Galleria Carla Sozzani
Milano
corso Como, 10
02 653531 FAX 02 29004080
WEB
Indian Photography
dal 1/6/2007 al 28/7/2007
martedì - venerdì - sabato, ore 10.30 - 19.30; mercoledì - giovedì, ore 10.30 - 21; lunedì, ore 15.30 - 19.30

Segnalato da

Carla Sozzani




 
calendario eventi  :: 




1/6/2007

Indian Photography

Galleria Carla Sozzani, Milano

Esposti gli scatti di 4 artisti: Anita Dube, Sheba Chhachhi, Pushpamala N. e Prabuddha Dasgupta. Mentre ogni singolo progetto ha un carattere indipendente, racconta universi distinti con finalita' e tecniche differenti, la mostra e' attraversata da uno spirito comune a tutte le opere, che evidenziano un confronto sulla relazione fra tradizione e modernita'.


comunicato stampa

four voices

L’arte contemporanea indiana sta raccogliendo in questi ultimi anni un’attenzione crescente di critica, pubblico e collezionisti. La mostra alla Galleria Carla Sozzani si concentra su una scelta di fotografie di quattro artisti. Tre donne, Anita Dube e Sheba Chhachhi di New Delhi, Pushpamala N. di Bangalore e il fotografo Prabuddha Dasgupta, che vive fra Goa e New Delhi.

Mentre ogni singolo progetto ha un carattere indipendente, racconta universi distinti con finalità e tecniche differenti, la mostra è attraversata da uno spirito comune a tutte le opere, che evidenziano un confronto sulla relazione fra tradizione e modernità. Ritroviamo in molte delle fotografie citazioni, interpretazioni e rivisitazioni di cliché estetici, sociali, religiosi e politici appartenenti all’immaginario indiano più diffuso.

Indian Photography, four voices propone inoltre diversi usi e tendenze della fotografia contemporanea con opere legate alla tradizione: giornalistica (Sheba Chhachhi), ritrattistica in b/n (Prabuddha Dasgupta), dell’autoritratto come messa in scena di determinati stereotipi (Pushpamala N.) e dell’utilizzo del mezzo fotografico per la documentazione di una performance (Anita Dube).

Ne risulta una mostra articolata che evidenzia alcune dominanti comuni nella variegata creazione indiana e i diversi usi della fotografia che sono oggi diffusi nelle pratiche artistiche. La relazione fra diversità e similitudini dei singoli progetti permette allo spettatore di intuire la ricchezza della scena indiana contemporanea.

Pushpamala N.
Nasce a Bangalore nel 1956 e studia scultura all’università di Baroda. Vince diversi premi per le sue sculture, esposte in numerose mostre. Negli ultimi dieci anni lavora principalmente con la “performance” fotografica e video: utilizzando oggetti, abiti e ambienti legati ai cliché del mondo femminile indiano e internazionale, Pushpamala N. interpreta diversi personaggi/icone coinvolgendo altre persone nel processo creativo. A volte l’artista lavora sulla cultura popolare di Bollywood, dei fotoromanzi o su quella religiosa scattando in esterni e creando serie d’immagini dove riveste i diversi miti. Una forte ironia scaturisce dalle sue fotografie che spesso sono state associate al lavoro di Cindy Sherman. Le diverse serie di Pushpamala N. sono state esposte e pubblicate in importanti gallerie, biennali e musei internazionali fra cui: Tate Modern, Londra; Los Angeles Biennale; NGMA (Nationa Gallery of Modern Arts), New Delhi.

In mostra la selezione “Pops” della vastissima serie “Native Women of South India: Manners & Customs” (2000-2004). Le immagini sono state realizzate con l’aiuto della fotografa Clare Arni e vogliono essere un inventario di tutti i “modelli femminili” esistenti, ricostruiti grazie all’uso di abiti, trucco, scene e pose specifiche. Il progetto si pone come analisi della ricca iconografia femminile indiana contemporanea, e vuole comprendere ogni personaggio esistente nell’immaginario collettivo. Le fotografie a un primo acchito leggere, ironiche e variopinte, lasciano intravedere un dettagliato studio delle singole icone e dei significati che esse incarnano.

Sheba Chhachhi
Nasce nel 1958 a Hara (Ethiopia).
Studia all’università di New Delhi e al National Institude of Design di Anmebadad. Dagli anni Ottanta, utilizza la fotografia e l’installazione (testo, musica, oggetti, suoni) per creare progetti che riflettano sui temi del femminile, delle problematiche di “gender”, dell’emarginazione di classe e religiosa. Il suo lavoro pone una grandissima attenzione al messaggio sociale che un’opera d’arte può trasmettere e si sofferma particolarmente sulle problematiche legate al corpo e al suo status nella società. Chhachhi ha esposto in India, Europa, Giappone e Stati Uniti in mostre collettive e personali.

