Il progetto si origina dalla fascinazione per il gioiello dell'architettura razionalista progettata da Giuseppe Terragni tra il 1932 e il 1936. L'artista belga blocca l'accesso in galleria presentando un 'set' visibile solo da lontano che viene pero' idealmente aperto verso l'esterno grazie alle superfici specchianti collocate da Buren su porzioni della struttura. Contemporaneamente anche a Como all'interno dell'edificio e a Milano presso la Galleria Francesca Minini.
Denkmal 4, Casa del Fascio, Piazza del Popolo, Como, 2006
La Casa del Fascio di Como, le gallerie Francesca Minini di Milano e Massimo Minini
di Brescia ospiteranno ad ottobre, in tre giorni successivi (5-6-7), una
collaborazione inedita e originale tra Daniel Buren e Jan De Cock.
Per la sua prima personale italiana Jan de Cock presentera' "Denkmal 4,
Casa del Fascio, Piazza del Popolo 4, Como, 2006", il progetto si origina dalla
fascinazione per il gioiello dell'architettura razionalista, progettata da
Giuseppe Terragni tra il 1932 e il 1936.
In via del tutto eccezionale l'edificio, oggi sede della Guardia di Finanza,
sara' aperto al pubblico per 10 giorni; all'interno verranno collocate
le strutture di De Cock sulle quali interverra' Daniel Buren creando un lavoro
a due inusuale, in cui prima trova spazio il giovane belga e poi risponde il maestro
francese.
Il segno stilistico distintivo di Daniel Buren sono le strisce verticali bianche
alternate al colore o alla materia, larghe 8,7 cm: un motivo fabbricato
industrialmente in risposta al suo desiderio di oggettivita'.
Con questo suo motivo Buren sottolinea le superfici piu' varie con una
modalita' d'intervento pressoche' infinita.
Il suo interesse si focalizza sull'ascendente dell'architettura
sull'arte.
Buren sviluppa dal 1965 un lavoro tridimensionale e una concezione dell'opera
che non e' piu' oggetto ma modulazione dello spazio.
Jan De Cock interviene sull'architettura dei luoghi modificandone la
percezione attraverso il posizionamento di moduli, scatole scultoree in legno che di
volta in volta inglobano, serrano, invadono lo spazio.
Denkmal (monumento temporaneo) e' seguito da un numero ad ogni intervento
successivo, non e' un caso che anche Terragni insistesse sul concetto di
"monumentalita'" dell'architettura.
Il rapportarsi all'intorno e' ulteriore caratteristica in comune dei due.
Una penetrazione dell'interno dall'esterno, dello spazio pubblico e di
quello privato: il suo linguaggio visivo modulare contribuisce ad indirizzare lo
sguardo dello spettatore, modificandone la percezione del reale.
Daniel Buren e' stato il pioniere di un'arte realizzata in situ/ex-situ:
quindi non solo un lavoro realizzato per un determinato luogo ma anche in quel
luogo.
De Cock lavora con un team specializzato che opera prima in studio e poi sul luogo
di realizzazione, in una continua tensione tra un sottile adattamento
all'architettura e un'affermazione scultorea.
Per la galleria Francesca Minini, De Cock ha ideato un progetto che non coinvolge
solo la galleria ma anche la facciata dell'edificio e gli spazi condivisi del
palazzo.
Un relazionarsi al contesto a 360gradi, sia in termini di funzionalita' che di
abbellimento estetico.
A Brescia, Jan De Cock occupera' letteralmente la Galleria Massimo Minini,
bloccandola con un'installazione.
In entrambi i casi Daniel Buren interverra' sullo spazio con il suo tocco
artistico portando a compimento la collaborazione tra i due artisti.
Daniel Buren (Parigi, 1938) nel 1971 partecipa alla V Esposizione Internazionale del
Solomon Guggenheim Museum a New York e nel 1972 alla celebre Documenta V di Harald
Szeemann.
Nel 1986 si aggiudica il Leone d'Oro alla Biennale di Venezia per il miglior
padiglione.
A oggi Daniel Buren ha realizzato nel mondo numerose installazioni in situ.
Se queste opere, per la maggior parte distrutte dopo la loro presentazione, non
esistono fuori dal tempo e dallo spazio per il quale sono state concepite, esiste
tuttavia un importante corpus di opere permanenti nelle collezioni dei piu'
grandi musei del mondo.
Jan De Cock e' nato a Bruxelles (Belgio) nel 1976, dove tuttora lavora e dove
ha sede l'atelier che porta il suo nome.
Nel 2005 ha avuto mostre personali alla Tate Modern di Londra e alla Schrin
Kunstalle di Francoforte, nel 2004 e' intervenuto nel Palais des Beaux-Arts di
Bruxelles e nella biblioteca dell'universita' di Gent, ha esposto in
piu' occasioni allo SMAK e ha partecipato a Manifesta 5 (San Sebastian).
Immagine: Daniel Buren, Photo-souvenir: Gotico, travail in situ, 1974, Galleria Massimo Minini, Brescia
Francesca Minini, Milano, inaugurazione 5 ottobre, ore 19, fino al 22 dicembre
Casa del Fascio, Como, inaugurazione 6 ottobre, ore 18, fino all'11 ottobre
Galleria Massimo Minini, Brescia, inaugurazione 7 ottobre, ore 18, fino al 22 dicembre
GALLERIA MASSIMO MININI
Via Apollonio 68 25128 Brescia
La galleria e' aperta dal lunedi' al venerdi' dalle 10.00 alle 19.30, sabato dalle 15.30 alle 19.30.