Ex Convento di Santa Maria
Gonzaga (MN)

Duane Michals
dal 19/5/2001 al 1/7/2001

Segnalato da

Biblioteca Gonzaga



 
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19/5/2001

Duane Michals

Ex Convento di Santa Maria, Gonzaga (MN)

L'approccio mentale alla fotografia di Duane Michals lo fa annoverare per certi aspetti tra gli autori più vicini alle ricerche delle avanguardie artistiche degli anni settanta, non tanto alla più rigorosa e fredda concettualita' analitica ma alla sua dimensione soggettiva ed esperienziale, come ad esempio è avvenuto nella "narrative art" e, ancora oggi, guardando a certe tendenze dell'arte piu' recente, la sua esperienza e' un riferimento attuale ed importante per le giovani generazioni. (Manuela Zanelli).


comunicato stampa


Duane Michals, nato a McKeesport, Pennsylvania, nel 1932, si iscrive ai corsi di acquerello presso l'Institute Camegie di Pittsburgh nel 1946 e nel 1951 all'Università di Denver, ove prende il diploma di Bachelor of Arts e si interessa in particolar modo all'arte di Magritte, Balthus, De Chirico. Nel 1956 si stabilisce a New York, si iscrive alla Parsons School of Design e inizia la professione di grafico pubblicitario in diverse riviste.

Durante un viaggio in URSS nel 1958 realizza ritratti di gente per strada bambini, soldati, operai sovietici e sembra da quel momento scoprire la sua vocazione di fotografo. Da allora pratica professionalmente la fotografia collaborando con diverse riviste, ma nel frattempo porta avanti un suo lavoro di ricerca che farà di lui uno dei fotografi più importanti e innovatori del linguaggio fotografico nella storia della fotografia americana ed esponente della ricerca artistica d'avanguardia.
Egli infatti ritiene la fotografia mezzo di un'esperienza mentale cui affida il compito non tanto di documentare quanto di esprimere una vera e propria visione filosofica del mondo.

Più volte ha ripetuto che "importante non è l'apparenza delle cose ma la loro natura filosofica". Questo il punto di partenza che lo ha portato ad uscire dallo statuto tradizionale della fotografia come rappresentazione della realtà, arrivando a costruire dal 1966 vere e proprie messe in scena di persone in contesti spaziali di interni o di esterni semplici ed essenziali in sequenze narrative fotografiche che vogliono rendere visibili pensieri, sogni, paure, situazioni interiori personali ma che attingono anche a contenuti più universali riguardanti il destino dell'uomo, la condizione umana nelle sue dualità di spirito e materia, di vita e morte.

Situazioni immaginarie e a volte paradossali dei suoi "montaggi" ruotano prevalentemente intorno al tema dell'identità, del doppio, dell'apparente e del reale anche come riflessione sulla natura stessa della fotografia. Di essa l'autore sembra dichiarare l'impossibilità a cogliere alcuna realtà rifiutando ad esempio sia la poetica del momento decisivo che l'idea di documento del reale.
Creando infatti appositamente le varie situazioni e facendone percepire un senso come oltre e al di là della immagine o delle immagini che sono intese come riflesso di un pensiero, di una riflessione, egli fa coincidere la sua vera e propria filosofia del fotografare con il suo pensiero filosofico sulla vita e sul mondo.

Significativa a tale proposito una sua famosa frase che dice "io sono una riflessione che fotografa altre riflessioni all'interno di riflessioni..". Così sono nate dopo le sequenze nel 1974 i foto-testi, fotografie accompagnate da scritti a mano dell'artista a margine delle stesse, in una relazione paritetica di comunicazione, come ulteriore modo di uscire dalla tradizionale concezione della fotografia, sconfinando in territori nuovi e inesplorati del mezzo. A questo proposito c'è da ricordare anche l'esperienza del suo intervento pittorico su sue fotografie o su quelle di fotografi famosi in opere dal '79 che allargano la contaminazione tra linguaggi diversi e che collocano i suoi lavori in un punto ideale di soglia e di attraversamento tra fotografia, poesia e pittura.
L'approccio mentale alla fotografia di Duane Michals lo fa annoverare per certi aspetti tra gli autori più vicini alle ricerche delle avanguardie artistiche degli anni settanta, non tanto alla più rigorosa e fredda concettualità analitica ma alla sua dimensione soggettiva ed esperienziale, come ad esempio è avvenuto nella "narrative art" e, ancora oggi, guardando a certe tendenze dell'arte più recente, la sua esperienza è un riferimento attuale ed importante per le giovani generazioni.

Duane Michals ha esposto dai primi anni sessanta ad oggi in numerosissime e tra le più prestigiose gallerie e sedi museali di tutto il mondo, in particolare in America ed in Europa. Accenneremo solo tra gli altri al Museum of Modern Art di New York, al George Eastman House di Rochester, al San Francisco Art Institute di San Francisco, al Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris.
Questa mostra antologica che offre una panoramica della produzione artistica di Duane Michals dal 1958 al 1998 è presentata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Gonzaga con il coordinamento della direzione artistica dello spazio espositivo ex Convento di Santa Maria in collaborazione con "Admira" di Enrica Viganò, che l'ha ideata e prodotta per l'itinerazione internazionale.
La sua prima tappa è stata infatti Madrid, presso il Museo Reina Sofia (maggio-giugno del 1998) la seconda tappa in Giappone con varie date nei musei d'arte contemporanea. La terza tappa a Torino presso La Fondazione Italiana per la Fotografia (febbraio-aprile 1999). Nel 2000 la mostra è stata esposta a Francoforte al Fotografie Forum International e a Valladolid presso la Fundacion Municipal de Cultura. Ultima tappa la Galleria d'Arte Contemporanea del Comune di Mestre -Venezia.
La mostra si compone di quattro sezioni: ritratti, autoritratti, sequenze e foto-testi.

Manuela Zanelli

Inaugurazione domenica 20 maggio alle ore 17,30

Orari
Venerdì: 20,30 - 23,30
Sabato e Domenica 9,30- 12,30 e 17- 21

Ex Convento di Santa Maria, Gonzaga (Mantova)

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