Arengario
Milano
Piazza Duomo
02 88450150 FAX 02 88450568

M'impiego ma non mi spezzo
dal 5/8/2001 al 30/9/2001
02 54917

Segnalato da

emilio de tullio - genius




 
calendario eventi  :: 




5/8/2001

M'impiego ma non mi spezzo

Arengario, Milano

Senza rinunciare al tocco ironico e al tono della leggerezza, una mostra dal titolo inequivocabile, M'impiego ma non mi spezzo, racconta per immagini la storia e le trasformazioni avvenute negli ultimi cento anni nel mondo del terziario. Cosi', l'icona degli impiegati e dei loro uffici prende corpo sulle pareti dell'Arengario, grazie alla presenza di importanti nomi della fotografia italiana, come Mario De Biasi, Gianni Berengo Gardin, Francesco Radino, Gabriele Basilico, Luigi Ghirri ed Enzo Nocera che, negli corso degli anni, hanno documentato il lavoro e la vita quotidiana dei cosiddetti colletti bianchi nel nostro Paese. (Denis Curti).


comunicato stampa

Fotografie 1900- 2000

Senza rinunciare al tocco ironico e al tono della leggerezza, una mostra dal titolo inequivocabile, «M'impiego ma non mi spezzo», racconta per immagini la storia e le trasformazioni avvenute negli ultimi cento anni nel mondo del terziario. Così, l'icona degli impiegati e dei loro uffici prende corpo sulle pareti dell'Arengario, grazie alla presenza di importanti nomi della fotografia italiana, come Mario De Biasi, Gianni Berengo Gardin, Francesco Radino, Gabriele Basilico, Luigi Ghirri ed Enzo Nocera che, negli corso degli anni, hanno documentato il lavoro e la vita quotidiana dei cosiddetti «colletti bianchi» nel nostro Paese.

Gli sforzi degli organizzatori, primo fra tutti Cesare Colombo, che ha pazientemente cercato e trovato le fotografie storiche nei diversi archivi di Fiat, Fratelli Alinari, Bertarelli, Istituto Luce e Pirelli, tendono a interrompere la lunga scia di luoghi comuni che ha accompagnato la figura dell'impiegato.

Del resto, le trasformazioni tecnologiche e le mutate condizioni del lavoro non consentono più di imbattersi in questo personaggio ingiustamente ritenuto mediocre. Tra le duecento immagini esposte emergono i momenti resi celebri dalla letteratura e dal cinema sui mito impiegatizio come la pausa caffè, la telefonata privata, la poltrona di pelle e l'ufficio di lusso, che resistono nell'immaginario collettivo.

Nel gioco dei rimandi e delle citazioni, l'impiegato è sempre in bilico tra grigiore ed efficienza, con il risultato di apparire imprendibile, nonostante l'angoscia, ormai superata, del posto fisso. In effetti, la storia recente si racchiude in questi semplici passaggi: dalla scrivania al desktop, dalla macchina per scrivere alla tastiera. C'è ancora uno spazio per la propria intimità, per le piccole ed eleganti cornici con le foto della famiglia, per i fermacarte profilati in argento e per i portaoggetti del tutto inutili, ma dal design accattivante? Per questa risposta, ecco gli scatti digitali di un giovane autore, Giovanni Pelloso che, fra i pochi, sceglie il colore come forma di comunicazione e si introduce all'interno degli spazi moderni di un ufficio che gestisce un sito Internet. La scrivania e gli oggetti sembrano assumere connotazioni più personali, nelle quali la differenza fra impiegato e operatore sembra essersi annullata.

Denis Curti
da: ViviMilano

Ore 9.30-18.30, il giovedì fino alle 22.30, chiuso il lunedì.

Ingresso 10 mila

Realizzazione di Gialloverde

Palazzo dell'Arengario
Piazzetta Reale, Milano

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