L'esposizione si concentra sull'intenso rapporto che Chini, uno dei principali protagonisti del panorama artistico italiano e internazionale della prima meta' del 900, intrattenne con la Biennale di Venezia, per i cui padiglioni realizzo' alcuni tra i suoi piu' celebri cicli decorativi.
Opere dall'Archivio Storico della Biennale di Venezia
Oggi, martedi' 16 gennaio 2007 alle ore 18.00, inaugura presso la Wolfsoniana, via
Serra Gropallo 4, Genova Nervi, la mostra Galileo Chini e i cicli decorativi per la
Biennale di Venezia. Opere dall'Archivio Storico della Biennale di Venezia.
L'esposizione si concentra sull'intenso rapporto che Galileo Chini, uno dei
principali protagonisti del panorama artistico italiano e internazionale della prima
meta' del Novecento, intrattenne con la Biennale di Venezia, per i cui padiglioni
realizzo' alcuni tra i suoi piu' celebri cicli decorativi.
La mostra documenta, in particolare, due tra i piu' importanti episodi di questa
assidua e fruttuosa collaborazione: gli interventi per la Sala "L'Arte del Sogno",
allestita nel 1907 insieme a Plinio Nomellini, Gaetano Previati e Edoardo De
Albertis, e quello del 1920 per il Salone, gia' Mestrovic, caratterizzato da una
serie di pannelli con allegorie dell'arma, dell'esercito e dell'eroismo italiano.
Nel 1907, nel fregio per la prima sala internazionale a tema nella storia della
Biennale veneziana, Chini riprese un tema iconografico, la teoria di putti danzanti,
gia' proposto all'Esposizione di Milano del 1906. Nel 1920, affrontando il tema della
glorificazione della guerra e della vittoria, creo' un ciclo di quattordici pannelli
caratterizzati da un'enfasi allegorica tardo simbolista.
La mostra, che intende rappresentare la naturale continuazione dell'esposizione
Momenti della decorazione murale in Italia 1920-1940, allestita in occasione
dell'apertura della Wolfsoniana, e offrire anche un'opportunita' per dare rilievo
alle opere di Galileo Chini gia' presenti all'interno del percorso espositivo del
museo, e' stata resa possibile grazie al prestito, da parte della Fondazione La
Biennale di Venezia. Archivio Storico delle Arti Contemporanee, di dodici opere
recentemente restaurate con il contributo del Venetian Heritage. A corredo dei
dipinti esposti, si presenta una serie di documenti relativi all'attivita' di Chini
decoratore e al suo rapporto con la Biennale di Venezia, provenienti dagli archivi
della Wolfsoniana, dall'Archivio Chini di Lido di Camaiore e dall'Archivio d'Arte
Contemporanea dell'Universita' degli Studi di Genova.
Galileo Chini (Firenze 1873 - 1956), pittore, ceramista, illustratore, scenografo e
costumista, dopo una precoce adesione al gusto Art Nouveau, presento' con grande
successo le sue ceramiche alle esposizioni internazionali di Londra (1898), Parigi
(1900), Bruxelles, Gand e Pietroburgo (1901), Torino (1902), Saint Louis (1904).
Alla manifattura L'Arte della Ceramica, da lui fondata nel 1896 e poi trasferita da
Firenze a Fontebuoni nel 1901, si riferisce il dipinto La fabbrica esposto
all'interno del percorso espositivo della Wolfsoniana. Negli anni Dieci venne
superando la lezione naturalistica a favore di decori geometrici e stilizzati di
ispirazione klimtiana. Partecipo' regolarmente alle Biennali veneziane dal 1901 al
1936. Amplissima fu la sua attivita' di decoratore, sia per allestimenti effimeri
all'interno di alcune tra le piu' importanti mostre del periodo, sia per edifici
pubblici e privati, chiese e cappelle funerarie, soprattutto in Toscana, a Firenze,
Pistoia (la Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, 1904-05), Arezzo, Montecatini
(lo Stabilimento Terme Tamerici, 1910), Lucca e Prato. Nel 1911 il re del Siam, che
aveva visto i suoi lavori per la Biennale veneziana, lo invito' ad affrescare la sala
del trono di Bangkok. La sua permanenza in Oriente, che si protrasse sino al 1913,
influenzo' il suo lessico che, carico di seduzioni esotiche, ando' evolvendo verso il
linguaggio de'co, come dimostrano, ad esempio, gli apparati decorativi delle Terme
Berzieri di Salsomaggiore, dove lavoro' tra il 1921 e il 1923 e di cui alla
Wolfsoniana si possono ammirare due fioriere in maiolica. In questi anni la sua
attivita' di decoratore fu intensissima: a Viareggio il Gran Caffe' Margherita e il
Grand Hotel Excelsior (1922) e a Salsomaggiore il Grand Hotel des The'rmes (1925);
realizzo' le scene della Turandot di Giacomo Puccini, andata in scena dopo la morte
del musicista; fu impegnato inoltre nella decorazione di alcuni ambienti dei
transatlantici Roma, Augustus e Ausonia, di due centrali idroelettriche in Alto
Adige e della Direzione della Societa' Montecatini a Milano. A partire dagli anni
Trenta si dedico' con preferenza alla pittura da cavalletto, esponendo in numerosi
spazi pubblici e privati. Dalla fine degli anni Quaranta la sua attivita' artistica
venne progressivamente diminuendo per un disturbo alla vista che lo porto' alla
cecita'.
Si ringrazia per la preziosa collaborazione la squadra mostre del Polo dei Musei e
dei Parchi di Nervi.
Inaugurazione: martedi' 16 gennaio 2007 alle ore 18.00. Saranno presenti all'inaugurazione Giorgio Busetto, Direttore dell'Archivio Storico
delle Arti Contemporanee della Fondazione La Biennale di Venezia, e Paola Polidori
Chini, nipote di Galileo Chini.
Wolfsoniana
via Serra Gropallo 4 - Genova Nervi
Orario: martedi'-domenica 10-19