Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci
Prato
viale della Repubblica, 277
0574 5317 FAX 0574 531900
WEB
Tre Mostre
dal 23/3/2007 al 19/5/2007
ore 10-19, chiuso martedì

Segnalato da

Camilla Bernacchioni




 
calendario eventi  :: 




23/3/2007

Tre Mostre

Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato

Una personale dedicata alla giovane fotografa Anastasia Khoroshilova: "Islanders 2003-2006", a cura di Stefano Pezzato. "Arte in Vista", allestita nella Project Room, presenta disegni, documenti e filmati su due opere del giardino del Centro: Scultura Prato di Mauro Staccioli ed Exegi monumentum aere perennius di Anne e Patrick Poirier. "Nuove opere nel giardino", infine e' la presentazione della nuova collocazione della scultura Vacina di Roberto Barni, e di Fontana di Athos Ongaro.


comunicato stampa

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Anastasia Khoroshilova - Arte in Vista - Nuove opere nel giardino

Tre nuovi eventi espositivi si inaugurano in contemporanea sabato 24 marzo alle 17 in tre diversi spazi del Centro per l’arte contemporanea. Uno spazio dinamico, multiforme, interdisciplinare che apre le porte alla città e a un pubblico molteplice inaugurando in contemporanea tre nuovi eventi espositivi.

La Sala Teatro ospita, per la prima volta in Italia, una personale dedicata ad Anastasia Khoroshilova “Islanders 2003-2006”. Curata da Stefano Pezzato e realizzata in collaborazione con il Museo Kunsthalle di Lingen, la mostra ripercorre attraverso 27 opere appartenenti a quattro serie diverse. tra cui l’inedita Toys, il percorso artistico della giovane fotografa emergente.
Un progetto speciale realizzato con il supporto della Galleria Hilger di Vienna.

“Arte in Vista”, allestita nella Project Room, è curata dal Laboratorio di Storia dell’Arte Contemporanea del Corso di laurea PRO.GE.A.S. e presenta disegni, documenti e filmati su due opere del giardino del Centro, Scultura Prato di Mauro Staccioli ed Exegi monumentum aere perennius di Anne e Patrick Poirier, presenti al Centro Pecci dal 1988.

“Nuove opere nel giardino” è la presentazione della nuova collocazione della scultura Vacina di Roberto Barni (2000), e di Fontana di Athos Ongaro (1983 – 84) che recentemente ha fatto il suo ingresso nella Collezione permanente grazie al deposito di una importante collezionista privata.

Anastasia Khoroshilova - Islanders 2003-2006

Il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci presenta, per la prima volta in Italia, una personale dedicata ad Anastasia Khoroshilova. Curata da Stefano Pezzato e realizzata in collaborazione con il Museo Kunsthalle di Lingen, la mostra ripercorre attraverso 27 opere appartenenti a quattro serie diverse tra cui l’ultima, inedita, Toys, il percorso artistico della fotografa russa emergente, dal 2003 ad oggi. Un progetto speciale, questo, realizzato con il supporto della Galleria Hilger di Vienna.

Nata a Mosca nel 1978, la fotografa inizia adolescente a dedicarsi alla fotografia e si trasferisce in Germania, paese da cui ‘osserva’ – distaccata dal contesto politico e ideologico del suo paese - la nuova realtà russa dei primi anni 2000. I giovani russi ritratti dalla fotografa all’interno del loro ambiente (stanze corridoi, palestre) o su sfondi neutri (interni anonimi, giardini), sono trasportati automaticamente ad un livello generale di astrazione che è proprio della fotografia. Nella relazione privata con il soggetto fotografato Khoroshilova registra chi le sta davanti senza esprimere alcun giudizio né cedere a lirismi o sentimentalismi. Semmai nei suoi scatti tende a svelare il paradosso secondo cui la persona ritratta coincide con la ‘funzione’ o con il luogo in cui si trova, ma dietro alla quale si cela un’umanità con affetti, bisogni, desideri, paure, sofferenze, speranze. Di tutto questo non c’è evidenza nella fotografia, ma solo un’evocazione latente.

