La malinconia e l'atmosfera sospesa della musica degli Arab Strap prenderanno il sopravvento nella serata del Tunnel, dove il duo scozzese si presenta per la seconda delle tre date previste in Italia, in occasione dell'uscita del loro nuovo e quarto album "The Red Thread" che li ha visti ritornare sotto l'ala protettrice dell'etichetta indipendente Chemikal Underground. Ad aprire il concerto degli Arab Strap ci sara' Bright Eyes...
Special Guest Bright Eyes
La malinconia e l'atmosfera sospesa della musica degli Arab Strap prenderanno
il sopravvento nella serata del Tunnel, dove il duo scozzese si presenta per
la seconda delle tre date previste in Italia, in occasione dell'uscita del
loro nuovo e quarto album "The Red Thread" che li ha visti ritornare sotto
l'ala protettrice dell'etichetta indipendente Chemikal Underground.
Ad aprire il concerto degli Arab Strap ci sarà Bright Eyes, il progetto del
cantautore americano Conor Oberst, tra gli artisti più poliedrici della scena
statunitense.
Descrivere la musica degli Arab Strap è come aprire la mente alle più malinconiche
forme che il pensiero umano può concepire. Partendo dall'anima, musica e parole
si riversano nei sentimenti e nelle emozioni di Aidan Moffat e Malcolm Middleton,
i due oscuri cantastorie, quando scrivono le loro canzoni;
Aidan a proposito
dice: "scrivo verso le due di notte, quando mi sento più triste, sapendo che
quella è la condizione migliore per indagare sul lato oscuro degli esseri umani
e per trovare le atmosfere più adatte alla nostra musica"(Musica! 22-2-2001)
Gli Arab Strap, il cui originalissimo nome è ispirato ad un elisir d'amore
reclamizzato solo su giornali per adulti, sin dal loro esordio del "The Week Never
Starts Round Here" del 1996 si sono guadagnati l'attenzione dei media specializzati
che subito li hanno affiancati a figure storiche della musica indipendente
scozzese come Slint e Smog. Il successo poi è bissato nel 1997 con il secondo
lavoro intitolato "Philophobia", pubblicato anche negli Stati Uniti.
Nello stesso
anno gli Arab Strap riescono anche ad entrare nella top 40 dei singoli in
Inghilterra grazie a "Holiday girl". Dopo aver dato alle stampe un disco dal
vivo a tiratura limitata, "Mad For Sadness", il duo pubblica il vero e proprio
terzo lavoro, "Elephant Shoe" (1999) sotto etichetta Go Beat (i due precedenti
sono usciti per la Chemikal Underground), album che conferma sostanzialmente la
vena compositiva oscura e malinconica che caratterizza dall'inizio la musica degli
Arab Strap. A febbraio 2001 esce "The Red Thread", che continua il percorso nelle
sonorità cupe della band ma allarga i suoi orizzonti, soprattutto nei testi, mai
come adesso maturi e rapportabili alle esperienze di tutti.
Brani soffici e soffusi in cui alle chitarre spesso acustiche si abbina solo
una drum-machine, scarna e incisiva per lasciare emergere un songwriting complesso
e poetico, tanto che i giornali inglesi hanno parlato degli Arab Strap
paragonando la loro capacità espressiva a quella di mostri sacri come
Lou Reed e Nick Cave.
I due musicisti di Falkirk dipingono quadri di periferie post-industriali
partendo dalle riflessioni su quanto accade loro nella vita, elaborano
situazioni in cui qualsiasi persona può immaginare di ritrovarsi e di cui,
a causa della paura, non riesce mai a parlare. Ecco i motivi per cui le
canzoni degli Arab Strap sono a loro modo delle canzoni d'amore in cui
si preferisce mostrare il lato meno romantico, come storie di sesso malvissute
dove c'è l'incapacità di avere relazioni limpide.
Aprire la serata è compito di Bright Eyes, personaggio controverso della scena
folk-rock dell'underground americano. La voce malinconica di Conor Oberst,
proprietario del progetto Bright Eyes narra storie intime come quelle scritte
sulle pagine di un diario, dove l'apporto della sola chitarra acustica rende
efficace la ricercata atmosfera lo-fi che sembra nascere in un pomeriggio piovoso
particolarmente triste.
Inizio Concerto: ore 22.00
Ingresso £. 25.000
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