Punctum
Roma
Vicolo del Governo Vecchio, 2
339 6170930, 338 6491585
WEB
Giochi Dialettici
dal 6/2/2007 al 9/3/2007
Da martedi' a sabato dalle 16 alle 19:30

Segnalato da

Alexandra Gracco Kopp




 
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6/2/2007

Giochi Dialettici

Punctum, Roma

Al cuor non si comanda di Giovanni Ozzola e' un'installazione audio-video composta da dieci monitor in cui sono riprodotti altrettanti echo-colour doppler. Il lavoro di Elizabeth Aro si appropria dello spazio ripensandolo come una sorta di libro in cui un'immagine specchiandosi cambia la sua identita' materiale. Una morbida e ramificata struttura in velluto si articola lungo il pavimento diventando astratto disegno bidimensionale sulla parete.


comunicato stampa

Elizabeth Aro / Giovanni Ozzola

A cura di Alexandra Gracco Kopp e Giulia Giovanardi

Al cuor non si comanda di Giovanni Ozzola ed un’installazione inedita di Elizabeth Aro sono le opere che aprono una serie di tre mostre concepite come un organismo unitario. Ogni mostra segue la medesima struttura scindendo l’opera dall’artista e dedicando loro spazi contigui ma distinti. Se nello spazio espositivo si articola il rapporto tra le opere riaffermate nella loro assoluta autonomia e centralita', il confronto tra gli artisti e' rinviato ad un testo-dialogo che accompagnera' ogni evento.

Giovanni Ozzola presenta un’installazione audio-video composta da dieci monitor in cui sono riprodotti altrettanti echo-colour doppler. Nell’ambiente completamente oscurato le immagini perdono ogni valenza scientifica, trasfigurate dal suono profondo di dieci battiti sovrapposti. Il suono cardiaco palpabile come materia si afferma al tempo stesso come ritmo familiare ed estraneo nel suo essere impulso vitale e costante, ma anche autonomo ed indipendente. Ogni battito appartiene ad una persona specifica scelta dall’artista per cui l’opera diventa una riflessione ulteriore sul tema del ritratto, una rappresentazione assoluta nel suo registrare ogni sussulto, ansia, minimo movimento fisico ed emotivo.

Il lavoro di Elizabeth Aro si appropria dello spazio ripensandolo come una sorta di libro in cui un’immagine specchiandosi cambia la sua identita' materiale. Una morbida e ramificata struttura in velluto si articola lungo il pavimento diventando astratto disegno bidimensionale sulla parete. L’intreccio continuo delle linee costruisce forme precarie in perenne trasformazione animate dal rifrangersi della luce sul prezioso tessuto. In questa installazione ritorna l’uso della tecnica-mestiere del cucito, alla base di molti lavori passati della Aro, come riferimento ad un procedere manuale che e' anche simbolicamente un tessere connessioni e relazioni.

Elizabeth Aro e' nata nel 1961 a Buenos Aires. Vive e lavora sul Lago Maggiore. Principali mostre selezionate: 2006 Senza famiglia Palazzo della Promotrice delle belle arti, Torino; Take me with you, Mori Museum, Tokyo; 2005 Generation of arts, Fondazione Antonio Ratti, Como; 2004 Espacio Uno, Museo Reina Sofia, Madrid; 2003 Centro Cultural de Espana, San Jose' de Costa Rica; Il racconto del filo, MART, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.

Giovanni Ozzola e' nato nel 1982 a Firenze dove vive e lavora. Principali mostre selezionate: 2006 In a sentimental mood, Galleria Continua, San Gimignano; 2005 Guardami. Percezione del video, Palazzo delle Papesse, Siena; In-visibile in-corporeo, MAN, Nuoro; 2004 Progetto Collezione, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato; 2003 Happiness. A survival guide for art and life, Mori Art Museum, Tokyo.

Il progetto “Giochi dialettici" si articola in una serie di tre mostre concepite come un organismo unitario. Ogni mostra mette in rapporto tra loro, due opere di due diversi artisti e gli artisti stessi attraverso un dialogo-testo creato specificamente per l’occasione.

Questa struttura si sviluppa dall’idea di dare centralita' all’opera d’arte come organismo vivente e autonomo rispetto all’estetica globale dell’ autore. L’obiettivo della rassegna e' cercare di definire un nuovo modello di esposizione che prenda le distanze dall’usuale concetto monografico o tematico. Per questa ragione il nesso che unifica le opere esposte non va ricercato in un tema che i diversi lavori dovrebbero illustrare o in un concetto che li metta insieme incanalandoli in un'unica direzione. Si tratta invece di osservare come il “significato" di un’ opera, installata in uno spazio intimo saturato dalla sua presenza, possa mutare e attualizzarsi grazie alle relazioni che si creano con l’altro lavoro esposto.
Nella prima fase del progetto l’artista sparisce momentaneamente, rimangono solo le opere l’una accanto all’altra alla ricerca di un legame nuovo che vada oltre la semplice similitudine, il contrasto o il richiamo a medesime idee.
L’opera devia cosi' dal suo percorso individuale di senso entrando in relazione con un altro lavoro che rimette continuamente in discussione la possibilita' di arrivare ad una lettura conclusiva. Il senso si genera tra le due opere “nel mondo ambiguo e pullulante di determinazioni possibili" che si apre dalla loro convivenza.

La figura dell’artista per non sottrarre soggettivita' all’opera rientra in una fase successiva attraverso un dialogo-testo realizzato in occasione della mostra. Il testo nasce su una griglia concettuale iniziale cui gli artisti fanno riferimento in un serrato scambio di idee e immagini. Non viene posto alcun limite al modo in cui confrontarsi, il dialogo non deve necessariamente assumere una forma analitica-esplicativa ma potrebbe ad esempio, ripudiare la parola per scegliere l’immagine, potrebbe associarle o ancora preferire altre strade impreviste.

Il ruolo del curatore e' limitato e si concentra esclusivamente nel lanciare input e sollecitazioni che inneschino un dialogo, una discussione che prende la forma di un progetto/processo e che costruira' il gioco dialettico.
L’artista viene quindi presentato attraverso le sue considerazioni e i suoi pensieri senza che questi siano orientati da domande dirette sotto forma di intervista. Ogni coppia di “dialoganti" interviene, si conosce e presenta il proprio pensiero attraverso lo strumento dell’e-mail, l’assoluto simbolo contemporaneo della comunicazione.

Alla fine della rassegna ogni mostra verra' documentata in una pubblicazione generale che presentera', oltre alle singole opere, i giochi dialettici nati tra gli artisti. In questa fase gli input e le tematiche suggerite dalle curatrici scompariranno per dare spazio al libero articolarsi degli interventi. La pubblicazione e' prevista entro la fine del 2007.

Immagine: Elizabeth Aro

Inaugurazione: Mercoledi' 7 febbraio 2007 alle 19

Associazione culturale Punctum
vicolo del governo vecchio 2, Roma
Orario: da martedi' a sabato dalle 16 alle 19.30

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Roberto Timperi
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