La fotografa dal 1997 è membro del “Russian Union of Art Photographers” e dal 2004, anno della sua prima personale alla Hilger Gallery (Mezzanine) a Vienna, ha esposto in personali presso la Galeria Fucares di Madrid, la Corkin Shopland Gallery di Toronto, la Bumpodo Gallery di Tokyo, The State Russian Museum (Marble Palace) di San Pietroburgo. Numerose le mostre collettive tra cui si segnalano “Russian Photography and Video art” alla J.J. Heckenhauer Gallery di Berlino (2007), “No Comment”, parte della 1^ International Biennale for Contemporary Art di Mosca, Warehouse M. Margulies Collection a Miami (2005) e “Identity”, 5th International Photo Biennale, Moscow (2004).

Esposte nella Sala Teatro del Centro Luigi Pecci 27 opere appartenenti a diverse serie: Islanders (2003 e 2005), 9,5% Plus (2005) e Toys (2006). Come spiega Stefano Pezzato nell’introduzione al catalogo che accompagna la mostra, edito dal Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci: “I ritratti di Khoroshilova s’identificano subito per la loro divisa: apprendisti ballerini alla State Academy of Choreography (2003), lottatori in erba della palestra Sambo 70 (2005) o giovani donne in uniforme militari (9.5% Plus, 2005). Sono i frequentatori di istituzioni/simbolo che riecheggiano un passato recente di gloria, successi e potere, ora ridotti al ruolo di Islanders, la cui vita individuale comincia dove termina la loro dimensione collettiva, la ci identità è inesorabilmente fissata, come per la fotografia, nel presente. Non sapendo niente della loro condizione personale, né quale sia il loro destino futuro, ci appaiono aggrappati alla certezza di un’appartenenza, alla protezione del gruppo e della storia”. In questo senso sono indicative le giovani donne in uniforme della serie 9,5% Plus: “nell’esercito russo quasi un arruolato su dieci è donna; tante decidono di indossare la divisa militare che per tradizione è stata una prerogativa maschile. Nella ricerca di una nuova identità sociale, se non di una possibile sicurezza economica, esse contendono lo spazio agli uomini inserendosi in una gerarchia dove sono considerate secondo il grado che hanno assunto anziché per quello che sono, delle donne innanzi tutto”.

Inedita l’ultima serie di ritratti esposta, Toys (2006), dove la divisa è surrogata dalla presenza di giocatoli o giochi che distinguono i soggetti semplicemente come bambini: “La dimensione ludica a cui essi fanno spontaneamente ricorso, senza che la fotografa glielo suggerisca, è l’unica possibilità che hanno per costruirsi un’identità, per essere se stessi”. I suoi soggetti non rappresentano i protagonisti della società russa, ma nemmeno possono essere considerati ‘vittime’ di un sistema o ‘eroi’. Assumono invece “il valore di singole polarità tra le quali Khoroshilova tenta di orientarsi: gli uni (giovani donne com’era lei prima di andare a studiare all’estero) e le altre (giovani donne com’è ora che ha deciso di guardare in faccia ‘gli altri’) nell’immaginario dell’artista incarnano ciò che queste persone sono state e ciò che oggi sono diventate o almeno provano a essere.”

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Arte in vista - Documenti e film intorno alle opere del giardino
Scultura Prato di Mauro Staccioli
Exegi monumentum aere perennius di Anne e Patrick Poirier

Consolidare le sinergie tra istituzioni ed enti, ampliare l’offerta formativa del territorio, avvicinare gli studenti alla conoscenza e alle pratiche dell’arte contemporanea, sono gli obiettivi di questa iniziativa. Da queste premesse si rafforza la collaborazione tra il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci e il corso di laurea PRO.G.E.A.S. (Progettazione e Gestione di Eventi e Imprese dell’Arte e dello Spettacolo) del Polo universitario di Prato - Università degli Studi di Firenze.

