Museo Civico Archeologico
Bologna
via dell'Archiginnasio, 2
051 2757211 FAX 051 266516
WEB
Norma e Arbitrio
dal 18/5/2001 al 14/10/2001
051 235204 FAX 051 266516
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Segnalato da

Studio Pesci




 
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18/5/2001

Norma e Arbitrio

Museo Civico Archeologico, Bologna

Architetti e Ingegneri a Bologna, 1850 - 1950. La "storia perduta" dell'architettura bolognese tra il 1850 e il 1950 (i cento anni in cui si forma la citta' che conosciamo) viene recuperata e raccontata. Piu' di 300 opere tra disegni, plastici, pitture e fotografie spesso inedite sparse lungo il percorso della mostra, illustrano progetti e parti di citta' che solo parzialmente conosciamo o che non ci e' mai stato possibile capire nel loro "farsi" quotidiano.


comunicato stampa

Architetti e Ingegneri a Bologna, 1850 - 1950

La "storia perduta" dell'architettura bolognese tra il 1850 e il 1950 (i cento anni in cui si forma la città che conosciamo) viene recuperata e raccontata nella mostra "Norma e Arbitrio, Architetti e Ingegneri a Bologna" che si svolgerà al Museo Civico Archeologico, Bologna, dal 20 maggio al 14 ottobre 2001.

Un gruppo di venti ricercatori, con la direzione scientifica di Giuliano Gresleri, ha attuato forse la più approfondita ricerca che mai sia stata condotta negli archivi pubblici e privati, nei quali si è "depositato" il sapere architettonico dei professionisti e dei docenti che hanno materializzato il volto di quella Bologna che fu candidata a possibile capitale del Regno d'Italia.

La mostra, promossa dal Comitato per Bologna Città Europea della Cultura 2000 in collaborazione con l'Università degli Studi, con la Cineteca di Bologna e sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, indaga i meccanismi attraverso i quali la Bologna che abbiamo ereditato dalla seconda metà dell'Ottocento si è formata come "città moderna", determinando un modello che è stato alla base di tutte le scelte future.

Gli interventi programmati nelle città d'Italia, come altrove in quegli anni cruciali, sono di carattere ingegneristico (strade, ponti, ferrovie, stazioni, porti, caserme, industrie, fognature, illuminazione pubblica) e architettonico (abbellimenti, nuovi monumenti, sedi del governo e delle istituzioni, quartieri residenziali e operai) e richiedono competenze precise in grado di controllare il gran numero di variabili che entrano in gioco nella costruzione della città moderna.

La "riscoperta", lo studio e la catalogazione di molti "fondi locali" di cui era impensabile immaginare la consistenza (gli archivi Muggia, Costanzini, Petrucci, Sironi, De Angeli, Biscaccianti, Parolini, Valzania, Della Rovere, alcuni inediti di Sant'Elia e gli elaborati della Scuola degli Ingegneri) ha permesso, attraverso la raccolta di una vasta documentazione del periodo di nostro interesse, di recuperare la realtà architettonica concretizzatasi nella città di Bologna.

Più di 300 opere tra disegni, plastici, pitture e fotografie spesso inedite sparse lungo il percorso della mostra, illustrano progetti e parti di città che solo parzialmente conosciamo o che non ci è mai stato possibile capire nel loro "farsi" quotidiano.
Le sezioni della mostra partono dal primo Risorgimento, "Prima delle moderne storie", con opere, tra gli altri, di Filippo Antolini; per l'età risorgimentale "L'architettura nell'età degli ingegneri" presenta opere di Enrico Brunetti Rodati, Coriolano Monti, Fortunato Lodi e Attilio Muggia; "Architetti e ingegneri per la città incompiuta", ancora degli anni a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, contiene opere di Alfonso Rubbiani, Edoardo Collamarini, Giuseppe Vaccaro e Ulisse Giulio Arata. "Tra le due guerre" illustra con opere inedite, quali il "Familisterio" alla Godin di Alessandro Della Rovere, il tentativo di innestare la ricerca locale sulla casa popolare nel grande filone sperimentale delle Hofe di Vienna e di Berlino. "Gli anni Trenta. Protagonisti locali e cultura internazionale" indaga l'opera di Piero Bottoni (per illustrare la quale sono stati ricostruiti dal Politecnico di Milano alcuni eccezionali modelli) e di Enrico De Angeli. Il percorso si conclude con la sezione "Gli anni Quaranta e Cinquanta: il dibattito sulla ricostruzione", con opere di Paolo Graziani, Fernando Biscaccianti, Bruno Parolini e dell'allora Soprintendente Alfredo Barbacci.

"Bononia picta" è la sezione pittorica curata da Claudio Poppi: oltre trenta opere tentano di trasferire ai visitatori l'interpretazione evocativa con la quale i pittori osservano le trasformazioni della loro città. Sono esposte opere di Basoli, Vignoli, De Col, Venturi, Morandi, Boschi, Busi, Bertelli, Manaresi….

In collaborazione con la Cineteca Comunale, una sala sarà adibita alla proiezione di filmati inediti sugli avvenimenti cui si è fatto riferimento.
Il catalogo della mostra, edito da Marsilio - Milano, illustra con oltre 300 illustrazioni, 500 pagine e 30 contributi di altrettanti specialisti, questo affascinante viaggio nella storia di una città sconosciuta.
L'allestimento e l'esposizione sono a cura degli architetti Alessandro Marata e Jacopo Gresleri.

Immagine: Eugenio Valzania, Progetto di grande magazzino nell'area di piazza Umberto i (attuale piazza dei Martiri). Prospettiva di studio, 1914, Bologna, collezioni Palmieri - Parmeggiani

Anteprima: sabato 19 maggio 2001 dalle ore 10,30 Giuliano Gresleri, curatore della mostra, accompagnerà i giornalisti
Inaugurazione: sabato 19 maggio 2001 alle ore 12.00

Museo Civico Archeologico, via dell'Archiginnasio 2, 40124 Bologna

Orario: Tutti i giorni dalle 9,30 alle 18,30. Chiuso il lunedì, il 31 Luglio e il mese di Agosto

Biglietto d'ingresso: intero L. 8.000, ridotto L. 6.000.

Visite guidate gratuite: il giovedì alle ore 17

Ufficio stampa: Studio Pesci, Via G. Petroni 18/3, 40126 Bologna,
tel:+39-051-269267, fax: +39-051-2960748; e-mail: gio@mailbox.dsnet.it

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