Tre citta'
Provincia di Ravenna
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Selvatico Rassegna di campagna
dal 24/3/2007 al 14/4/2007

Segnalato da

Marilena Benini




 
calendario eventi  :: 




24/3/2007

Selvatico Rassegna di campagna

Tre citta', Provincia di Ravenna

Luoghipersonecose. Il progetto, articolato in 3 mostre, apre in successione alle 15.30 a Palazzo Sforza di Cotignola, alle 17 alle Pescherie della Rocca di Lugo e alle 18.30 al Museo Civico San Rocco di Fusignano. Il percorso, che coinvolge 33 artisti fra pittori e fotografi, attraversa e contiene una specie di geografia emotiva che supera le semplici appartenenze per ampliarsi in una mappa di relazioni.


comunicato stampa

Luoghipersonecose

Inaugura, a partire dalle 15.30 di domenica 25 marzo a Cotignola, Palazzo Sforza, il quarto attesissimo appuntamento con SELVATICO rassegna di campagna: Luoghipersonecose. Il progetto espositivo, articolato questa volta in tre mostre su tre città, apre in successione nella stessa giornata, alle 17 alle Pescherie della Rocca di Lugo e alle 18.30 al Museo Civico San Rocco di Fusignano, e coinvolge trentatre artisti fra pittori e fotografi, offrendo una visione di grande qualità dell'arte contemporanea prodotta non solo in ambito romagnolo. (Il percorso si muove infatti attraversando e contenendo una specie di geografia emotiva che supera perciò le semplici appartenenze e indicazioni geografiche per allargarsi e ampliarsi in una mappa e rete di relazioni.)

Lo sguardo e il progetto sono di Massimiliano Fabbri, che come sempre raccoglie in modo affettuoso, preciso e meditato un gruppo di artisti ed esperienze che ad ogni mostra si arricchisce di nuovi elementi e protagonisti, portati anche dai curatori di Lugo e Fusignano, in molti casi autori di spicco nel panorama italiano attuale, in altri appartenenti a vicende più marginali, nascoste e periferiche, ma non per questo di minor qualità, vitalità e interesse.

L'insieme eterogeneo delle ricerche presentate in questo evento è tenuto da un disegno lucido, figlio di "affinità elettive" presenti tra gli artisti, che consentono a questa operazione di superare la definizione e struttura di mostra collettiva e rassegna.

Luoghipersonecose: il paesaggio viene prima dei corpi, poi i corpi attraversano gli spazi, dall'incontro di luoghi e persone nascono le storie. Le cose trattengono frammenti di queste storie.

Ad ogni città è assegnato un tema al quale le opere, moltissime realizzate appositamente per l'occasione, aderiscono. A Cotignola vedremo i luoghi di Franco Pozzi, Giovanni Lombardini, Federico Guerri, Vittorio D'augusta, Silvano D'ambrosio, Nedo Merendi, Lucia Baldini, Cesare Baracca, Gloria Salvatori e Luca Piovaccari.

A Lugo (persone) le Pescherie si animeranno delle figure di Andrea Saltini, Roberto Coda Zabetta, Nicola Samorì, Stefania Vecchi, Massimo Pulini, Massimiliano Fabbri, Mauro Santini, Angela Maltoni, Fabiana Guerrini e Piero Dosi.

A Fusignano troveremo le cose di Chiara Pergola, Jairo Valdati, Paolo Buzzi, Patrizia Piccino, Francesco Manenti, Francesco Izzo, Mauro Bendandi, Giovanni Zaffagnini, Cesare Fabbri, Andrea Guastavino, Alberto Zamboni, Benedetto Di Francesco, Fabio Bardelli.

Al catalogo, distribuito nelle tre sedi della mostra è allegato un CD audio realizzato in collaborazione con Lugocontemporanea e Strade Blu percorsi nel folk contemporaneo che vede la partecipazione di Antonio Gramentieri (chitarra), John De Leo (voce), Francobeat (elettronica) e Simone Pelliconi (computer) in cui i suoni dei musicisti si incontrano con le parole degli autori dei testi in catalogo: Gian Ruggero Manzoni, Sabrina Foschini, Marinella Bonaffini.

L'introduzione al volume è affidata ad Aldo Savini.

