalista, progettata da Giuseppe Terragni tra il 1932 e il 1936. In via del tutto eccezionale l’edificio, oggi sede della Guardia di Finanza, sara' aperto al pubblico per 10 giorni; all’interno verranno collocate le strutture di De Cock sulle quali interverra' Daniel Buren creando un lavoro a due inusuale, in cui prima trova spazio il giovane belga e poi risponde il maestro francese.

Il segno stilistico distintivo di Daniel Buren sono le strisce verticali bianche alternate al colore o alla materia, larghe 8,7 cm: un motivo fabbricato industrialmente in risposta al suo desiderio di oggettivita'. Con questo suo motivo Buren sottolinea le superfici piu' varie con una modalita' d’intervento pressoche' infinita. Il suo interesse si focalizza sull’ascendente dell’architettura sull’arte. Buren sviluppa dal 1965 un lavoro tridimensionale e una concezione dell’opera che non e' piu' oggetto ma modulazione dello spazio.

Jan De Cock interviene sull’architettura dei luoghi modificandone la percezione attraverso il posizionamento di moduli, scatole scultoree in legno che di volta in volta inglobano, serrano, invadono lo spazio. Denkmal (monumento temporaneo) e' seguito da un numero ad ogni intervento successivo, non e' un caso che anche Terragni insistesse sul concetto di “monumentalita'" dell’architettura. Il rapportarsi all’intorno e' ulteriore caratteristica in comune dei due. Una penetrazione dell’interno dall’esterno, dello spazio pubblico e di quello privato: il suo linguaggio visivo modulare contribuisce ad indirizzare lo sguardo dello spettatore, modificandone la percezione del reale.

Daniel Buren e' stato il pioniere di un’arte realizzata in situ/ex-situ: quindi non solo un lavoro realizzato per un determinato luogo ma anche in quel luogo. De Cock lavora con un team specializzato che opera prima in studio e poi sul luogo di realizzazione, in una continua tensione tra un sottile adattamento all’architettura e un’affermazione scultorea.

Per la galleria Francesca Minini, De Cock ha ideato un progetto che non coinvolge solo la galleria ma anche la facciata dell’edificio e gli spazi condivisi del palazzo. Un relazionarsi al contesto a 360, sia in termini di funzionalita' che di abbellimento estetico.

A Brescia, Jan De Cock occupera' letteralmente la Galleria Massimo Minini, bloccandola con un’installazione. In entrambi i casi Daniel Buren interverra' sullo spazio con il suo tocco artistico portando a compimento la collaborazione tra i due artisti.

Daniel Buren (Parigi, 1938) nel 1971 partecipa alla V Esposizione Internazionale del Solomon Guggenheim Museum a New York e nel 1972 alla celebre Documenta V di Harald Szeemann. Nel 1986 si aggiudica il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia per il miglior padiglione. A oggi Daniel Buren ha realizzato nel mondo numerose installazioni in situ. Se queste opere, per la maggior parte distrutte dopo la loro presentazione, non esistono fuori dal tempo e dallo spazio per il quale sono state concepite, esiste tuttavia un importante corpus di opere permanenti nelle collezioni dei piu' grandi musei del mondo.

Jan De Cock e' nato a Bruxelles (Belgio) nel 1976, dove tuttora lavora e dove ha sede l’atelier che porta il suo nome. Nel 2005 ha avuto mostre personali alla Tate Modern di Londra e alla Schrin Kunstalle di Francoforte, nel 2004 e' intervenuto nel Palais des Beaux-Arts di Bruxelles e nella biblioteca dell’universita' di Gent, ha esposto in piu’ occasioni allo SMAK e ha partecipato a Manifesta 5 (San Sebastian).

Immagine: Jan De Cock, Denkmal 2, Astillero Ascorreta 2, Pasajes San Pedro, San Sebastian

Francesca Minini
via Massimiano 25 - Milano

Dal martedi' al sabato dalle 12 alle 19.30

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