Circolo Culturale Bertolt Brecht
"L'artista plasma una forma che contiene tutte le possibili varianti, ma protesa in un movimento senza approdo definitivo e gettata in un sistema aperto. L'arte e' il luogo di questo scambio. Una soglia da varcare, uno spazio da trasformare. E il palpitare della vita nella forma e' trattenuto in questi mondi fittili, di piccole teste, perfette eppure incompiute, se non nella loro misteriosa relazione e nel loro intreccio" (Vera Maria Carminati).
Capovolvere e sdradicare
A cura di: Lorenzo Argentino
Come qualcosa di vivo cerca l’incontro, incarna l’abbraccio delle parti nell’intero, si appoggia sull’ordine, ma ha sete dell’imprevisto… L’organismo che Piccinelli plasma ha in sé qualcosa di assoluto, una forma che contiene tutte le possibili varianti, ma protesa in un movimento senza approdo definitivo e gettata in un sistema aperto. L’arte è il luogo di questo scambio. Una soglia da varcare, uno spazio da trasformare. E il palpitare della vita nella forma è trattenuto in questi mondi fittili, di piccole teste, perfette eppure incompiute, se non nella loro misteriosa relazione e nel loro intreccio. Il nuovo e il movimento irrompono nel loro presente, che appare sospeso. Ma la sospensione è solo un’illusione. Il tempo da denso e magico – suggestione di fisionomie arcaiche – diventa rarefatto: un’aria sottile e mobile.
Il passo incauto, l’occhio curioso, il dialogo cercato e il titolo rovesciano la prima intuizione e la lettura “originaria”, fanno scivolare i piani. Le teste non ci sembrano più (o non solo) sculture sacre di un tempo mitico, distillate in oggetti assoluti. Ma l’arte è apertura e gioco. L’enigma non è risolto, ma spezzato. Un cerchio che ruota, una torsione che stringe, il taglio che recide e il pavimento che sommerge: si inarca nella curva di un sorriso, l’aura misteriosa che avvolge questi oggetti. Il loro mondo è il nostro: indici di borsa, assemblee di uomini come vasi, teste vuote e teste chiuse, ingranaggi necessari e girotondi di bambini. Traccia e trabocchetto. Un passaggio nella materia da plasmare alla ricerca di un limite e di una forma: trovati in ogni singolo elemento, nelle testine, e subito superati nella forza inattesa del tutto che formano.
Ogni elemento è potenzialmente ripetibile all’infinito, mai chiuso o chiuso solo all’apparenza. Anche il silenzio è un’impressione: in realtà, si può percepire un brulicare e un tendere, il fremito di una virtualità in espansione. La ripetizione e la ripresa della forma definiscono un oggetto e il suo limite, ma la vita scardina il cosmo della parte e la radice della sua chiusura per aprirla al caso o a un nuovo ordine. In questo capovolgere e sradicare, proprio dove l’oggetto sembrava chiedere un arretramento, un fatto inatteso accade: il rovescio è attrazione, l’incantesimo si rompe, l’incontro dell’opera con lo spettatore è sorgente di possibilità.
Una nuova soluzione, una diversa disposizione, nuovo pensiero come acqua fresca. L’oggetto è sottratto finalmente alla distanza, messo in moto nel fluire del confronto e del divenire. Una piccola rivoluzione, che curva, sfasa e riallinea, ma senza ansia di definizione.
(Vera Maria Carminati)
Inaugurazione: lunedì 14 maggio alle 18
Circolo Culturale Bertolt Brecht. Spazio2
Via Giovanola 21/c - Milano
Orari: lunedi', mercoledi', giovedi' e venerdi' dalle 17 alle 19
Ingresso gratuito