Galleria Zabert
Torino
piazza Cavour, 10
011 8178627 FAX 011 8178627

Ritratti sabaudi e vedute torinesi
dal 22/3/2007 al 11/5/2007
da lunedì pomeriggio a sabato, ore 11-13; 15-19
WEB
Segnalato da

Francesca Martinoli




 
calendario eventi  :: 




22/3/2007

Ritratti sabaudi e vedute torinesi

Galleria Zabert, Torino

Riapre la storica Galleria Zabert con una mostra-omaggio alla citta'. Un'interessante sezione della mostra e' dedicata ai ritratti sabaudi e vedute di Torino, mentre nelle altre sale della galleria trova spazio l'arte contemporanea americana con: Donald Baechler, Julian Schnabel, Philip Taaffe e Peter Halley.


comunicato stampa

Ritratti sabaudi e vedute di Torino - Arte americana anni ’80

Gian Enzo Sperone e Marco Voena, insieme con Roberto Grasselli, riaprono la storica galleria Zabert di Torino.

Il restauro, appena terminato, conferisce una veste rinnovata agli spazi inaugurati da Gilberto Zabert all’inizio degli anni Sessanta, all’interno dell’ottocentesco Palazzo Biscaretti, in una delle piazze storiche della città.

Per l’occasione verrà presentata una mostra che vuole essere un omaggio alla città, dal titolo Ritratti sabaudi e vedute di Torino - Arte americana anni ’80. Una raccolta di una ventina di dipinti, provenienti da varie collezioni private italiane e straniere, eseguiti da artisti piemontesi tra il XVII e l’inizio del XIX secolo, come Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, Nicolò Musso, Vittorio Amedeo Rapous, Carlo Bossoli e Pelagio Pelagi, e da pittori stranieri che hanno operato in Piemonte, come Giovanni Caracca, attivo in quella regione a partire dal 1568, il lionese Laurent Pécheux, primo pittore del re dal 1777, e William Turner.

Un’interessante sezione della mostra sarà dedicata ai ritratti sabaudi, con un’immagine di Vittorio Amedeo I in età giovanile di Giovanni Caracca, italianizzazione del nome olandese Jan Kraeck, un dipinto di cui conosciamo l’ intero e affascinante percorso che dal Castello di Racconigi, passando attraverso la collezione di Umberto II, ultimo re d’Italia, infine arriva alla figlia Maria Beatrice di Savoia. Accanto al padre Vittorio Amedeo I, sarà esposto anche il ritratto del figlio Carlo Emanuele II, opera di Esprit Grandjéan detto Monsù Spirito, originario della Savoia e attivo in Piemonte tra il 1644 e il 1655. Merita una citazione speciale l’ignoto personaggio maschile effigiato da Pelagio Pelagi (Bologna 1775 – Torino 1860) e lasciato curiosamente incompiuto così da risultare di una modernità estrema.

In catalogo è presente anche l’inedita testimonianza di un soggiorno torinese del pittore di origine veneta Antonio de Pian (Venezia 1784 – Vienna 1851) che, con la sua Veduta di Piazza Castello, ci fornisce un elegante documento su un particolare aspetto di quel punto nodale della città all’inizio del XIX secolo. La medesima piazza la ritroviamo ritratta, qualche anno più tardi, dalla prolifica mano di Carlo Bossoli (Lugano 1815 – Torino 1884). Ed infine, una fresca veduta di Torino, vista dal portico della Basilica di Superga, un acquarello del celeberrimo William Turner (Londra, 1775 – 1851) eseguito per A picturesque tour of Italy (1818-1820), una famosa raccolta di opere tratte dagli schizzi compiuti dall’amico James Hakewill in occasione di un suo viaggio in Italia.

Altre sale della galleria saranno dedicate all’arte contemporanea.

Quattro sono gli artisti presentati: Donald Baechler, Julian Schnabel, Philip Taaffe e Peter Halley, artisti che hanno raggiunto la celebrità negli Stati Uniti negli anni Ottanta, pur seguendo filoni creativi completamente diversi.

Donald Baechler formula l’operare dell’artista come se fosse uno scienziato, ossia come un lavoro caratterizzato dal dubbio costante, che non illustra qualcosa di già risaputo, bensì porta alla luce qualcosa di completamente inatteso e sorprendentemente nuovo, spesso paradossale. L’opera dal titolo Crowd Painting raffigura quattro soggetti umani - tre dei quali rappresentati solo dalle teste ed uno per intero – che, pur essendo a poca distanza l’uno dall’ altro, non entrano mai in contatto tra loro conferendo alla parola “crowd” (folla) un valore di condivisa solitudine.

L’enorme opera dedicata a Bill Gaddis, di cui è ricordato il nome sulla tela, è caratterizzata da una pennellata diagonale ed esprime l’irruenza e la forza dell’artista newyorkese Julian Schnabel.
Philip Taaffe si forma e matura negli anni Ottanta e appartiene di diritto alla corrente del Neo Astrattismo. Il tema principale dell’opera di questo artista può sembrare la mera ripetizione di ornamenti e di decorazioni, ma la sua pittura è tesa all’esplorazione di problemi più complessi. L’opera Composition with Crab and Seaweed rappresenta dei granchi riportati sulla tela come a testimoniare un luogo marino o una cultura che nasce da quei luoghi.

All’inizio degli anni Ottanta Peter Halley è autore di opere che hanno rivoluzionato la nozione di pittura astratta riportandola ai fasti dei colour fields e del minimalismo. L’opera Ever After è di dimensioni generose, la tela è stata suddivisa dall’artista in quattro rettangoli, i quali al loro interno ne racchiudono altrettanti; i colori sono sgargianti accesi quasi fluorescenti. I materiali sono non convenzionali ed appartengono alla sfera del capitalismo tecnologico avanzato, rappresentando il desiderio dell’artista di rimanere connesso alla cultura del proprio tempo.

Sede galleria: piazza Cavour 10 - Torino
Tel e fax: +39 011 8178627
Orari apertura: da lunedì pomeriggio a sabato, ore 11-13; 15-19
Inaugurazione: mercoledì 28 marzo, ore 18
Per informazioni: +39 02 8056179; info@marcovoena.com

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