Galleria Glance (Vecchia sede)
Torino
via San Francesco da Paola, 48/E
348 9249217
WEB
Luis Molina-Pantin
dal 19/1/2007 al 22/3/2007
Da martedi a sabato 15.30-19.30

Segnalato da

Galleria Glance




 
calendario eventi  :: 




19/1/2007

Luis Molina-Pantin

Galleria Glance (Vecchia sede), Torino

The apartment of Osmel Sousa, President of Miss Venezuela racconta qualcosa della realta' locale dell’artista, ma parla un linguaggio universale, poliglotta. In questi scatti gli spazi sono reali, sebbene siano cosi' assurdi e kitsch da non sembrare veri.


comunicato stampa

Appartamento di Osmel Sousa, presidente di Miss Venezuela

La galleria Glance e' lieta di presentare la mostra personale di Luis Molina-Pantin.

Le fotografie di Luis Molina-Pantin (1969, Venezuela) sono una dimostrazione di come sia possibile utilizzare la fotografia come mezzo al tempo stesso concettuale, sociale, politico e antropologico. Di come l’arte possa essere estetica e etica. Ironica ed etica. Di come si possa rappresentare un luogo senza illustrarlo letteralmente. Nei suoi lavori i generi tradizionali della fotografia si confondono e il paesaggio diventa natura morta, il reale si confonde con il fittizio.

Luis Molina-Pantin ha ambientato i suoi progetti in diversi posti del mondo, come in Venezuela, dove vive, Colombia, Stati Uniti e in Europa, per esempio a St. Moritz o in Spagna. I soggetti, analizzati con occhio clinico e cinico, con uno stile documentaristico in parte assimilabile a quella degli artisti tedeschi della nuova-oggettivita', come Thomas Struth o Candida Hofer, sono stati, tra gli altri: alberghi, uffici delle gallerie di Chelsea, un museo del massacro, banconote di leader mai messe in circolazione, oggetti con sopra un paesaggio, case abbandonate ancora prima di essere finite, l’estetica dei narco-trafficanti colombiani, che riesce a conciliare rococo' versaillese con obelischi e sfingi egizie.

La sua serie Inmobilia (1997), che ricorda i portfolio delle agenzie immobiliari, a cui il cui titolo rimanda, rappresenta spazi che, sebbene non potranno mai essere comprati, sono punti cardine dell’immaginario e dell’industria venezuelana. A ben guardare, sopra i salotti, le stanze, le sale ospedaliere, si scorgono i bordi, i limiti della rappresentazione, da cui sporgono i riflettori. Le stanze si rivelano set provvisori, ovvero le scenografie delle popolarissime telenovelas girate nel canale Venevision, uno dei maggiori del continente.

Qua e la' si vedono gli errori, come un rotolo di carta igienica in una stanza dove nient’altro rimanda a un bagno. Ogni ambientazione, dal salotto borghese alla baracca-monolocale, porta i segni di differenti caratterizzazioni sociali. Le immagini dai colori brillanti sono pittoriche e scultoree, ma illuminate da una fredda luce artificiale che, insieme alla mancanza non solo di esseri umani ma di umanita', di vissuto, rieccheggiano la finzione, la precaria idealizzazione della vita e della societa' venezuelana, ma piu' in generale della societa' contemporanea.

Anche l’altro lavoro in mostra, The apartment of Osmel Sousa, President of Miss Venezuela (2000), racconta qualcosa della realta' locale dell’artista, ma parla un linguaggio universale, poliglotta (cosi' come l’artista che ha vissuto e studiato molti anni all’estero). In questo lavoro gli spazi sono reali, sebbene siano cosi' assurdi e kitsch da non sembrare veri.

L’artista ha avuto il permesso di fotografare l’appartamento del direttore di Miss Venezuela, uno spettacolo senza eguali per ascolti e aspettative, che vanta il record del piu' alto numero di regine di bellezza vincitrici. Per ironia della sorte Miss Venezuela e' prodotto dallo stesso produttore delle soap-opera, la Venevision, i cui proprietari sono collezionisti e sostenitori di importanti fondazioni d’arte (tra cui anche di alcune foto di Inmobilia!).

Come nel caso delle gallerie newyorkesi, che sono, piu' che promotori, produttori di “bellezza", cosi' Sousa, uno degli uomini piu' potenti del sud america, e' un produttore di bellezza e un commerciante di sogni. E l’appartamento, con il suo terrificante horror vacui, con il suo senso dell’eccesso sembra un ironico contrappasso e contraltare del minimalismo degli uffici delle gallerie, cosi' simili uno all’altro.
Norma Mangione

Inaugurazione: 20 gennaio 18.30 - 20

Galleria Glance
Via San Francesco da Paola, 48/E - Torino
Orario: martedi - sabato 15.30 - 19.30
Ingresso libero

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