L’Università per la prima volta esce dalla sua sede e svolge la propria attività didattica all’interno del Centro, organizzando la mostra Arte in vista - Documenti e film intorno alle opere del giardino - Scultura Prato di Mauro Staccioli e Exegi monumentum aere perennius di Anne e Patrick Poirier che si inaugura nella Project Room del Centro Pecci. L’evento è frutto dell’esperienza del Laboratorio di Storia dell’arte contemporanea del PRO.G.E.A.S. tenuto da Silvia Lucchesi nel CID/Arti visive del Centro tra febbraio e marzo 2007. Gli studenti, circa 20 iscritti al III anno, hanno avuto l’opportunità di comprendere le problematiche e le modalità operative del lavoro di un curatore di arte contemporanea, arrivando ad elaborare un articolato progetto espositivo.
“Arte in Vista”, è una mostra documentaria su alcune opere del giardino del Centro, in particolare Scultura Prato di Mauro Staccioli ed Exegi monumentum aere perennius di Anne e Patrick Poirier, realizzate in occasione dell’inaugurazione del Centro Pecci nel 1988. L’intento è quello di fornire ai visitatori alcune coordinate per comprendere il significato di queste opere “in vista”.

Esse infatti, non sono soltanto importanti esempi di arte ambientale strettamente legati al territorio, ma presenze ben visibili a tutti coloro che percorrono le grandi arterie stradali intorno al Centro. La mostra raccoglie bozzetti, progetti esecutivi, fotografie, modelli, video con interviste agli autori ed elaborati della sezione didattica. Questi materiali sono stati reperiti sia negli archivi del Centro sia presso alcuni collezionisti ed emittenti televisive con l’obiettivo di documentare le fasi della nascita e dell’installazione delle due opere: un percorso costruito per capitoli tematici che racconterà le aspettative e l’entusiasmi della nascita del Centro per ad arrivare a testimoniare come queste due sculture siano divenute nel corso degli anni icone distintive della stessa città di Prato. Il laboratorio proseguirà le lezioni al Centro Pecci con la presentazione di un ciclo di film documentari sul lavoro di alcuni artisti presenti nella Collezione del museo, con proiezioni aperte al pubblico nei giorni 27 marzo, 12 e 17 aprile 2007 (Auditorium, inizio proiezioni ore 16,30). L’ingresso è libero.

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Nuove opere in giardino
Roberto Barni Vacina (2000)
Athos Ongaro Fontana (1983 – 84)

Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci presenta le opere di Roberto Barni e Athos Ongaro recentemente collocate nel giardino. Una prima riorganizzazione delle sculture presenti nel giardino del Centro Pecci ha riportato nella sua posizione originale, al centro della piazza antistante l’ingresso della caffetteria, l’opera Fonte di giovinezza di Albert Hien (1987). Di fianco alla gradinata del teatro, ha così potuto trovare nuova collocazione la scultura in bronzo di Roberto Barni, Vacina (2000), già esposta nello spazio Collezione fino al 2002.

In uno spazio più appartato, frontale all’ingresso dell’ART Hotel Museo, è stata collocata l’opera di Athos Ongaro, Fontana (1983-84), presentata alla Biennale di Venezia nel 1984 e rappresentativa del clima citazionista degli anni Ottanta, recentemente lasciata in deposito al Centro Pecci dalla collezionista Selene Rosiello. La scultura in marmo di Anne e Patrick Poirier, elemento scenico dello spettacolo teatrale Ella (1990), è stata spostata all’inizio del percorso nel verde mantenendone il suo carattere di sorpresa e caricandola di una nuova valenza simbolica nello “sguardo” rivolto verso le sale espositive del museo.

Roberto Barni (nato a Pistoia nel 1939; vive e lavora a Firenze) si è dedicato alla pittura, al disegno e alla scultura, creando un mondo dove uomini, animali ed edifici si confrontano secondo modalità poetiche oscillanti tra la malinconia, la grazia e lo humor. Nella sua quarantennale attività, che l’ha portato a esporre nelle maggiori gallerie e musei del mondo (tra l’altro alla Biennale di Venezia nel 1974, 1984, 1988; al Centre Pompidou di Parigi nel 1991; al MoMA di New York nel 1992), è passato da una figurazione di matrice Pop ad un originale recupero della tradizione classica, riconducibile al filone dell’Anacronismo.