Nel corso delle mostre, promosse dai Comuni di Cotignola, Lugo e Fusignano, con il patrocinio della Provincia di Ravenna, è prevista una serie di eventi collaterali, in collaborazione con l'Associazione Culturale Primola:

Sabato 31 Marzo Ore 21.30 Cotignola, Teatro Binario, Stazione Fs:
proiezione del fim Flòr da baixa, soggetto, regia, fotografia, suono, montaggio e produzione: Mauro Santini. Interprete: Monica Cecchi, 2006, 77', selezionato al concorso internazionale lungometraggi di Torinofilmfestival 2006, ingresso gratuito.

Mercoledì 4 aprile ritrovo ore 20.30 a Cotignola Palazzo Sforza, corso Sforza, 21
Visita guidata alla mostra, con Massimiliano Fabbri: il percorso prevede tre tappe (Cotignola - Lugo - Fusignano) la durata è di circa due ore, ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria (Primola tel 333 73 99 253, chiamare dalle 16 alle 20).

Domenica 15 aprile ore 21.30, Cotignola Teatro Binario stazione fs
concerto Luoghipersonecose

Luoghi: Antonio Gramentieri + Gian Ruggero Manzoni

Persone: John De Leo + Sabrina Foschini

Cose: Francobeat + Marinella Bonaffini + Marco Rebeschi

Luoghi+persone+cose: Simone Pelliconi

ingresso € 4, prenotazione obbligatoria (Primola tel 333 7399253, chiamare dalle 16 alle 20)

Le mostre resteranno aperte dal 25 marzo 2007 al 15 aprile 2007 rispettando i seguenti orari: feriali dalle 15.00 alle 18.00, festivi dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00, chiuso il lunedì, aperto il giorno di pasqua (08/04) e il lunedì dell'angelo (09/04).

info: urp Cotignola 0545.908871, Scuola Arti e Mestieri 0545.42110, urp Lugo 0545. 38444, Servizi Culturali 0545.38561, Pescherie 0545.38507, urp Fusignano 0545.955653/955672, Museo Civico San Rocco 0545.955673/9556611.


LUOGHIPERSONECOSE

Il paesaggio viene prima delle persone; dall'incontro di luoghi e persone nascono le storie: le cose trattengono frammenti di queste storie.

> LUOGHI

• Il paesaggio come corpo, ferita e sentimento

Il luogo è come un corpo concavo che raccoglie, trattiene e riflette. Ci ignora; ci abbraccia e contiene. Come corpo di persona amata è frugato, percorso dallo sguardo e scandagliato; l'occhio corre e si posa in una stupita e rapita esplorazione che è tentativo di disegnare, ordinare e numerare una mappa. Una mappa che va continuamente aggiornata e rivista, forse nella speranza di impadronirsene e impossessarsene in maniera definitiva.

Tenere il paesaggio, catturarlo tra gli occhi, impigliarlo nella retina, per poi servirsene quando c'è bisogno di aperture, slarghi e dettagli (tra micro e macro visioni, dallo sconfinato al piccolissimo). Nella contemplazione, il paesaggio diviene finestra interiore, dell'osservare necessario e forse indispensabile (l'uomo senza paesaggio è il prigioniero).

Il paesaggio come desiderio, il paesaggio desiderante; è la percezione che inquadra e fa il paesaggio, lo ingentilisce, ricostruisce e lo abbatte senza sosta, lo modella e viene modellata a sua volta; ma è anche il luogo stesso che guida sguardi e pensieri e da qui la sensazione di essere sempre superati da esso, eppure quasi indispensabili perché la meraviglia non sia inutile. Noi siamo il paesaggio e il paesaggio è una coscienza intatta che ci sovrasta; dell'impossibilità della natura e di pensarla senza manometterla. Essere mangiati dal paesaggio è forse l'unica possibilità; sparire in esso la forma più alta per riconoscerlo.

Ma il paesaggio è anche luogo del dolore perché come il corpo è il luogo politico per eccellenza, lo spazio della violenza, della brutalità e dello stupro. Il paesaggio disperante e indifeso, il paesaggio rotto e di brutture.

Come riappropriarsi del paesaggio se questo, in un assurdo rovesciamento di "ruoli", è divenuto sordo, estraneo e quasi inesistente, puramente mentale e già visto, luogo insensibile e cartolinesco? Come proteggere una biologia che ci contiene, che è materia e astrazione al tempo stesso; come perdersi in esso per salvarci? L'illusione dell'empatia pur sapendo che si tratta sempre di un rapporto di forze, potere e sottomissioni? Rinunciare a costruire? Una preghiera (in cui crediamo rientri il gesto dell'artista)? Piangere il paesaggio, resuscitarlo con una lamentazione?

