Libreria d'Arte Assolibri
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Tazio Secchiaroli
dal 22/11/2006 al 26/1/2007

Segnalato da

Luca Selvi Photodepartments



approfondimenti

Tazio Secchiaroli



 
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22/11/2006

Tazio Secchiaroli

Libreria d'Arte Assolibri, Firenze

In mostra 20 fotografie dal 1959 al 1969 per documentare la collaborazione tra Secchiaroli e Federico Fellini durante le riprese dei film del regista.


comunicato stampa

Mostra fotografica

In mostra 20 fotografie dal 1959 al 1969 per documentare la collaborazione tra Secchiaroli e Federico Fellini durante le riprese dei film del regista.

E’ proprio con Fellini che Secchiaroli inizia l’attivita' regolare di fotoreporter di set. Nelle immagini delle riprese di 8 e o non si limita a documentare la vita del back stage, coglie l’atmosfera nella quale Fellini e' al centro del formarsi delle inquadrature e dell’anima del film. Il reportage di Secchiaroli ha uno svolgimento autonomo rispetto al film, diventando un racconto parallelo a quello di Fellini. Nelle fotografie si coglie l’atmosfera di divertimento, serenita' e amicizia che il regista era riuscito a trasmettere all’intera troupe, sia attori che tecnici, ripresi a volte con ironia e dissacrazione. Traspare la complicita' tra Marcello Mastroianni, al suo secondo film felliniano, e il regista. Per realizzare queste fotografie Tazio Secchiaroli decise, per rimanere fedele ai bianchi abbaglianti e ai neri profondi, che sono le caratteristiche di 8 e o, di usare la stessa pellicola cinematografica scelta da Fellini.

La collaborazione tra il regista e il fotografo e' stata determinante per Secchiaroli nell’affinamento dei mezzi espressivi della sua fotografia. E' proprio con Fellini che Secchiaroli impara il valore della luce: “Un giorno-racconta Secchiaroli - il regista stava facendo dei provini alle attrici. Ad un certo punto nel suo ampio e consueto gesticolare, alzo' le mani in una posa ieratica. Proprio mentre gli scattavo una foto in quella posizione, dietro di lui si accese un riflettore che mi “entro'" nell’obbiettivo. Pensando di aver rovinato la foto ne scattai subito un’altra. La prima non la stampai neppure. Ma Fellini mi chiese di mostrargli i contatti e decise che anche quella foto cosi' impressionata doveva essere stampata. Provai: c’era una serie di raggi che gli uscivano dalle dita e dalla testa, sembrava quasi una divinita', da quel giorno ho capito cos’era la luce. Da Fellini ho anche imparato il gusto dell’inquadratura, della sintesi. Era lui che mi riquadrava i fotogrammi togliendo il superfluo".

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Orari: Dal martedi' al sabato 10-14 e 15.30-19.30 chiuso lunedi' mattina

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