I sassi di Mundt sono il risultato di un procedimento complesso che parte dall'assemblaggio casuale degli scarti accumulati nello studio dall'artista. Rivestiti da fogli di fibra di vetro e diversi strati di poliestere colorato, i volumi amorfi, in questo modo ottenuti, vengono successivamente levigati per far riemergere il colore sottostante.
Trashstones
La galleria Suzy Shammah presenta la prima personale in Italia dello scultore tedesco Wilhelm Mundt (Grevenbroich, 1959). La mostra è dedicata al corpus Trashstones e ne traccia lo sviluppo dai primi anni novanta fino ad oggi. I sassi di Mundt sono il risultato di un procedimento complesso che parte dall’assemblaggio casuale degli “scarti” accumulati nello studio dall’artista. Rivestiti da fogli di fibra di vetro e diversi strati di poliestere colorato, i volumi amorfi, in questo modo ottenuti, vengono successivamente levigati per far riemergere il colore sottostante. Nel corso degli anni Mundt ha modificato costantemente l’aspetto dei sassi evolvendo dalle superfici opache e lievemente colorate, caratteristiche dei primi lavori, fino alle sfumature cromatiche vivaci e brillanti dei lavori più recenti. Una variazione a questo protocollo è rappresentata dai sassi in alluminio, fusi a partire dai calchi degli stessi agglomerati di scarti, le cui superfici lucide rispecchiano, deformando, lo spazio circostante.
Ciascun opera è contrassegnata da un numero progressivo, chiaramente visibile sulla superficie dei sassi. Questa costante allude ai meccanismi della produzione industriale, suggerendo una riflessione sul valore del processo artistico. Rivelando le potenzialità creative inerenti ai rifiuti, Mundt dimostra che il continuo ciclo di lavorazione e produzione di residui genera una quantità di invenzioni scultoree e rivaluta il processo artistico. Il modo migliore per descrivere il suo metodo è interpretarlo come una combinazione naturale di forma e materiale. In tal senso le sculture di Mundt eludono ogni principio tradizionale d’identificazione della forma artistica, e allo stesso tempo si sottraggono all’estetica del ready-made.
Wilhelm Mundt, allievo di Tony Cragg alla Kunstakademie Düsseldorf, ha sviluppato un œuvre che comprende i medium di scultura, musica, e film. Mundt vive e lavora a Rommerskirchen, Colonia.
Mostre selezionate: Trashstones, Kunsthalle Ziegelhütte, Appenzell, 2007; Galerie Luis Campaña, Colonia, 2007; Klasse Kamp 1974-2006, Kunstakademie Düsseldorf, Düsseldorf, 2006; Buchmann Galerie, Berlino, 2006; Für die Konstruktion des Unmöglichen, Europäische Kunsthalle Köln, Colonia, 2004; Still Mapping the Moon, Kunstmuseum Bonn, Bonn, 2004; Buchmann, Agra/Lugano, 2003; Kunstpreis der Böttcherstraße, Kunsthalle Bremen, Bremen, 2001; Le Pratiche della Percezione, Galleria Civica Di Arte Contemporena, Trento, 2000; Deep Storage, P.S. 1, New York, 1998 e Haus der Kunst, Monaco e Nationalgalerie, Berlino, 1997; Galerie Luis Campaña, Colonia, 1995; Buchmann Galerie, Basilea, 1994; Museum Fridericianum, Kassel, 1988; Galerie Luis Campaña, Francoforte, 1988
Inaugurazione 10 maggio ore 19
Galleria Suzy Shammah
via San Fermo - Milano
Orario: da martedì a sabato 14-19
Ingresso libero