Forse ancora un paesaggio fatto dall'occhio animale, che subisce, si adatta ed adegua in maniera lineare, senza pensieri o volontà. Di occhio solo registrante, di corpo che ha perso le parole, solo di passo e respiro: un movimento, forse nessuna emozione. Sopravvivenza che ristabilisce e mette ordine. Di quiete e tempesta, di vento e sonno. Infine schiacciante.

> PERSONE

• Scritto sul corpo: il corpo come paesaggio e geografia

Il corpo è una stanza, una casa con porte e finestre, un luogo; un luogo liquido e minerale che costantemente e incessantemente aggiusta, disegna, mangia e ridefinisce i propri confini: una superficie soggetta, scrivibile e percorribile, violata da segni, tracce e mutilazioni (ognuna di queste scie dolorose racchiude segretamente una storia). Carezze e sguardi che si sovrappongono, stratificano e cancellano in una stupefacente e meravigliosa geologia. Geologia e geografia, profondità e superfici; il corpo è un abisso, paesaggio che inghiotte e, al tempo stesso, confine, margine puro, di interno buio e cavernoso, nucleo inaccessibile, dove l'aria si fa fuoco.

Qualcosa che in qualche modo sta in mezzo, ha un peso ed occupa uno spazio; un ingombro che lascia e accumula, perde e cresce continuamente. Lieve, con gravità. Respiro. Dove finisco e dove comincia l'altro, il fuori? Quando finisce un corpo?

Corpo e volto amato in cui sperimentiamo la sensazione familiare e rassicurante del ritorno a casa e pure dello smarrirsi e perdersi nel dettaglio, nel e del particolare che diventa gigantesco, infinito, sconosciuto, disintegrante e imperscrutabile: cicatrici e rughe come strade, vene e capillari come fiumi, nei come costellazioni, occhi come laghi, tessuti e buchi sprofondanti (bocche, pance, nervi, capelli… ). Il corpo è un mistero, un'archeologia. Scendere, dentro; entrare. Terra umida, radici. Contenere e essere contenuti…

La pelle è un velo, pagina, diario, deserto immenso che ricopre e si stende su e in un paesaggio in cui si aprono pianure, montagne e foreste. Una superficie ora opaca, ora semitrasparente, ora in grado di riflettere: un lenzuolo leggero, una buccia, una lama, una frontiera. Noi vediamo, tocchiamo e succhiamo la parte morta di questo incanto. Innamoramento e perdita.

Nelle ossa poi si trovano tutte le forme come in una specie di alfabeto: armi, fragili fiori, curve e spigoli, fiamma cristallizzata e rami. Architetture e sistemi, palinsesti e meccanismi. Un paesaggio da salvare e custodire, una ferita senza la quale è impossibile la bellezza. La cura è la ferita; rappresentare ancora.

> COSE

• Polvere (delle storie e della memoria)

Gli oggetti conservano una memoria che ci supera e forse ci contiene, ci fa sopravvivere e salva. Una memoria che può paralizzare come veleno, che ci rende riconoscibili e perciò vulnerabili; ma è in questa vulnerabilità che risiede il fascino e la vertigine, il nostro essere storia di terra e carne; il nostro tentativo e sforzo di essere irriconoscibili. Le cose ci resistono, si identificano con le nostre debolezze e fanno la nostra instabilità invincibile. Un animismo?

Essere parlati dalle cose, vivere nelle cose: in un presente comunicante con le parole e i gesti che ci hanno preceduto. Perché le cose aprono lo spazio e scardinano il tempo: ci collegano, sono piste di atterraggio che fanno il ricordo vivo e tangibile, carnale e odoroso, percepito dai sensi.

Una rinascita, perché le parole sono cose e cuciono e ricostruiscono.

Massimiliano Fabbri


urp cotignola 0545.908871 scuola arti e mestieri 0545.42110
urp@comune.cotignola.ra.it, http://www.comune.cotignola.ra.it

urp lugo 0545.38444
servizi culturali 0545.38561 pescherie 0545.38507
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