Nella sua produzione scultorea più recente, a cui appartiene l’opera donata al Centro Pecci da un gruppo di collezionisti privati, esili figure maschili bendate e assorte in una personale interiorità compiono azioni surreali che acquistano connotazioni fortemente simboliche, ambientate in situazioni in cui il vuoto e l’assenza tracciano le coordinate di una condizione di profonda solitudine. Le vibrazioni simboliche dell'opera di Barni non nascondono la sua sensibilità plastica, frutto di una sapienza tecnica che fa del corpo scultoreo il luogo d’incontro tra i sensi e l’intelletto.

Athos Ongaro (nato a Eraclea, Venezia nel 1947; vive e lavora tra Alba, Belgrado, e Santorini) è considerato un ricercatore del senso originario dell’arte, e rappresenta un’eccezione nel panorama artistico italiano per la sua versatilità nella spaziare tra le citazioni insolite e per l’utilizzo di materiali nobili quali il marmo, il bronzo e la tecnica a mosaico. Paladino di una rifondazione dell’arte, basata, come afferma egli stesso, “sull'innocenza dell’antica cultura secondo la quale il mondo non è ostacolo, illusione, preda ma partner vivente e indispensabile nel gioco libero e spontaneo della creazione”.

Per anni residente a Pietrasanta, nei laboratori della città toscana ha imparato a padroneggiare le tecniche della scultura e approfondito la sua conoscenza della storia e dell’anatomia. Nel 1976 ha creato la sua prima fontana in marmo, utilizzando per la prima volta un’iconografia “dionisiaca” che si ritrova nell’opera ora al Centro Pecci e che ha riproposto nella sua produzione successiva. Nelle sue opere, esposte in gallerie di New York oltreché in musei e rassegne internazionali (tra gli altri alla Galleria Nazionale d’arte moderna di Roma nel 1980; alla Biennale di Venezia del 1984), la statuaria classica raggiunge esiti visionari, imbevuti di reminiscenze simboliste, che rivelano un’inesauribile esplorazione tecnica accanto ad una fervida fantasia alimentata da una personale rilettura della mitologia greca in chiave contemporanea.

Immagine: le opere di Roberto Barni e Athos Ongaro

Ufficio stampa
Agenzia Alfabeta Camilla Bernacchioni c.bernacchioni@centropecci.it

Inaugurazione: 24 marzo 2007

Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci
Viale della Repubblica, 277 – 59100 Prato
Aperto tutti i giorni, ore 10-19, chiuso martedì
Ingresso libero

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Anastasia Khoroshilova
Islanders 2003-2006

Exhibition curated by Stefano Pezzato

The Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci is pleased to present Islanders
2003-2006, the first solo show in Italy of the Russian photographer Anastasia Khoroshilova.

A selection of 27 works, from four different series, will be displayed as a special
project in the Theatre Room.

The young Russians photographed by Khoroshilova in their surroundings (rooms,
corridors, gyms) or against neutral backgrounds (anonymous interiors, gardens) are
automatically transposed to a general level of abstraction. The ‘meetings’
Khoroshilova set up, on her trips to Russia during and after her years studying at
Duisburg/Essen University, have a documentary objectivity: the essential
characteristics of samples of subjects in spontaneous poses that are never
pre-established, facing the camera.

Khoroshilova’s portraits are immediately recognisable on account of the uniform:
trainee dancers at the State Academy of Choreography (2003), young fighters at the
gym Sambo 70 (2005) or young women in military uniform of 9.5% Plus (2005). They are
members of institutions/symbols that echo a recent past of glorious achievement,
success and power, now reduced to the role of Islanders, whose individual life
begins where their collective identity ends; their identity is inexhorably fixed, as
in photography, in the present. Not knowing anything about their personal lives, nor
what their future holds, they appear to us to be clinging to the certainty of
belonging, to the protection of the group and of history.

In the portraits of the last series Toys (2006) uniform is flanked by the presence
of toys or games which reveal the simple child-like side of the subjects. The
playful dimension on which the portraits draw, without the photographer suggesting
as much, is the only possibility that the subjects possess to construct an identity,
to be themselves.

