Cardi Black Box
Milano
corso di Porta Nuova, 38
02 45478189 FAX 02 45478120
WEB
Nero
dal 29/11/2006 al 29/1/2007
Mon - Sat 10:30 - 13:30 / 15:30 - 19:30

Segnalato da

Galleria Cardi




 
calendario eventi  :: 




29/11/2006

Nero

Cardi Black Box, Milano

Dal quadrato nero Malevich alle croci di Ad Reinardht, dalle pennellate di Franz Kline ai ferri di Jannis Kounellis e alle stelle e canoe di Gilberto Zorio, questo colore ha assunto nelle opere di molti protagonisti dell'arte dell'ultimo secolo significati e simbologie diversi e sovente in contrasto tra loro.


comunicato stampa

Collettiva

La Galleri Cardi e' lieta di annunciare la mostra “Nero", che si inaugurera' il 30 novembre nella sede espositiva di Corso di Porta Nuova 38 con opere di Domenico Bianchi, Pier Paolo Calzolari, Paolo Canevari, Jannis Kounellis, Peter Wuthrich e Gilberto Zorio. Il nero e' un colore largamente utilizzato nell’arte del secolo scorso. Dal quadrato nero Malevich alle croci di Ad Reinardht, dalle pennellate di Franz Kline ai ferri di Jannis Kounellis e alle stelle e canoe di Gilberto Zorio, e altri ancora, questo colore ha assunto nelle opere di molti protagonisti dell’arte dell’ultimo secolo significati e simbologie diversi e sovente in contrasto tra loro. Certamente il nero e' di per se' un colore che per la cultura occidentale esprime drammaticita', nello stesso tempo, come tutti i simboli archetipici rimanda a significati ambivalenti. E' infatti sia l’espressione del lutto sia dell’erotismo (il quanto, velato, e' il colore che maggiormente contrasta con il biancore della carnagione), nega tutti gli altri colori e nello stesso tempo, essendo la somma dei colori dell’iride, li possiede potenzialmente tutti. Esprime il buio ma anche l’accecamento dovuto alla troppa luce. In alchimia nell'opus alchemicum, la materia passa attraverso tre fasi: nigredo, albedo e rubedo. Nella prima, legata al colore nero, l'anima non conosce che l'inganno dei sensi; nella seconda si ha l'epifania di un mondo nuovo; nella terza, la cancellazione del suo inganno. Il nero inteso come caos espresso dall’alchimia e' dunque il punto di partenza della ricerca dell’io (l’oro filosofale) in quanto l’uomo aspira a dare ordine al caos, sostituire la luce al buio. Il nero come punto di partenza di tutte le cose equivale dunque al “numero uno" di Pitagora. Tuttavia, al di la' delle sue implicazioni simboliche e filosofiche, il nero appare sovente nelle opere dei nostri giorni svuotato di significati narrativi e simbolici, quasi fosse una sorta di materiale autonomo da plasmare per definire l’architettura e alla costruzione formale dell’opera.

Domenico Bianchi nato a Roma nel 1965 costruisce con la cera impianti formali astratti di forte impatto metafisico. La luce diviene per l’artista elemento primario che, in molte sue opere, si somma e concentra nel nero. La trasparenza della cera e della fibra di vetro insieme alle sottili foglie dei metalli in essa affogati (oro, platino, argento e rame) suggeriscono all’artista l’invenzione delle forme, la variabilita' del timbro dei colori, la definizione dello spazio. Nelle opere di Bianchi l’immagine e' costituita da un segno a volte quasi trasparente che mantiene l’apertura verso gli infiniti rimandi del senso. I suoi lavori sono stati definiti “Mappe dell’anima", a testimonianza di quanto sia importante in lui la dimensione del trascendente.

Pier Paolo Calzolari nato a Bologna nel 1943, predilige materiali “non artistici" (ghiaccio, neon, piombo, cera, fuoco) con cui allestisce installazioni complesse. In un orizzonte poetico di riferimenti che va dalla pittura bizantina alla lirica del Novecento, usa foglie di tabacco o di banano, scritte al neon, piombo, che adotta per la sua malleabilita' atta a ricoprire le superfici piu' diverse, dalle pareti alle scalinate, cosi' come fara' con la margarina, e i motori dei frigoriferi attivati a ghiacciare gli elementi con cui e' in contatto. Con la brina e il ghiaccio prodotti meccanicamente ottiene in colore bianco che si pone come essenza, come valore assoluto, mentre ogni altro bianco "pittorico" equivarrebbe ad una possibilita' fra molte altre, e sarebbe inevitabilmente "relativa". Il lavoro di Calzolari puo' essere visto come un dialogo inesausto fra l’istanza dell’assoluto e il mondo dei fenomeni che nella loro estrema relativita' lo contraddicono ma anche lo inverano in nuove sintesi di senso. Davanti alla tela trattata con un solo colore, ma spesso recante tracce manuali, l’artista pone materassi e sedili, sedie ed impermeabili, legni e metronomi, questi ultimi a misurare quella temporalita' da cui il monocromo come traccia dell’assoluto. D’altra parte il dipinto viene integralmente sostituito dalle superfici coperte di sale, o di muschio, o ancora dai "quadri" ghiacciati per ritrovare l’essenza di cui l’artista e' alla ricerca. Le opere piu' recenti assumono le dimensioni di grandi sculture o di installazioni ambientali, ampie superfici di piombo applicate alla pareti o grandi griglie metalliche mutano la loro morfologia grazie all’opera dei motori ghiaccianti. Altri lavori lo vedono riprendere operativamente gli elementi costitutivi dei linguaggi dell’arte, dall’architettura alla pittura, in installazioni oggettuali che coinvolgono l’ambiente.

Galleria Cardi&co
Corso di Porta Nuova, 38 - Milano

Orari: Mon - Sat 10:30 - 13:30 / 15:30 - 19:30

Ingresso libero

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