L'Union
Roma
via Reggio Emilia, 32a
06 99706573
WEB
Ivan Civic
dal 11/12/2006 al 19/1/2007
mar-sab 11-13 / 16-19.30

Segnalato da

Emanuela Nobile Mino




 
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11/12/2006

Ivan Civic

L'Union, Roma

Want it! Get it! Fake it! Il progetto si fonda sulla rappresentazione e l’interpretazione del frustrante processo di ricerca di affermazione del singolo all'interno del contesto sociale e si articola tra la performance eseguita durante l'inaugurazione e l'esposizione di lavori fotografici e video a questa connessi. A cura di Emanuela Nobile Mino.


comunicato stampa

Want it! Get it! Fake it!

A cura di Emanuela Nobile Mino

L’Union e' lieta di annunciare la mostra personale di Ivan Civic (Sarajevo 1979. Vive e lavora a Berlino) artista-performer diplomatosi presso l'Accademia di Belle Arti di Braunschweig (Germania) nella classe di Marina Abramović e gia' da qualche anno presente sulla scena artistica internazionale grazie a partecipazioni ad eventi presentati presso alcuni tra i piu' importanti spazi espositivi nel mondo (tra cui il P.S.1 di New York; il Museo di arte contemporanea di Dublino; il Marta di Herford; la Galleria Civica di Trento; il Museo Van Gogh di Amsterdam).
Il progetto, appositamente concepito per la galleria, si fonda sulla rappresentazione e l’interpretazione del frustrante processo di ricerca di affermazione del singolo all'interno del contesto sociale. Tale tematica assume nel lavoro dell’artista una particolare connotazione, investendo da vicino il mondo dell’arte.

Il lavoro nel suo insieme, infatti, si sviluppa come una parodia della figura dell’artista e della sua scalata al sistema artistico contemporaneo. Il progetto, sebbene giocato su toni sarcastici, rivela costantemente un retrogusto di lucida obiettivita', uno sguardo disincantato sulla societa' e sull’imperante tendenza alla mediocrita', di cui inspiegabilmente il sistema dell’arte sembra, a volte, farsi complice. Articolandosi tra la performance eseguita durante l'inaugurazione e l'esposizione di lavori fotografici e video a questa connessi, il progetto si presenta come una sorta di dissacratoria confessione di un artista sul suo naturale "dance-floor" (la galleria) e come scettico processo alle sue stesse illusioni.

La performance si sviluppa sotto forma di video-game senza fine e la cui veste grafica pop e il sound-track firmato “Dead or Alive" tradiscono un voluto rimando ad ambientazioni ed atmosfere trash/fake anni ’80. Nel game, il cui scopo e' divenire l’“Artist Super_Hero the world needs", Civic ricopre contemporaneamente ruoli di diversa natura e responsabilita' (e' avatar-giocatore e allo stesso tempo ruler), interagendo con se stesso a diversi livelli: sfidandosi, redarguendosi, contraddicendosi, in una ripetuta e spossante auto-verifica delle proprie attitudini e potenzialita', sia psichiche che comportamentali.

L'azione loopata, che vede l'artista farsi interprete di diversi tipi di strategia finalizzati all’"upgrading" sociale, si articola quindi secondo una convulsa e disordinata sequenza di “personaggi" ispirati a stereotipi apparentemente contrastanti per indole e temperamento: il body-builder, l’entertainer, l’uomo politicamente corretto, quello in cerca di redenzione. Fantasiosa ed esasperata contraffazione dei requisiti e delle sfaccettature che un artista contemporaneo sembra oggi dover riuscire a riassumere per accedere a buon diritto al sistema dorato ed ufficiale dell’arte, quindi: sensibilita' estetica, presenza carismatica, capacita' di intervenire in pubblico, pietas e, non ultima, abilita' nel fingere di possedere tutto cio'.

Doti da conquistare e da tirare fuori durante il tortuoso viatico che potrebbe condurre alla notorieta' e che, non di rado, sottopone l’artista ad una instabilita' emotiva, dovuta al continuo alternarsi di momenti di gloria e periodi di empasse, di riconoscimento economico e improvvisa retrocessione.

L'intento del lavoro di Civic e' quello di mettere in luce l’entita' dello scollamento tra la sfera dorata della riflessione e della creativita' e il terreno sterrato e insidioso che costituisce la strada verso la fama ma, allo stesso tempo, quello di sollecitare il riconoscimento di una parte di responsabilita' anche a certe strategie del mercato dell’arte, nello sviluppo esponenziale di quel disegno sociale mirato alla produzione e al favoreggiamento di fenomeni - e di super eroi - di spessore e rilevanza, spesso, obiettivamente mediocri.

“Desideralo! Ottienilo! E se proprio non ci riesci, fingi!". L’importante e' chiudere il cerchio.
…Forse e' proprio di un Super Eroe che il mondo ha bisogno.

WANT IT, GET IT, FAKE IT, e' un’evoluzione del progetto “Breeding Brass Pearls" presentato presso la galleria Estro di Padova nel giugno 2006. La prima versione del progetto e' stata presentata in anteprima a settembre 2006 presso l’ex centrale Fies di Dro durante il Premio Internazionale di Performance della Galleria Civica di Trento.

Ivan Civic

Nato nel 1979 a Sarajevo. Vive e lavora a Berlino.

Il lavoro di Ivan Civic (performance, video, installazione, fotografia e disegno) si concentra sull'analisi della societa' e delle sue strutture, mettendo a fuoco i limiti delle unioni convenzionali (il nucleo familiare e, in generale, le relazioni culturali ed intellettuali). Attraverso l'utilizzo di icone, simboli e feticci desunti indistintamente dal proprio ambito di relazioni personali (la famiglia, il privato) e dalla scena pubblica (moda, pubblicita'), l'artista mira a svelare la debolezza e l’artificiosita' di certi meccanismi e di determinate dinamiche, incarnando nel suo lavoro le contraddizioni e i conflitti interni e comuni ad ambiti relazionali diversi.

Con l’assunzione di atteggiamenti acuti, autocritici e, a tratti, umoristici, con la costruzione di immagini accattivanti ed oggetti sofisticati (utilizzati in forma creativa piuttosto che normativa), Civic intende far luce sul fatto che ognuno, a suo modo, assume all'interno del proprio universo relazionale un ruolo ambivalente, divenendone, alternativamente, vittima e carnefice. Il fine e' quello di sollecitare nello spettatore un'immediata condivisione dell'esperienza artistica e della tensione emotiva che viene espressa in azioni di grande impatto visivo e, contemporaneamente, quello di coinvolgere quanto piu' possibile lo spazio espositivo trasformandolo in area ad alto tasso energetico.

Inaugurazione: 12 dicembre 2006 - inizio performance ore 19

L'Union arte contemporanea
via Reggio Emilia 32/a - Roma
Orario: mar - sab 11-13|16-19.30
Ingresso libero

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Tommaso Medugno
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