Entroterra
Milano
via Biancospini, 2
02 42297041
WEB
Ernesto Achilli
dal 15/9/2006 al 13/10/2006
dal martedi' al sabato 15:00-19:00

Segnalato da

Entroterra



approfondimenti

Ernesto Achilli



 
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15/9/2006

Ernesto Achilli

Entroterra, Milano

La quiete del rosso. Opere recenti. L'esposizione si snoda in tre sezioni distinte, ma tutte legate al tema del colore rosso nella natura e nei piccoli oggetti della campagna.


comunicato stampa

La quiete del rosso

Sabato 16 settembre 2006 alle ore 17:00 presso la Galleria Entroterra, Via dei Biancospini, 2 - Milano, si inaugura la personale di Ernesto Achilli dal titolo “La quiete del rosso".

La mostra presenta le opere piu' recenti dell’artista abbiatense alcune delle quali inedite tutte riprodotte nel catalogo, pensate ed eseguite per questa occasione e per questi spazi. Non una semplice mostra degli ultimi lavori ma un progetto organico di creazioni: la mostra si snoda in tre sezioni distinte, ma tutte legate al tema del colore rosso nella natura e nei piccoli oggetti della campagna.

“Ci sono certi oggetti e piante che all’occhio umano sembrano di poco rilievo e da cio' scaturisce l’idea che le cose piccole hanno sempre poca valenza; ma quando ci si accosta a una visione ingrandita, allora si rimane esterrefatti della grandezza e della dignita' che assumono".
Lo sa bene Ernesto Achilli, pittore dell’intimita' e degli oggetti del passato; pittore di innata sensibilita' artistica che attraverso il suo pennello e le sue incisioni ci immerge in un microcosmo naturale fatto di piccoli utensili, piante e paesaggi agresti.

Non si tratta del classico paesaggio, ma di un immaginario vissuto della vita agreste, specialmente quella dei colli pavesi dove l’artista vive e lavora. Achilli ci riporta ai profumi dell’infanzia quando l’uomo seguiva i cicli della vita scanditi dalle fasi naturali attraverso i mezzi a sua disposizione. Un mondo fatto di oggetti di uso domestico, di vigneti, di piccole piante che crescono spontaneamente; una perfetta lente focale li analizza, ne scruta l’anima e li riporta attraverso una naturale trasposizione nei quadri.

Ma c’e' un altro aspetto travolgente nelle sue tele, filo conduttore della mostra, l’insolito utilizzo del rosso e di tutte le sue piu' chiare sfumature. Si tratta di un rosso ben distinto da Eros (il rosso della passione) o da Thanatos (il sangue della tragedia): qui e' un colore mite e calmo, una sostanza che attraversa le atmosfere e i temi rappresentati. E' come se Achilli “sentisse" il colore, ne avvertisse il profumo e la voce e immergesse occhi e mani in esso per nutrirsi.

Per ogni sua avventura all’interno dell’immagine, utilizza tutte le cromie possibili del rosso come nella spettacolare “Antociani poetica in campo", opera in otto pezzi in cui una gigantesca immagine di vite sezionata viene ripresa nel tenero rosso antociano settembrino, riccamente intriso degli umori dei suoi ultimi giorni. Il poderoso tralcio di vite curvato e adattato dal tempo ci invita a fermarci a riflettere sulla forza, sulla stabilita' della pianta con la terra.

La natura, nei vigneti di Achilli, e' una tematica costante; si tratta pero' di vitigni antropizzati, ossia modificati dalla presenza dell’uomo, che, sebbene assente dallo spazio rappresentato, e' pur sempre intervenuto con il proprio lavoro e la propria cura a realizzare un miracolo naturale.

Di particolare stupore resta l’immagine di “Capsicum minimum", peperoncini secchi e “pieni" di un rosso vivo, simbolo della fertilita' e della forza della natura che risiede anche quando le piante sono staccate dal terreno vitale.

E di rosso si accendono anche vecchi e magici libri, come “Formule segrete I-II" sopravissuti al tempo inesorabile; nei loro tagli e nei dorsi si scorge il gusto per l’estetica di una volta ma anche il lento e incessante logorio che li ha scuriti dall’usura di lettori ansiosi di trarne la ricetta della sapienza e dello spirito dei loro contenuti.
L’abitudinarieta' di queste visioni e' l’elemento che le rende ovvie, ma lo sguardo dell’artista in realta' rifugge l’abitudine e ci immerge nello lo stupore che e' la chiave di volta che apre il suo mondo ai nostri occhi."

Di Angelo Lo Massaro

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Biografia dell’artista

Ernesto Achilli, nato nel 1938 a Santa Maria La Versa, nelle colline dell’Oltrepo' Pavese, inizia a dipingere con una certa assiduita' negli anni Sessanta a contatto con Pinot Gallizio e l’allora Cenacolo di Alba. Dopo il diploma al Liceo Artistico di Milano, frequenta i corsi di pittura presso la Scuola degli Artefici dell’Accademia di Brera e di calcografia presso la Scuola Civica D’Arte di Pavia.

Terminati gli studi artistici sviluppa una pittura ricca di materia orientandosi ad una figurazione con estrema semplicita', anche in senso culturale, per soddisfare il profondo desiderio di natura.

Con gli anni la sua pittura si movimenta piu' decisamente accogliendo in modo personale le sollecitazioni artistiche, smembra il paesaggio e le figure per giungere alla totale rottura dell’immagine, annulla la staticita' fotografica, approdando ad una iconografia informale.

In questo periodo viene recuperata la discorsivita' coloristica orientandosi definitivamente verso una nuova figurazione. Avvia un lavoro rivolto al tema della memoria, la ricerca si fa narrativa dando corpo alla realta' quotidiana. Le sue tele sono caratterizzate dal ritorno al realismo, agli equilibri compositivi, alla strutturazione delle immagini. I soggetti da lui rappresentati richiamano i paesaggi agresti della pianura padana e rappresentazioni ingrandite di silenziosi utensili di vita quotidiana e domestica, che assumono un’aria monumentale e poetica. Oltre che pittore e' anche un abile incisore. Collabora con diverse gallerie italiane.

Inaugurazione: 16 settembre 2006 h. 17:00 con la presenza dell’artista e catalogo in galleria.

Entroterra
Via Biancospini, 2 - Milano

Orari di visita: dal martedi' al sabato 15:00-19:00

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