In the private relationship with her subject, Khoroshilova records the person in
front of her lens without passing judgment of any kind or resorting to lyricism or
sentimentality. It is rather that her photographs tend to reveal the paradox that
the subject of her portraits coincides with the ‘function’ or the place in which
they are set, but behind this lies hidden great humanity suffused with emotions,
needs, desires, fears, suffering and hope. There is no evidence of all this in the
photography, only a latent evocation.

The exhibition is accompanied by a bilingual catalogue (Italian/English) with essay
by the curator, Stefano Pezzato. Published by Centro per l’arte contemporanea Luigi
Pecci.

Anastasia Khoroshilova, born in 1978 in Moscow, actually lives in Cologne.
Member in “The Russian Union of Art Photographers” since 1997, she graduated at the
Photographic Department - University Duisburg/Essen.
She had solo shows at Ernst Hilger Gallery, Vienna; Fucares Gallery, Madrid; Museum
Sacharov-Center, Moscow; Bumpodo Gallery, Tokyo; Klementinum, Prague; Corkin
Shopland Gallery, Toronto; The State Russian Museum (Marble Palace), St. Petersburg.


ART IN VIEW – Documents and films about artworks in the garden

Mauro Staccioli – Scultura Prato
Anne and Patrick Poirier – Exegi monumentum aere perennius
organized by the
Laboratorio di Storia dell’Arte Contemporanea
Degree Course in the Planning and Management of Events and Enterprises in Art and the Performing Arts
Project Room of the Centro Luigi Pecci until May 20 2007

Art in View, organized by the History of Contemporary Art Laboratory within the PROGEAS degree Course at the CID of the Centro Pecci, includes a documentary exhibition and a film cycle on the subject of certain works situated in the garden of the Centro Pecci, and specifically Mauro Staccioli’s Scultura Prato and Anne and Patrick Poirier’s Exegi monumentum aere perennius, created especially for the inauguration of the “Pecci” in 1988. The intention is to provide visitors with the co-ordinates to understand the meaning of these monumental works, which are among the most in view in the whole city. They are, in fact, plainly visible from the main arterial road around the Centro, are important examples of environmental art closely connected with the territory in which they are situated, with a significance which surpasses that of sculpture plain and simple. The exhibition includes sketches, projects, photographs, models and video showing interviews with the artists and studies from the educational section. The exhibition is further enhanced by a series of documentary films on the artists responsible for the works in the garden of the Centro, obtained from the archives of film festivals and other Italian and international archives. The films will be shown on March 27 and April 3 and 7, starting at 4.30 p.m.


NEW WORKS IN THE GARDEN

Roberto Barni, Vacina (2000). Athos Ongaro, Fontana (1983-84)

A first reorganization of the works of sculpture in the garden of the Centro Pecci restored Albert Hien’s Fonte di giovinezza (1987) to its original position in the middle of the piazza in front of the entrance to the cafeteria. A new site beside the theatre steps was thus provided for Roberto Barni’s bronze Vacina (2000), a work previously on show in the Collection up until 2002.
A rather more secluded site, frontal to the entrance to the ART Hotel Museo, has been chosen for Athos Ongaro’s Fontana (1983-84), which was presented at the Venice Biennial in 1984 and represents the “citationalist” atmosphere of the 1980s, and has been lodged with the Centro Pecci by the collector Selene Rosiello.
The marble sculture by Anne and Patrick Poirier, originally part of the scenery of the play Ella (1990), has been moved to the beginning of the path through the shrubbery, retaining its characteristic as a surprise and being endowed with a new symbolic value in the “look” it casts in the direction of the exhibition galleries of the museum.


Image: the works of Roberto Barni and Athos Ongaro

Press office
Agenzia Alfabeta Camilla Bernacchioni c.bernacchioni@centropecci.it

Opening 24 March, 5 pm

Exhibition tour
Kunsthalle Lingen, 22 July – 23 September 2007

Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci
Viale della Repubblica 277 – Prato Italy
Open daily 10am-7pm, closed Tuesday
Entrance: free

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