“Ganga’s Daughters” è il titolo che racchiude un lungo progetto che l’artista ha sviluppato per oltre venti anni e che comprende: fotografie di stile giornalistico, testi e atti di propaganda, autoritratti e installazioni con oggetti raccolti, suoni, fotografie e sculture. Di questa ampia produzione presentiamo una selezione di dodici fotografie e un DVD con ritratti di donne profeta che hanno dedicato la propria vita alla spiritualità, piegando e in qualche modo negando la propria fisicità e femminilità. Le fotografie in bianco e nero della serie “Initiation” scattata nel 2002, documentano l’attività di una comunità di donne che svolgono un rito religioso della durata di tre giorni. Chhachhi vive con loro e documenta le diverse fasi di questo cerimoniale di purificazione.

Anita Dube
Nasce nel 1958 a Lucknow, India. Studia come critica dell’arte all’università di New Delhi e Baroda e diventa scultrice autodidatta. Non avendo mai fatto parte di una scuola o di un collettivo, Dube sperimenta diversi linguaggi e media con grande libertà. Attraverso sculture, pitture su legno e assemblaggi di oggetti, collages, fotografie, testi ed altro ancora, crea una produzione varia ma coerente. Le sue opere si basano su un’approfondita ricerca teorica e concettuale e sono state esposte in mostre personali e collettive in India e Europa.

In mostra “I-32 Tara Apartments” 2000, una serie di dieci fotografie in bianco e nero che ricreano l’atmosfera di un universo privato e casalingo. Le immagini sono state scattate all’interno dell’appartamento dell’artista a New Delhi, il titolo riprende l’indirizzo. Due opere fotografiche documentano una serie di performance in cui l’artista utilizza gli occhi di ceramica della tradizione Hindu come materia prima. “Offering” 2000-2006 è composta da tre fotografie in bianco e nero che rappresentano l’atto di offrire, simboleggiato dal gesto delle mani coperte dagli occhi di ceramica. “Sea Creature” è un dittico composto da due fotografie quasi speculari in cui le mani sembrano divenire delle creature marine. L’artista dona un nuovo senso sia alla postura delle mani che agli antichi oggetti sacri usati tradizionalmente come porta fortuna. “Via Negativa” è un trittico creato dal gioco fra negativo e positivo sul dettaglio di una bocca. L’immagine riprende il mito della divinità Krishna bambino: la madre rimproverandolo perché aveva mangiato del fango guarda dentro la sua bocca e vi ritrova il cosmo intero.

Prabuddha Dasgupta

Nato a Calcutta nel 1959, studia storia all’università e abbandona il percorso accademico per la fotografia.
La sua carriera di fotografo si divide fra lavoro commerciale, commissioni e ricerca personale. Viaggia per lunghi periodi in India, Europa e Nord America. Collabora con diverse testate internazionali.
Ha esposto in mostre collettive e personali in Europa e India ed ha diretto numerosi workshop.

“Myth and Memory. A portrait of Goa” è una serie di fotografie in bianco e nero realizzate da Dasgupta a Goa, nel 2004-2007. Colonia portoghese per più di cinquecento anni Goa fu integrata allo stato indiano nel 1961. La forte identità portoghese, cattolica, fu messa in crisi e molti, timorosi per il futuro incerto, partirono per Lisbona. Anni dopo, molte famiglie, non avendo trovato una facile integrazione in Portogallo, rientrarono. Si creò così un metissaggio della cultura indiana e di quella cattolica, portoghese. Goa diventò una meta per intellettuali, cineasti e gente comune. La bellezza del luogo, la sua architettura e la spiaggia bianchissima ispirarono numerosi film. Il progetto di Dasgupta pone uno sguardo diverso su questa meta turistica e cinematografica. Le sue fotografie colgono una certa nostalgia della città coloniale e cercano di fermare il tempo raccontando una realtà avvolta nel sogno, nella rimembranza. Le immagini si distinguono per coerenza estetica e di soggetto. Una forte omogeneità unisce questi ritratti e still life che sembrano provenire da un’unica casa e da una sola famiglia, descritte nelle diverse sfaccettature e ritraendo più generazioni.

Inaugurazione 2 giugno 2007

Galleria Carla Sozzani
corso Como, 10 - Milano
Orari: martedì - venerdì - sabato 10.30 - 19.30; mercoledì - giovedì 10.30 - 21; lunedì 15.30 - 19.30
Ingresso libero

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