Patrizia Pepe
Capalle (FI)
via Gobetti, 7
055 874441
WEB
Doppia personale
dal 31/1/2007 al 11/4/2007
Lunedi'/venerdi' 9.30/12.30 e 14.30/18.30 solo su appuntamento

Segnalato da

Valeria Cioffi




 
calendario eventi  :: 




31/1/2007

Doppia personale

Patrizia Pepe, Capalle (FI)

Stefano Tondo "Patiens" + Alberto Moretti "Simbolo". Il gestualismo calato nella densita' di un colore che lo accompagna dagli anni '50, affiora anche nelle recenti esperienze fotografiche di Moretti. Tondo scava nel profondo, secondo un processo di introspezione per il quale ricorre quasi sempre ad una lucida ironia, non priva di amarezza.


comunicato stampa

Stefano Tondo “Patiens" + Alberto Moretti “Simbolo"

a cura di Lara Vinca Masini

Presenti contemporaneamente in mostra presso l’atelier di Patrizia Pepe due artisti che rappresentano un’espressione elevata di due momenti dell’arte in Italia che va dalla seconda meta' del XX secolo ad oggi.

Non si tratta, peraltro, di “scuola", ma di espressioni di due generazioni diverse, che non credo intendano porsi a confronto, ma semplicemente presentarsi per quello che sono.La qualita' del lavoro di Alberto Moretti, si esprime in un percorso di creativita' e di sperimentazione che lo ha visto esplorare, a suo modo, tutti i movimenti che hanno coinvolto tutta l’arte occidentale dal 1950 in poi, da una prima adesione sperimentale al figurativo, ad un astrattismo di carattere concreto, al primo informale, portato avanti secondo un gestualismo impetuoso, calato nella densita' di un colore ora vibrante e luminoso, ora cupo e procelloso, che restera', comunque, il momento dominante di tutto il suo percorso, facendosi anche il tramite di un sottile ripensamento dei diversi momenti e delle diverse manifestazioni via via indagate (dalla Pop, all’ Assemblage, a certo Minimalismo, al Concettualismo, all’ uso di tecnologie diverse, dal film al video…), fino a riaffiorare facendosi strumento di un ripercorrimento anche dell’arte del passato, rasentando la sontuosita' di un barocco carico e misterioso. Riapparendo, infine, anche nelle sue recenti esperienze fotografiche, nelle quali fissa il mobile trascorrere dei suoi luminosi spazi celesti.

Stefano Tondo e' un giovane artista che la storia artistica degli ultimi cinquant’anni l’ha studiata, per superarla in qualche modo, ponendosi, in pieno, oltre la storia, di fronte ai molti problemi che l’attualita' impone, oggi, ai giovani (artisti e no), implicandoli in una gara con se stessi, col proprio momento storico, a superarne le dure e divaricate complessita'.

Cadute le ideologie (che costituivano anche, per gran parte, la molla di molte passioni che si riversavano in molto “fare arte"), sostituite oggi, troppo spesso, da meri interessi di partito, molti giovani, come, appunto, Stefano Tondo, che rifiutano le logiche di un presente mediatico, fatto solo di pragmatismo, di interesse, di consumismo, di esteriorita', reagiscono con ironia, con un’acuta introspezione, riversando la loro passione in un lavoro artistico che si nutre di se stesso, ma si fa anche testimone del disagio crescente, del vuoto dal quale, soprattutto attraverso l’arte, cercano di liberarsi e forse, utopisticamente, ancora, di liberare il mondo.

Stefano Tondo lavora, da sempre, scavando nel profondo, con intuizione, secondo un processo di introspezione per il quale ricorre quasi sempre ad una lucida ironia, non priva, talvolta, di amarezza, ma anche con grande partecipazione. Si pensi alle sue installazioni, da no-one (2003) all’intrigante in/cognito (2005), per portare avanti uno dei suoi temi piu' significativi, quello dell’ambiguita' della visione e della messa in crisi della propria e dell’altrui identita'.

Ma c’e' anche l’altra faccia della medaglia, la necessita' di misurarsi col mistero, con l’interiorita', con la spiritualita', come provenienti da un retaggio atavico: la bella installazione alcatraz (2003, 2005), con Irena Kalojera, che sembra voler unire Oriente e Occidente attraverso la luminosita', il bagliore mistico dell’oro; e anche Lastra (2004) che unisce la luce dorata al suono, al movimento, che squarciano il buio di un antico trullo, anche qui ad unire una profonda mediterraneita' con un Oriente favoloso e dorato…

Perche' ancora, anche a distanza di generazioni, e grazie proprio alla speranza nel futuro, “la vita e' (un bel) sogno", perche' l’uomo (l’artista) vuole che lo sia.

Progetto di: Raul Dominguez e Ronaldo Fiesoli

Immagine: Stefano Tondo, Still dal video 'My home?', 2004

Inaugurazione: 1 Febbraio 2007 17.00-19.00

Patrizia Pepe
via Gobetti, 7/9 - Firenze
Orario d’apertura: Lunedi'/venerdi' 9.30/12.30 e 14.30/18.30 solo su appuntamento

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