La nuova sede della galleria apre con una mostra che riflette sul linguaggio dell'arte, sulla percezione e sui meccanismi della rappresentazione. Dagli anni 90 l'artista lavora ad un nuovo ciclo di sculture, le Anamorfosi: fusioni in ferro o in bronzo che appaiono diverse a seconda del punto di vista.
Personale
La Galleria Monica De Cardenas e' felice di annunciare l'apertura di una
nuova sede espositiva a Zuoz in Engadina. Gli spazi della nuova galleria
d'arte sono situati all'interno di una casa engadinese del quindicesimo
secolo, riattata dall'architetto Hans-Jorg Ruch. Conservando la struttura
e le caratteristiche originarie della casa, gli spazi espositivi, ampi e
luminosi, misurano circa 250 mq complessivamente.
La galleria verra' inaugurata sabato 9 dicembre 2006 con una mostra
personale di Markus Raetz. L'artista svizzero (Berna 1941) riflette sul
linguaggio dell'arte in quanto percezione visiva con immagini essenziali e
poetiche. I meccanismi della rappresentazione e la pluralita' della visione
sono i temi attorno ai quali si snoda il suo percorso artistico. Nei
taccuini degli anni Sessanta e Settanta l'artista traccia le basi della
sua visione: le linee formano figure, paesaggi e oggetti la cui continua
trasformazione ci rende partecipi del processo creativo e consapevoli
della fluidita' di immagini e di punti di vista.
Nel corso degli anni, le idee e le tematiche sviluppate nei disegni
vengono trasformate in opere e diventano installazioni, sculture, opere
monumentali. Realizzate con materiali naturali, inconsueti o effimeri,
conservano la leggerezza del disegno e la consapevolezza di essere
immagini e quindi rappresentazione, gioco, pensiero. Ne sono esempi le
foglie di eucalipto che compongono volti sulle pareti (1982); i rametti
che, se guardati da un determinato punto di vista, modellano il torso di
Eva (1983); le stele di granito sparse su un prato, che, viste da una
vicina collina, compongono un volto (1984).
Dall'inizio degli anni Novanta Raetz lavora ad un nuovo ciclo di
sculture, le Anamorfosi: fusioni in ferro o in bronzo che appaiono diverse
a seconda del punto di vista dal quale le guardiamo. Il movimento dello
spettatore intorno all'opera permette di individuare il punto di vista dal
quale un'apparente massa informe diventa improvvisamente la
rappresentazione di un oggetto familiare, una testa, una pipa o la sagoma
di Topolino. In altri casi la scultura stessa e' mobile: si trasforma
davanti ai nostri occhi, come, per esempio, la scultura "After Man Ray",
2005 composta da due cilindri irregolari ruotanti, che tra di loro danno
al vuoto la forma di una ballerina ancheggiante.
Markus Raetz vive e lavora a Berna in Svizzera. Dal 1966 ad oggi ha
esposto in numerose gallerie e musei, fra gli altri al Kunsthaus di Zurigo
(1975), allo Stedelijk Museum di Amsterdam (1979), al New Museum di New
York (1988), alla Serpentine Gallery di Londra (1993), all'Arts Club di
Chicago (2001) e, quest'anno, al Carre' d¹Art di Nimes (febbraio 2006) al
Museum der Moderne di Salisburgo (ottobre 2006). Markus Raetz ha
rappresentato la Svizzera alla Biennale di Venezia nel 1988 e partecipato
a Documenta a Kassel nel 1968, nel 1972 e nel 1982. Le sue opere si
trovano nelle collezioni del MoMa di New York, della Tate Gallery di
Londra, del Centre Pompidou di Parigi, del Museo d¹Arte Moderna di
Francoforte e dei maggiori musei svizzeri.
Immagine: Markus Raetz, Untitled (after Man Ray), 1995-2006
Inaugurazione Sabato 9 dicembre 2006 ore 17.00
Galleria Monica De Cardenas
Chesa Albertini
CH-7524 Zuoz (St.Moritz)
Orario: ore 15-19 da martedi' a sabato (dal 23 dicembre al 7 gennaio aperto tutti i giorni)
Ingresso libero